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Come Parigi vuole diventare “una città al 100 per cento ciclabile” entro il 2024

L'obiettivo è ambizioso e va nella direzione di una città più sicura e più pulita. La capitale francese sembra non avere dubbi su quello che è il futuro della mobilità: a due ruote

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Quando nell'estate del 2024 atlete e atleti da tutto il mondo arriveranno a Parigi per le Olimpiadi, potranno allenarsi o rilassarsi con una bella pedalata in città senza rischiare di trovarsi in mezzo al caos del traffico. Almeno, questa è l'idea: poco prima di essere rieletta, nel gennaio del 2020, la sindaca parigina Anne Hidalgo ha annunciato un lungimirante piano per rendere «il 100 per cento delle strade cycle friendly entro il 2024». Nella capitale francese l'amministrazione ha capito che una rivoluzione della mobilità è un'opportunità e che una città meno inquinata e meno trafficata è una città più prospera, sicura, felice. Parigi non è l'unica capitale europea e mondiale ad aver compiuto passi importanti nella smart mobility, ma il suo è sicuramente uno dei progetti più ambiziosi, al centro del quale la grande protagonista è la bicicletta, elettrica e non.

La visione dell'amministrazione è chiara: tutti i principali servizi dovrebbero essere raggiungibili in 15 minuti, muovendosi a piedi, in bicicletta o, al massimo, su mezzi pubblici elettrici. Negli ultimi sette anni, sul percorso verso una Parigi sempre più verde e bike friendly, sono state prese diverse decisioni importanti, l'ultima delle quali ha abbassato a 30 chilometri orari il limite di velocità in quasi tutte le strade, a eccezione di alcune arterie come Boulevard des Maréchaux, il Bois de Boulogne e gli Champs-Elysees (questi ultimi, comunque, potrebbero essere interamente pedonalizzati nel prossimo futuro).

Come aveva raccontato a Pirelli il coordinatore europeo per la Sicurezza stradale e la Mobilità sostenibile Matthew Baldwin, a margine della Global safety week dell'Unrsf, l'introduzione delle cosiddette zone 30 nei centri cittadini è fondamentale a livello sanitario, ambientale e sociale. Se un pedone o un ciclista vengono colpiti da un'auto che viaggia a 30 chilometri orari, hanno il 90 per cento di possibilità di sopravvivere. Se l'auto va a 60 chilometri orari, questa probabilità cala al 30 per cento. Con l'abbassamento del limite, inoltre, calano anche l'inquinamento atmosferico e quello acustico.

Solo durante il lockdown, sono stati aggiunti circa 100 chilometri di corsie ciclabili a Parigi, e nuovi posteggi per le bici sorgono quasi giornalmente. Nelle arterie che scorrono lungo la Senna, sono stati aperti diversi parchi lineari, dove le biciclette possono circolare, mentre le auto private non possono già più passare per Rue de Rivoli. Entro i prossimi anni, l'obiettivo è quello di ridurre di almeno il 55 per cento il traffico cittadino e di creare altre car-free zone, soprattutto di fronte alle scuole. Grazie a investimenti ingenti e a campagne di sensibilizzazione, Parigi sta cambiando a livello di immagine: da città trafficata e auto-dipendente a capitale europea della bicicletta, il mezzo green per eccellenza e un formidabile rimedio alla sedentarietà.

Oggi a Parigi ci sono più di mille chilometri di percorsi ciclabili, e altri 650 sono già in programma. Solamente la scorsa primavera, il numero di ciclisti è aumentato del 70 per cento, e scoprire la Ville Lumière con una romantica pedalata sta diventando anche un'attività turistica molto praticata. Certo, di strada ce n'è ancora molta da fare, metaforicamente e concretamente. Molte delle piste ciclabili sono incomplete e temporanee, e molti cittadini ancora dipendono dall'auto nella vita di tutti giorni. Sicuramente, però, Parigi sta mostrando come con scelte coraggiose si possa intraprendere una transizione verso una mobilità green in una grande città.