Auto

Il cruscotto: un'evoluzione continua d'informazioni

Da semplice strumento utile alla guida a insieme di comandi ed elettronica

Home Road Auto Il cruscotto: un'evoluzione continua d'informazioni

Guardando i cruscotti moderni, in grado di cambiare schermate e dare le info più diverse con il semplice tocco di una leva, fa sorridere pensare che l'origine del termine sia legato a uno dei mezzi di trasporto più antichi. La parola, infatti, nasce proprio con i carri e le carrozze trainate da cavalli che, nel trottare, alzavano spesso fango e richiedevano cibo per ricaricare le energie durante il viaggio. La paratia che riparava il cocchiere dai detriti e che conteneva il cibo prendeva il nome di “cruscotto”, il contenitore della crusca. I primi cruscotti erano realizzati in legno, cuoio o lamiera, a seconda del budget del proprietario, e contenevano anche la frusta e le redini. Insomma, tutto ciò di cui i veicoli dell'epoca avevano bisogno.

Viva l'ottone

Mentre stava finendo l'epoca delle carrozze, verso la fine del XIX secolo iniziavano a vedersi le prime vetture a motore. All'interno di esse, i cruscotti presentavano solo le boccette di vetro con l'olio lubrificante, la leva del freno e, successivamente, anche un primo quadro strumenti con misuratore di velocità e contachilometri. Solo in seguito venne introdotta l'illuminazione del quadro, mentre il design per le auto di fascia alta era più curato, anche introducendo parti in ottone. Gradualmente spuntarono il contagiri e il sistema di monitoraggio della pressione. La fine degli anni ‘30 segnò il passaggio dell'auto da semplice mezzo di trasporto a luogo in cui passare del tempo, quasi a ricordare il concetto della carrozza: arrivano il riscaldamento e le autoradio a valvole.

Arriva la plastica

Il secondo Dopoguerra portò con sé un desiderio di rinnovamento, declinato anche attraverso il design dell'automobile e dello spazio interno. Il volante presenta al centro, ancora oggi, i loghi iconici delle case automobilistiche e in questo modo il cruscotto acquistò colore. Le bocchette d'areazione nascevano, inizialmente, solo per le automobili di fascia alta, così come l'autoradio cromata. Dal momento in cui l'emergente industria della plastica rigida incontrò l'automotive, ecco che il cruscotto cambiò impostazione. Con il nuovo materiale si producevano volanti, leve per le frecce, pulsanti mentre l'optional più gettonato diventò inevitabilmente l'accendisigari e, possibilmente, anche il posacenere.

Ecco il digitale

Negli anni ‘80 vennero aggiunte nuove funzioni al cruscotto che, via via, diventava sempre più tecnologico. Anche la plancia, sinora trascurata, acquistò importanza con una maggiore sofisticazione dell'aria condizionata, vani portaoggetti e, successivamente il navigatore GPS. Con passi da gigante, l'insieme divenne ultramoderno – con una crescente attenzione al design – e il sistema di infotainment rese l'automobile sempre più connessa. Sul piano pratico, venne introdotto il touch screen, mentre per il software vennero realizzati sistemi capaci di rendere smart anche un mezzo di trasporto. Davanti a chi guida, il cruscotto digitale offre la possibilità di visualizzare numerose tipologie di informazioni sul display, che venne posizionato nell'alloggiamento standard del quadro della strumentazione.

Virtual cockpit

Oltre alla presenza di contachilometri e contagiri, il virtual cockpit consente di poter essere utilizzato come navigatore satellitare, garantendo in questo modo una maggiore comodità di lettura delle mappe. Ma soprattutto una maggiore sicurezza per la guida non dovendo spostare lo sguardo verso il centro della plancia. E ancora è possibile visualizzare facilmente il computer di bordo, la rubrica telefonica o le informazioni provenienti dall'impianto audio. Inoltre, la possibilità di modificare le impostazioni del virtual cockpit e adottare la schermata preferita (oppure di aumentare/ diminuire le dimensioni dei quadranti per far spazio alla visualizzazione di altre info), viene gestita direttamente dal conducente tramite i comandi posti sul volante multifunzione. Non male, se si pensa che tutto era iniziato per proteggere il cocchiere e sfamare i cavalli.