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«Le cose nuove si fanno solo con i giovani»

Allo IAB Forum 2022 di Milano, la ricerca e l'innovazione cercano di “decodificare il cambiamento”, anticipando come potrebbe essere la convivenza con l'AI

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«Si può avere nostalgia di un Paese che non c'è mai stato?», si chiede Paolo Colombo, professore ordinario di Storia delle Istituzioni politiche e di Storia contemporanea all'Università Cattolica di Milano, mentre parla di «un Paese che avrebbe potuto camminare guardando mète di valore, rifiutare l'inquinamento, favorire i giovani, fare della propria innata creatività e genialità la prima fonte di benessere, sfruttare la cultura e la bellezza con razionalità e modernissima progettualità. Un Paese dotato di lungimiranza, con la capacità di decodificare il cambiamento e il futuro». Con il suo monologo, tratto dal podcast “Olivetti, l'occasione perduta”, il 15 novembre scorso lo storico ha aperto la 20ᵃ edizione dello IAB Forum all'Allianz MiCo di Milano, due giornate il cui tema è “decodificare il cambiamento”. La passione per l'innovazione e l'esplorazione di nuove frontiere sono i valori che hanno spinto Pirelli a diventare uno dei diamond sponsor dell'evento, che si è aperto con una grande novità: la conduttrice d'eccezione è MIA, una simpatica ragazza virtuale creata grazie ad un software di AI.

Una rivoluzione tecnologica e culturale

Tra la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni '60, l'industria italiana era una delle realtà più floride e produttive del panorama internazionale: se la lungimiranza di Adriano Olivetti portò la sua città natale Ivrea ad un passo dall'essere la Silicon Valley d'Italia, a Milano Leopoldo Pirelli, nuova guida di una delle più grandi industrie italiane con lo sguardo da sempre fisso sul mondo, diede inizio ad una vera e propria rivoluzione tecnologica, architettonica e culturale.

L'innovazione pirelliana del secondo dopoguerra iniziò a muovere i primi passi nel 1959, al Salone dell'Auto di Torino, dove gli sguardi del pubblico erano tutti puntati sul BS3 (Battistrada Separato 3). La passione per la montagna e lo sci alpino che animavano l'ingegnere Carlo Barassi, capo dell'Ufficio Tecnologico della Direzione Tecnica Pneumatici Pirelli, lo ispirarono nella creazione del cosiddetto “pneumatico con il cappotto”. La carcassa dell'ultimo pneumatico firmato Pirelli era composta da un battistrada non vulcanizzato, pensato appositamente per guidare in maniera sicura su neve e ghiaccio, sostituendo le cinture borchiate con cui gli automobilisti montanari si preparavano ad affrontare le intemperie più taglienti. Dotato di battistrada montati su tre anelli del diametro della carcassa, il tutto era tenuto insieme dalla pressione dell'aria, rendendo il BS3 adattabile a tutte le stagioni. Ma la vera innovazione stava nella possibilità di sostituire il battistrada usurato senza cambiare la struttura originale: all'alba degli anni '60 era nato il primo pneumatico invernale, mentre tutto il mondo stava a guardare.

Neanche un anno dopo, fu la città stessa ad essere scompigliata dalla ventata di modernità sprigionata dall'industria meneghina. Il 4 aprile 1960 veniva inaugurato il Grattacielo Pirelli, affettivamente chiamato “il Pirellone”, che oggi ospita la sede della Regione Lombardia. Voluto dai fratelli Alberto e Piero, il palazzo è alto 127 metri e fu il frutto del genio creativo dei più affermati architetti dell'epoca, tra cui Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, diventando il simbolo non solo della “città che sale” (raffigurata dal pittore Umberto Boccioni cinquant'anni prima), ma anche del miracolo economico italiano.

Ma l'ambizione innovativa di Leopoldo Pirelli non si fermò in via Fabio Filzi 22 e allargò i propri confini grazie all'arte della fotografia. Così nel 1964, il fotografo londinese Robert Freeman mise da parte (momentaneamente) le copertine degli album dei Beatles per realizzare un oggetto iconico, che nulla aveva a che fare con pneumatici e battistrada, ma che rappresentava la nascita di un nuovo fenomeno culturale: il Calendario Pirelli, noto anche come The Cal. Divenuto in breve tempo l'oggetto del desiderio che tutti avrebbero voluto avere sulle loro pareti domestiche, dal punto di vista storico esso simboleggiava anche la rivoluzione sessuale che percorse tutti gli anni '60, grazie alla bellezza delicata ma sensuale delle sue modelle. Nel corso degli anni, The Cal ha portato la firma dei fotografi più illustri non solo del mondo della moda, ma anche della musica, che hanno ritratto le donne più belle e talentuose del panorama internazionale.

Nello stesso anno, il talento ingegneristico di un gruppo di giovani guidato da Pier Giorgio Perotto dava vita alla P101 (Programma 101), il primo prototipo al mondo di Personal Computer che pesava “solo” 35 chili. Se la nuova creazione ottenne un successo clamoroso alla Fiera mondiale di prodotti per l'ufficio a New York l'anno successivo, non venne accolta con lo stesso entusiasmo dai dirigenti della Olivetti, che vedevano soltanto alti costi di produzione e difficoltà oggettive nel montaggio, essendo un prodotto senza precedenti. Inoltre, il fatto che la concorrenza statunitense non avesse ancora messo sul mercato niente di simile, convinse i dirigenti che «se non l'ha fatto ancora nessuno, vuol dire che non serve».

