industria

Il futuro dell'AI è la cooperazione globale

I paesi sono in forte concorrenza per ottenere la leadership nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, per scongiurare una disastrosa "corsa alle armi" ed assicurare che la tecnologia venga sviluppata nel miglior modo possibile, è necessario che i paesi collaborino tra loro, scrive Joji Sakurai

Home Life Innovazione industria Il futuro dell'AI è la cooperazione globale

Nella gara verso la supremazia nell'AI, vi sono alcune pietre miliari più allettanti dello sviluppo del supercomputer Summit presso il Laboratorio nazionale del Dipartimento dell'energia statunitense di Oak Ridge nel Tennessee. 

Lo scorso giugno è riuscito a detronizzare un supercomputer cinese e guadagnarsi il titolo di più veloce del mondo, raggiungendo velocità pari a 200.000 miliardi di “operazioni in virgola mobile”, o petaflop al secondo. 
Il titolo è nelle mani della Cina dal 2012, quando il supercomputer TH-2 è riuscito a spodestare il predecessore di Summit, Titan, diventando il più potente del mondo.

L'inarrestabile spinta verso l'eclissamento dei rivali nell'ambito della potenza informatica, alla cui sfida partecipano il Giappone e l'Unione Europea come credibili sfidanti, sottolinea la vitalità della nuova frontiera dell'informatica quantistica nello sviluppo delle tecnologie di AI destinate a trasformare il mondo. L'AI e i supercomputer sono già utilizzati nell'industria per offrire vantaggi alle aziende. E più è veloce il supercomputer, più sarà agile nello snocciolare i dati in grado di generare soluzioni intelligenti, e quindi di identificare le problematiche che possono essere a loro volta anticipate esclusivamente dai supercomputer più veloci. 

Il vantaggio di tanti cervelli 
Tuttavia nel turbinio delle speculazioni in merito ad una imminente corsa alle armi dell'AI, è facile sorvolare un fattore essenziale che potrebbe forgiare, e forse anche salvare, l'ambigua avventura nella quale stiamo precipitando. Anche se la concorrenza si intensifica, sarà la collaborazione globale che sprigionerà il pieno potenziale dell'AI, e che contribuirà a fare sì che le macchine intelligenti agiscano come forze del bene in grado di elevare l'umanità, piuttosto che distruggerla. 

L'innovazione arriva dal libero flusso delle idee, e più diversificate saranno le prospettive, migliori saranno le soluzioni che si originano nei complessi tentativi. L'azienda di consulenza globale McKinsey spiega che le aziende che promuovono lo scambio aperto di dati raccolgono i frutti migliori nell'innovazione AI. 

In maniera simile, uno dei principali timori sull'AI concerne l'etica, soprattutto la prevenzione dell'accesso dei bias nei sistemi di apprendimento automatico, ed un contesto etico universale per l'AI richiede un coordinamento globale. “Una regolamentazione globale è l'unica forma efficace per la regolamentazione dell'AI,” ha di recente dichiarato lo storico Yuval Noah Harari al New York Times. “Se il mondo decidesse mai di intraprendere una corsa alle armi per l'AI, i risultati sarebbero certamente i peggiori immaginabili.”

Insieme è meglio 
Gli insider dell'AI sono sempre più d'accordo sul fatto che la cooperazione globale nella creazione dei sistemi sarà una forza liberatoria piuttosto che una forza che ostacola o sabota i processi creativi. “Se da un lato ogni paese deve considerare le proprie esigenze specifiche, vi è una chiara indicazione, e una precoce promessa, che un contesto globale possa realmente creare maggiore innovazione e permetterci di risolvere problemi più complessi e urgenti,” spiega Bell, presidente dell'azienda statunitense di software AI Uptake. “Molte delle domande che ci poniamo oggi avranno una risposta se ci prendiamo del tempo per imparare gli uni dagli altri.”

Prendiamo come esempio Dinglong Huang, innovatore cinese di AI di Shenzhen, e Matt Scott, sviluppatore americano di apprendimento automatico di New York. Insieme hanno fondato Malong Technologies, una start-up specializzata in tecnologie di visione artificiale supportata da Accenture e SoftBank, con uffici in Cina, Stati Uniti e Giappone. Scrivendo di recente per il Forum Economico Mondiale, i soci hanno spiegato che i progressi più significativi nell'AI sono il frutto dell'"impollinazione incrociata" delle idee di ricercatori con background diversi. 

Ad esempio, Rick Rashid, uno scienziato dell'Iowa che lavora in Microsoft Research, nel 2012 ha presentato a Tientsin la prima traduzione robotizzata nelle lingue cinese e inglese, che sfrutta una tecnologia sviluppata da un team di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Germania. “La comunità AI è globale,” scrivono Huang e Scott. “Riusciamo a fare del nostro meglio quando lavoriamo insieme senza confini.”

Realizzare il potenziale dell'AI
Piuttosto che alla corsa alle armi per l'AI per ottenere come premio il dominio globale (il presidente russo Vladimir Putin ha di recente previsto che la nazione alla guida dell'AI “sarà alla guida del mondo”), assistiamo in maniera crescente allo sviluppo delle forze eccezionali da parte delle aziende che operano in prima linea nel settore dell'AI. La complementarità potrebbe guidare il contesto dell'AI almeno quanto la competizione, se non di più. Singapore è diventata una città all'avanguardia nei test delle tecnologie dei veicoli autonomi. Israele sta diventando il paese leader nel settore dell'AI nell'innovazione medica. Le competenze nella robotizzazione del Giappone e il suo invecchiamento demografico fanno sì che questo stato sia all'avanguardia nella cura degli anziani. L'Unione Europea occupa un'ottima posizione alla guida della tutela della privacy. 

La complementarità offre opportunità significative per la collaborazione globale nella creazione di sistemi AI ottimali in grado di migliorare la qualità della vita, e non di comprometterla. Mano a mano che i paesi dipendono reciprocamente dalle aree di specializzazione degli altri paesi, può crearsi un sistema di verifiche ed equilibri in grado di scoraggiare gli approcci a somma zero e di rafforzare il ciclo dell'innovazione collaborativa. 

Quanto è veloce il supercomputer Summit? È così veloce che ogni persona del mondo dovrebbe svolgere un calcolo al secondo per 305 giorni per poter fare ciò che la macchina riesce a fare in un solo secondo. Senza dubbio gli attori globali continueranno a fare di tutto per superarsi a vicenda nella creazione di macchine sempre più straordinarie, ed è così che deve essere. 

Ma il potere non realizzerà la sua promessa, e forse può addirittura causare una tragedia, in assenza della visione combinata dell'umanità verso la canalizzazione di questi enormi potenze in tecnologia a beneficio di tutti.