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La compensazione del carbonio funziona davvero?

Il mercato della compensazione del carbonio è in forte espansione. Questi crediti dovrebbero compensare il carbonio emesso da persone e società, contribuendo così a rallentare l'avanzamento del riscaldamento globale. Questo è ciò che accade in teoria, ma nella pratica, come funzionano realmente?

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Le emissioni di biossido di carbonio causano il riscaldamento globale. Questa non è un'opinione, ma un dato scientifico.  Nell'ultimo milione di anni, ogni volta che le concentrazioni atmosferiche di biossido di carbonio hanno superato il livello critico di circa 250 parti per milione, la temperatura atmosferica è aumentata, e su questo dato non vi è alcun dubbio. E poiché oggi la concentrazione di carbonio supera già abbondantemente questo livello e sta crescendo ad una velocità inaudita, è chiaro che abbiamo un problema.

Ed è proprio qui che la compensazione del carbonio entra in gioco. Poiché ogni nostra azione comporta presumibilmente l'emissione di biossido di carbonio, la prospettiva di contrastare tali emissioni mediante il semplice acquisto di crediti di carbonio al prezzo di pochi Euro sembra una soluzione estremamente accattivante.

Un mercato in crescita 

È ciò che molte persone e molte aziende stanno proprio facendo. Negli ultimi anni il mercato della compensazione del carbonio è cresciuto rapidamente, come pure il suo prezzo. Negli ultimi nove mesi il prezzo delle più comuni tipologie di compensazione è triplicato, fino a superare il costo di 14 dollari a tonnellata di carbonio. Queste compensazioni ‘nature based' rappresentano una tonnellata di carbonio effettivamente emesso che rimane bloccata in una foresta di nuovo impianto (anche se alcune compensazioni rappresentano ad esempio le riduzioni delle emissioni mediante la sostituzione di tecnologie ad alta intensità di carbonio con sistemi più efficienti).

Si tratta di denaro, ma la spesa non è eccessiva se si considera ciò che si ottiene per il proprio carbonio. Ad esempio, un nucleo famigliare medio nel Regno Unito genera poco meno di tre tonnellate di carbonio in un anno attraverso il riscaldamento. È possibile compensare gli effetti del riscaldamento globale di un intero anno con una spesa di circa 42 dollari, che non è una cifra eccessiva.

E in effetti non lo è, a condizione che le compensazioni funzionino realmente. Perciò, diamo un'occhiata un po' più da vicino a questi crediti climatici per essere sicuri di ottenere ciò per cui stiamo pagando.

Sapere cosa cercare 

Vi sono diversi test per valutare se una compensazione di carbonio è valida. Il primo e più importante è che essa deve essere permanente. Una soluzione che blocca per sempre una tonnellata di carbonio è valida, ma dobbiamo essere sicuri che "per sempre" significhi realmente "per sempre": lo stoccaggio temporaneo del carbonio è inutile, e forse anche peggio che inutile, perché esso distoglie l'attenzione dalla riduzione delle emissioni di carbonio a lungo termine.

Se da un lato l'idea di bloccare la CO2 atmosferica in una porzione incontaminata di foresta pluviale sembra buona, dall'altro bisogna essere sicuri che la stessa foresta non sarà abbattuta nel giro di 10 anni o comunque nell'immediato futuro. Fornire garanzie adeguate non è affatto semplice.

È inoltre necessario essere sicuri del fatto che la compensazione della riduzione di carbonio non stia semplicemente spostando le emissioni da un luogo all' altro. Questo fenomeno è ciò che gli studiosi del clima chiamano ‘rilocalizzazione del carbonio'. Se paghiamo affinché le emissioni di carbonio siano eliminate dall'economia di un paese, dobbiamo avere la certezza che tali attività ad alta intensità di carbonio non siano esportate in qualche altra parte del mondo.

Esistono altre tipologie di compensazioni che nascono per eliminare le emissioni alla sorgente, piuttosto che bloccarle. Una versione molto conosciuta è la compensazione ‘cook-stove' (forno) che investe in progetti mirati a sostituire i tradizionali forni a legna, soprattutto in Africa, con fornelli a gas, portatili e a basse emissioni di carbonio. Questi progetti avrebbero avuto comunque luogo, anche senza la cosiddetta offset finance? Se la risposta è affermativa, la compensazione non supererebbe il test dell'‘addizionalità'. Un recente studio svolto nell'UE ha concluso che questo è il motivo per cui i tre quarti o più di questo tipo di compensazioni non riescono a generare i benefici promessi.

Il testo scritto in piccolo

Tutto ciò non significa che le compensazioni del cambiamento climatico non possano funzionare: lo studio dell'UE, ad esempio, ha identificato diverse compensazioni del gas a effetto serra che possono essere efficaci, come ad esempio i progetti di carburante con biomassa che riducono le emissioni di carbonio e le compensazioni relative al metano e ai gas industriali. Ciò significa che tali compensazioni devono sostenere l'esame critico, soprattutto perché il mercato delle compensazioni rimane ampiamente non regolamentato.

La lezione è perciò quella di ‘fare attenzione'. Le compensazioni possono fare parte della battaglia contro i cambiamenti climatici, ma dobbiamo fare molta attenzione al testo scritto in piccolo. Con il costante aumento del prezzo delle compensazioni di carbonio, è possibile che le persone si adopereranno maggiormente in questo senso, e questa non è una brutta notizia.

Ancora meglio, dovremmo ridurre le emissioni di carbonio in prima istanza. Perché la cosa migliore che potrebbe capitare alle compensazioni è che esse diventino obsolete.

 

Illustrazione a cura di Davide Bart. Salvemini