Se nel secondo dopoguerra l'Italia è stata ad un passo dal rubare il primato tecnologico alla superpotenza americana, oggi è ancora in tempo per recuperarlo, oltre cinquant'anni dopo?

Decodificare il cambiamento

Secondo l'ex direttore del Corriere della sera Ferruccio De Bortoli, «noi dobbiamo mettere insieme i saperi per decodificare il passato, il presente e immaginare il futuro, e saperli organizzare. Il poeta austriaco Rainer Maria Rilke diceva: “il futuro entra in noi per trasformarsi prima che accada”, quindi decodificare significa seguire le straordinarie parole di Rilke». Sull'importanza di fare ricerca, traendo spunto da tracce del passato come il DNA estratto dai fossili, in modo da trovare soluzioni pratiche a malattie odierne come l'Alzheimer, De Bortoli introduce l'interessante dibattito tra Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri, e Marco Simoni, economista della Luiss Business School e presidente di Human Technopole. I due esperti si confrontano su come sia cambiato l'obiettivo della scienza e della ricerca, che non è più soltanto quello di aiutarci a progredire, ma anche di proteggerci e renderci più robusti rispetto ad eventi inaspettati e imprevedibili.

Invece, con Edulia (ex Treccani Futura), i protagonisti dello IAB Forum diventano ancora i giovani studenti, fulcro del programma educativo sviluppato dalla piattaforma online, di cui Cristina Pozzi è CEO e Co-founder. Insieme al matematico Alfio Quarteroni, professore ordinario di Analisi numerica al Politecnico di Milano, la Pozzi ha raccontato nel nuovo numero di World, “On the edge of reality”, l'importanza delle nuove tecnologie e dell'AI nell'educazione scolastica, presentando al pubblico dello IAB Forum il modello “a piramide” SAMR (Sostituzione Aumento Modifica Ridefinizione). Partendo da una base costituita dalla raccolta dei dati, punta a trasformarli in conoscenze da trasmettere agli studenti grazie all'aiuto dei nuovi strumenti tecnologici che potrebbero rivoluzionare il modo di fare lezione.

«Il dato va recuperato e valorizzato perché sta alla base dei modelli di trasformazione della matematica, [...] sono gli algoritmi che dànno poi informazioni», racconta Quarteroni sulla molteplicità dei campi in cui i dati possono tornare utili al ricercatore. Ad esempio, la medicina si è servita dei dati per simulare il comportamento del cuore umano, virtualizzandolo per aiutare i medici a capire come intervenire sulle patologie e ottenere risultati migliori nella realtà.

Ma il primato dell'Italia si è affermato anche nella conservazione dei dati. Il 24 novembre prossimo, al Tecnopolo di Bologna verrà inaugurato Leonardo, il quarto supercomputer al mondo per potenza di calcolo, sviluppato dal Cineca (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord Orientale). «Tutto questo nasce qualche anno fa in Europa, quando ci si è resi conto che la società stava cambiando: in diversi settori, dalla ricerca scientifica al sistema industriale, venivano prodotte quantità di dati senza precedenti. Tutti producono dati, ma dove li mettiamo e come facciamo ad analizzarli?», esordisce il professor Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Finanziato per metà dall'UE e per metà dall'Italia, Leonardo è un progetto dal valore di 250 milioni di euro che verrà messo a disposizione non soltanto dei ricercatori di tutte le università italiane, ma anche delle aziende. Zoccoli aggiunge che «l'IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development) farà da ponte tra le conoscenze accademiche, acquisite tramite il supercomputer, e le PMI perché la sfida è quella di permettere loro di sfruttare le competenze industriali contenute nel supercomputer per essere competitive in futuro».

Interagire con le macchine AI

Dopo aver visto il futuro dell'informazione televisiva con la giornalista di Sky TG24 Gaia Mombelli, che dagli alambicchi ottocenteschi “arriva” davanti al supercomputer Leonardo, lo IAB Forum 2022 si conclude con una riflessione sul futuro simbiotico tra l'uomo e le macchine.

«Oggi viviamo in un mondo in cui il machine learning e gli algoritmi scelgono per noi, quasi senza rendercene conto», commenta Antonio Montesano, Head of Digital della OMD, a proposito di come alcuni software di AI stanno cambiando il modo di creare contenuti. Ad esempio, con l'aiuto di LEX AI il giornalista Francesco Marino ha scritto l'articolo “Una parte di questo articolo è stata scritta da un'intelligenza artificiale”, pubblicato su Repubblica lo scorso 2 novembre, in cui sfidava i lettori a capire quale parte fosse “umana” e quale “artificiale”. «Il machine learning è come se fosse un po' l'evoluzione degli strumenti tecnologici che l'essere umano ha sempre utilizzato per creare: pensiamo al pennello, al dagherrotipo, alla pellicola fotografica e al digitale», afferma Montesano.

Se l'obiettivo della ricerca e dell'innovazione oggi è quello di riuscire a superare il filtro degli algoritmi per semplificare la vita di tutti i giorni, rimane ancora una sfida aperta: «riuscire a decifrare una macchina che sarà sempre la più complessa, e quella macchina siamo noi», conclude Montesano.