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La storia dell'auto? Inizia con Leonardo

500 anni fa scompariva quel genio poliedrico. Ma le sue idee vivono ancora oggi e ci consentono di viaggiare

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Leonardo da Vinci non ha bisogno di presentazioni e sfugge alle definizioni. Sembra aver lasciato un segno in qualsiasi ambito dell'esperienza umana, dalla pittura, per la quale è universalmente conosciuto, fino a discipline più insolite, come la geologia o l'anatomia. Si può dire che Leonardo abbia influenzato persino il mondo dell'automobile: non solo ideando un prototipo di macchina semovente e altri rudimentali mezzi di trasporto, ma esercitando un impatto rivoluzionario come ispiratore delle menti che, come la sua, avevano voglia di lasciare la loro impronta nel mondo. È il caso di Horacio Pagani, che fu illuminato proprio dall'approccio visionario e dall'incontro tra arte e tecnica, teorizzato da Leonardo, nel creare le opere d'arte delle quattro ruote, che i collezionisti sognano di custodire nel proprio garage. Analogamente, la passione per il design e una rigorosa ricerca tecnica sono al cuore dell'attività di Pirelli, che nella sua città natale porta avanti da quasi centocinquant'anni un lavoro appassionato al servizio dell'innovazione. Proprio come fece Leonardo quando, a fine Quattrocento, creava gran parte delle sue opere geniali proprio nel capoluogo meneghino.

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IL CARRO SEMOVENTE, 400 ANNI PRIMA DELL'AUTOMOBILE
Soprattutto nelle vesti di ingegnere, Leonardo ha sempre inseguito il movimento, tanto da cercare di imprimere il moto anche agli oggetti inanimati, in un'epoca in cui le uniche forze motrici erano gli animali o le persone. Le sue intuizioni furono così innovative che è come se Leonardo avesse dato ai suoi contemporanei le anticipazioni di quelle invenzioni che il genere umano avrebbe ripreso e messo a punto solo molti anni – se non secoli – dopo. Nel Codice Atlantico, un'ampia raccolta dei suoi scritti e progetti, è stato trovato il disegno di quella che è considerata l'antenata dell'automobile, essendo un apparecchio in grado di spostarsi in autonomia: il carro semovente è un marchingegno dotato di ruote, spinto da un meccanismo a molle che mette in moto un complesso sistema di ingranaggi, e che per svoltare si serve di un rudimentale differenziale. Le riproduzioni della macchina ne hanno provato il funzionamento, anche se lo spostamento che è in grado di effettuare è di qualche metro. Probabilmente, il carro doveva servire a spostare gli oggetti, per meravigliare i nobili alle cene o durante gli spettacoli; sta di fatto che questo capolavoro di precoce ingegneria meccanica continua a stupire ancora adesso.

“IL MOTO È CAUSA DI OGNI VITA”
Ci furono invece diverse altre invenzioni che avevano proprio lo scopo di spostare gli esseri umani, e in modi ben più inconsueti rispetto a un carro-mobile. Com'è noto, Leonardo era convinto che l'uomo, con l'aiuto della scienza, avrebbe potuto volare. Così studiò la caduta dei gravi, i moti dell'aria e il volo degli uccelli, e ideò delle strutture che ne riproducessero le caratteristiche. Il risultato fu un bizzarro – ma funzionante – paracadute, un prototipo di macchina volante che pare fu costruito e testato da un amico dell'inventore e un progetto che ricorda un moderno deltaplano. Sua anche la “vite aerea”, che può essere considerata un progenitore dell'elicottero per via della grossa “elica” che avrebbe dovuto avvitarsi nell'aria dopo aver ricevuto la spinta di un motore a molla. Ma Leonardo non voleva che l'uomo arrivasse solo in alto nel cielo, ma che potesse calarsi agevolmente anche in acque profonde: compaiono tra i suoi bozzetti anche lo schizzo di un palombaro, di un salvagente e di guanti palmati per facilitare il nuoto. Nel tentativo di provare che l'uomo rinascimentale fosse l'anello di congiunzione tra il terreno e il divino, Leonardo da Vinci ha di certo fatto la sua parte. E noi oggi viaggiamo anche grazie a lui, con le auto e con la fantasia.