Sostenibilità

Sostenibilità: l'accordo per ridurre le emissioni di CO2

Un accordo di valore storico; uno dei rari casi in cui gli interessi di business del singolo combaciano con gli interessi di tutti: la tutela ambientale

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Lo scorso 12 dicembre, alla conferenza internazionale sul clima di Parigi, è stato siglato un accordo dal valore storico: 195 stati presenti alla conferenza sul clima hanno votato un accordo sul riscaldamento globale che prevede di limitare il rialzo della temperatura del pianeta a 1,5°, un finanziamento di 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo e la revisione ogni cinque anni dei tagli alle emissioni nocive, per far crescere gli obiettivi di taglio della CO2, per contrastare l'effetto serra. Questi i tre punti fondamentali dell'accordo che passerà alla storia come COP21.

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Un'intesa vincolante necessaria per il mondo intero che implica una riconversione in senso ecosostenibile dell'economia nazionale di ciascun paese, passando a fatti concreti, ad azioni pratiche.
Azioni che non potranno non coinvolgere il settore dei trasporti, se pensiamo che solo in Europa circolano circa 7.000.000 di veicoli (tra camion e autobus) e consumano circa 23.000.000 di pneumatici l'anno (17.000.000 di pneumatici nuovi e 6.000.000 di ricostruito) e il 90% di tutte le merci sono trasportate da camion e furgoni, che si dimostrano sempre più efficienti, silenziosi e sostenibili rispetto al passato. 
Dinanzi a tali numeri, e di fronte alla sfida ambientale che ci siamo posti e che non possiamo perdere, anche il tema dei pneumatici deve essere affrontato in modo radicalmente diverso. È necessario proseguire sulla strada dell'innovazione tecnologica, immettendo sul mercato pneumatici sempre più performanti che possano al contempo ridurre i consumi e l'impatto ambientale, aumentando la sicurezza. Pneumatici green, con un ciclo di vita più lungo e ricostruibili. 
Si tratta di uno dei rari casi in cui gli interessi di business del singolo combaciano con gli interessi di tutti, la tutela ambientale. 
La scelta di pneumatici di ultima generazione, dalle elevate prestazioni in termini di sostenibilità ambientale, chilometraggio e bassi costi di esercizio, come ad esempio i prodotti della Serie 01 di Pirelli, utilizzati in condizioni ottimali di impiego, permettono di risparmiare, rispetto alle linee precedenti, fino al 3,5% di carburante corrispondente a circa 2.200 euro all'anno per veicolo. Un risparmio economico che si traduce automaticamente in una riduzione delle emissioni di CO2

E nel futuro? Alcuni produttori di pneumatici calcolano che fatto 100 il costo delle flotte legato al pneumatico (dall'ammortamento del veicolo al costo carburante), circa il 40% di essi è influenzato direttamente o indirettamente dai pneumatici. La scelta del prodotto più performante per il segmento di applicazione, il monitoraggio e la gestione costante e attenta dei pneumatici possono portare ad un abbattimento di questi costi, arrivando ad un risparmio di circa il 20% dei costi totali della flotta. 

Si tratta di adottare un nuovo approccio che veda i produttori di pneumatici come “partner” delle flotte, offrendo non un prodotto, bensì un servizio: dal retreading al monitoraggio costante delle coperture, dal breakdown service al cyberfleet per migliorare il consumo di carburante e la gestione dei costi di manutenzione degli pneumatici. 
Per perseguire questo obiettivo è indispensabile che il tyre producer conosca i propri clienti e i loro bisogni e offra una gamma di prodotti e servizi adatti a soddisfarli, svincolando la flotta dalla gestione di tutto ciò che è legato al pneumatico e dai relativi costi. 

In futuro, sarà sempre più il mezzo a comunicare con la strada, in uno scambio continuo tra dispositivi intelligenti e asfalto. Ne risulteranno un'ottimizzazione dei costi, un impatto ambientale contenuto e anche una maggiore sicurezza di marcia. Un'evoluzione del settore che vede impegnati su più fronti tutti i principali produttori.
In tale contesto, la via identificata da Pirelli si chiama Cyber Tyre, frutto di una ricerca all'avanguardia, nata dalla collaborazione con il Politecnico di Milano. Il sistema Cyber Tyre è un prototipo di pneumatico “intelligente” capace di parlare con il veicolo, dotato di un sensore elettronico che ha la duplice funzione di “leggere” la strada, rilevando le informazioni sull'asfalto, e di “dialogare” con l'automobile, usando la tecnologia wireless per riuscire a interpretare le situazioni di pericolo e a evitare gli incidenti.

Ovviamente esistono due focus principali nel veicolo industriale: il primo legato all'economia di esercizio (quindi con meno inquinamento), che spinge all'acquisto, il secondo, come tutte le innovazioni tecnologiche e come Cyber Fleet, spinge verso un miglioramento della sicurezza stradale a tutti i livelli. Proprio sicurezza e impatto ambientale generale (non solo consumi ed emissioni, ma anche il “footprint” dello pneumatico attraverso le sue molteplici vite) sono gli obiettivi di Cyber Tyre.
Ma il Cyber Tyre nel futuro che obiettivi ha? Quale sarà l'evoluzione a lungo termine quando si va verso veicoli che in condizioni autostradali potrebbero essere a guida autonoma nel 2025?
Gli pneumatici potranno informare sui carichi, sul margine di grip; inoltre, comunicando i dati al sistema di gestione del veicolo, miglioreranno le risposte di tutti i dispositivi che già conosciamo, dall'ABS all'ESP.

Un importante passo in avanti verso un futuro sempre più tecnologico e automatizzato, con veicoli che in condizioni autostradali potrebbero essere a guida autonoma già nel 2025.