N diNext

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Intro
Quando il futuro anticipa il cambiamento serve avere la capacità di immaginare quello che ancora non c’è e riuscire a realizzarlo grazie a una visione d’insieme. È questo che ha permesso a Pirelli di guardare sempre alle generazioni future e ai cambiamenti della società. La prossima sfida è immaginare la mobilità del futuro, che dovrà essere smart, sostenibile e tecnologica.
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Passando sotto i portici, Anna incrociò altre figure che avanzavano frettolose, da sole o in coppia, per infilarsi nella metropolitana o sparire alle sue spalle. Accelerava il passo, senza gioia e con il naso umido, nonostante le luci e i suoni provenienti da una giostra lì vicino.
Avrebbe dovuto essere contenta. Stava per incontrare quel ragazzo, Pierre, con cui intratteneva un fitto scambio di messaggi da quasi una settimana. Questa volta però non provava quel misto di eccitazione e brivido tipico del primo appuntamento. Si sentiva indifferente. Si diceva che non c’era più spazio per l’amore.
Bisogna dire che Anna bazzicava tra siti d’incontri ormai da mesi, non per niente si sentiva così stufa. In un’altra vita aveva degli amici, ma ormai lavorava 50 ore a settimana e non aveva più tempo per nulla.
Ecco perché aveva finito col registrarsi su questa app dove sfilavano persone come lei, che volevano qualcosa e la volevano subito. Lì bastava far scorrere i profili e, appena piaceva a qualcuno che le piaceva a sua volta, la app creava un ponte tra queste due solitudini che a quel punto potevano comunicare facilmente.
Si era fatta velocemente prendere la mano e si era messa a chiacchierare per ore con sconosciuti, che dal vero erano in genere molto meno avvenenti di quanto non sembrassero in foto. C’era stato Marco, l’ingegnere della qualità, Corentin, l’eterno stagista che componeva musica elettronica, Rodrigue con i suoi occhi scuri che sembravano truccati, Michka il web designer con la barba, e un bel po’ di altri tizi. Alcuni appuntamenti si erano svolti d’estate, su terrazze strapiene. Altri d’inverno, in ristorantini carini, un tavolo per due in un angolo tranquillo e la discussione sul conto alla fine, senza troppa convinzione e solo per educazione. C’erano stati dei flirt senza conseguenze e dei tipi insistenti che non si rassegnavano a farsi da parte. Si era stancata e aveva provato con le ragazze, così, per cambiare. Quasi invariabilmente si trattava di una storia da una sola notte, spesso seguita da un’altra. L’offerta era così vasta, le possibilità così numerose che era quasi impossibile resistere alla tentazione di un nuovo giro. Infilava una monetina nel jukebox dei corpi e dei sentimenti per un altro walzer, l’ultimo lo giuro, prima di quello successivo.
Quella sera giunse per prima nel locale dove aveva appuntamento con Pierre. Aspettò un buon quarto d’ora prima che arrivasse. In un attimo, l’umore tetro svanì.
Ordinarono del vino, ma non dovettero bere molto. Tutto tra loro, i gesti, le proposte, gli sguardi, produceva una specie di fruscio morbido e avvolgente. Si sentivano dei ragazzini e fecero durare la serata il più possibile, fino a quando alla chiusura non furono quasi sbattuti fuori dal cameriere a colpi di scopa.
Pierre propose di accompagnarla e dall’Hôtel de Ville risalirono fino a Belleville a piedi. Durante il tragitto, lungo a dire il vero, parlarono poco. Avevano voglia di sfiorarsi ma non osavano. Poi davanti al vecchio edificio di mattoni dove viveva lei, si baciarono. Pierre la strinse a sé. Lei voleva che salisse e andassero subito a letto insieme ma lui preferì tornare a casa. Magari questo rifiuto era un buon segno. Appena entrò in ascensore, lei gli scrisse per dirgli quanto era stata bene quella sera. E le parole corsero su Whatsapp fino a notte fonda.
Al risveglio Anna si sentiva strafatta, ma felice. Si precipitò subito dal telefono e trovò un messaggino con un cuore vicino e questa cosa da niente la riempì di gioia. Poi, bevendo il caffè, controllò la posta elettronica, guardò le tendenze su Twitter, entrò negli account del capo per vedere se c’erano solleciti dai clienti. Per abitudine consultò lo stesso la app di incontri che le aveva fatto conoscere Pierre. Scorse alcuni profili, dicendosi che ormai aveva finito con quelle scemenze. Ancora uno o due volti, poi avrebbe cancellato la app. Una notifica la informò che c’era un nuovo messaggio di Pierre ma, invece di leggerlo, lo mise da parte per dopo. Dall’indice continuava a passare in rassegna visi, nomi, sorrisi, bugie, risucchiata dal flusso di immagini, dall’ipnosi lieve della varietà. Dopo tutto era una cosa senza conseguenze. Voleva solo sapere chi sarebbe stato il prossimo. E il prossimo ancora.

La lingua deve essere chiara e lo slogan Pirelli è un esempio perfetto La lingua deve essere chiara e lo slogan Pirelli è un esempio perfetto