Inter and Pirelli, Same VALUES | Pirelli

Inter and Pirelli, Same VALUES

 

Quella tra Pirelli e Inter è una relazione fuori dal comune, attraversa le stagioni, gli anni, le epoche calcistiche e storiche. È una delle partnership più longeve del mondo del calcio, un binomio eccezionale che si lega alle azioni e alle giocate iconiche di campioni senza tempo, da Ronaldo a Javier Zanetti, da Toldo a Diego Milito, da Maicon a Materazzi fino a Lautaro Martinez, Barella, Bastoni e tutti i nerazzurri di oggi. Un percorso di valori condivisi, performance uniche e obiettivi comuni. La storia di Inter e Pirelli è fatta di momenti memorabili, di vittorie indimenticabili, emozioni incredibili. Con Inter and Pirelli, Same VALUE ripercorriamo alcuni momenti della storia nerazzurra, quattro gol che esprimono al meglio questa connessione, quattro magie che raccontano un rapporto unico e speciale.

1. DEJAN STANKOVIC vs Milan
INTER and PIRELLI, SAME POWER

Prima ancora di controllare il pallone, qualche passo oltre la linea dell'area di rigore, Stankovic sa già cosa fare una volta ricevuto il passaggio di Maicon. I momenti successivi scorrono nella sua testa rapidissimi come le diapositive di una vecchia pellicola. Non ha bisogno di guardare la porta, il posizionamento del portiere o i difensori avversari: ha già visto tutto, sa già come andrà a finire. Il tocco di sinistro serve solo a sistemare il pallone sulla mattonella giusta, poi usa la gamba destra come una mazza da baseball, lo swing perfetto per un home run. Nel gol di Stankovic, un destro all'incrocio che non lascia scampo al portiere, l'elemento principe è la potenza sprigionata, quella che da sempre caratterizza il binomio tra Inter e Pirelli. Un tiro potente che si infila tra palo e traversa e spacca una partita. Un gesto all'apparenza semplice, lineare, ma racchiude tutta l'essenza del campione nerazzurro. Uno shock di energia improvviso, la fiammata del drago – una delle tante – che illumina il derby di andata nella stagione 2006/2007.

2. WESLEY SNEIJDER vs Roma
INTER and Pirelli, SAME CONTROL

C'è un giocatore che più di tutti ha saputo rappresentare e personificare una delle espressioni più ripetute dello sport mondiale: “La potenza è nulla senza il controllo”. Wesley Sneijder era capace di calciare con grande forza con entrambi i piedi, ha segnato gol in cui il pallone sembrava dover rompere la rete della porta. Poi però in ogni partita dimostrava una capacità tecnica e una naturalezza nel giocare il pallone che lo rendevano un maestro del controllo. Il suo talento nell'addomesticare la palla e nel farla correre con tocchi apparentemente facilissimi aveva un'energia mistica, quasi soprannaturale, come se le traiettorie disegnate dai suoi passaggi e dai suoi tiri fossero telecomandate. Un gol di Wes racconta molto bene questa sua capacità. È la stagione 2010/2011, la sfida contro la Roma: arriva un assist di Maicon dalla destra verso il limite dell'area, lui lo addomestica di sinistro e in un attimo, prima che possa avvicinarsi un avversario, disegna una parabola imprendibile per il portiere. È un tiro potente ma non necessariamente uno di quei missili terra-aria su cui pure avrebbe diritto a un marchio registrato, è una traiettoria arcuata che si infila in un angolino probabilmente nascosto della porta. Un gol che ovviamente nasce da quel suo controllo, nasce dal controllo e da quella abilità unica.

3. SAMUEL ETO'O vs Livorno
INTER and Pirelli, SAME PERFORMANCE

Sul cambio di campo Pandev si fa trovare pronto a ricevere già con i piedi dentro l'area. All'altezza del dischetto del rigore si affollano attaccanti e difensori, lottano per la posizione. Quando parte il cross si capisce subito che sarà una palla morbidissima, precisa, docile. Il destinatario è marcato, un difensore si mette tra lui e la porta, non lo fa girare. L'intuito e l'istinto però sono due qualità che non si insegnano e Samuel Eto'o è uno di quei campioni che ne ha in abbondanza: cerca l'appoggio giusto sul terreno, dà le spalle al portiere e all'obiettivo, non ha bisogno di guardarli, sa come impattare il pallone per fare gol. Stacca da terra, si coordina, la gira in rovesciata e la manda in porta. Come se fosse la cosa più facile del mondo. Marzo 2010, la squadra che poi avrebbe vinto il Triplete, a Milano c'era il Livorno ed era un turno infrasettimanale come un altro. Ma Eto'o è un campione che non si è mai risparmiato, non ha mai lasciato nulla di intentato e contro ogni avversario ha messo in campo tutto ciò che aveva. Se la performance è la capacità di gestire ogni fattore e condizione per rendere al massimo in tutte le situazioni, Eto'o è un giocatore unico e insostituibile per le sue squadre. Le sue prestazioni non hanno mai risentito di condizioni ambientali, fattori esterni e imprevisti. Le sue qualità sono sempre state lì da vedere, indipendentemente dalla partita, indipendentemente dall'avversario: lui era sempre al top. Dalle finali di Champions ai momenti più importanti della storia dei club nei quali ha militato, fino ai passaggi meno epici, contro avversari meno blasonati, Eto'o ha sempre performato meglio.

4. ADRIANO RIBEIRO vs Udinese
INTER and Pirelli, SAME SPEED

La velocità è sempre un valore aggiunto nello sport, una risorsa di inestimabile valore. Per Pirelli, come dimostra la sua storia, è uno dei pilastri irrinunciabili. Quando si viaggia, quando si corre, quando si punta a un obiettivo si va il più veloce possibile per battere gli avversari, per superare ogni ostacolo. Anche quando sono invisibili. È stato così anche per Adriano, l'Imperatore che ha fatto sognare i tifosi dell'Inter con le sue cavalcate alla conquista del gol. Correva palla al piede, correva con gli avversari aggrappati alla maglia, ai pantaloncini, sulle spalle. In dribbling, di forza, di fisico. Correva il pallone quando Adriano lo calciava con il suo sinistro, e spesso finiva alle spalle del portiere. Poche ore prima del fischio d'inizio di Inter-Udinese, stagione 2004/2005, Adriano era atterrato a Milano, di rientro dal Brasile, con un fardello personale da portare con sé, ma la voglia di mettere sul campo di San Siro tutta la propria forza per provare a lenire il dolore della perdita del papà. In campo era inarrestabile. Un suo sinistro potentissimo sblocca la partita su punizione, da distanza siderale. Quattro minuti più tardi, un calcio d'angolo dell'Udinese si trasforma nell'occasione di un contropiede, lo slalom speciale tra i difensori, correndo a velocità supersonica, sempre con il pallone tra i piedi. L'Imperatore tocca il pallone undici volte, la dodicesima è il tiro che diventerà gol, un sinistro violento, il fulmine che squarcia la scena a San Siro per il raddoppio. La velocità al suo meglio, in tutte le sue forme, nel calcio di Adriano.