Sostenibilità

Come le aziende rispondono alla carenza idrica

Secondo l'OCSE la domanda di risorse idriche  è destinata a superare la disponibilità sostenibile del 40 percento entro il 2030. Pirelli è una delle aziende che si sta dedicando con grande impegno alla riduzione dei prelievi e dell'utilizzo delle risorse idriche

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La carenza idrica rappresenterà infatti una delle maggiori sfide del 21° secolo. A differenza dei combustibili fossili, non esiste alcun sostituto dell'acqua. Nonostante ciò, una buona parte dell'analisi dei costi potenziali legati ai cambiamenti climatici si è sempre concentrata essenzialmente sulle conseguenze dei cambiamenti della temperatura, piuttosto che su quelle legate alla carenza di risorse idriche.

Come le aziende rispondono alla carenza idrica
Come le aziende rispondono alla carenza idrica

Negli ultimi cinque anni però la situazione è cambiata. A partire dal 2012 la crisi delle forniture idriche è pertanto uno dei tre argomenti di maggior rilievo analizzato dai leader aziendali nelle valutazioni dei rischi annuali in occasione del Forum economico mondiale. Prima di questa data esso non era neppure contemplato tra i primi 20 problemi prioritari.

Come sottolineato dal Global Risks Report 2016, le sfide relative alla gestione delle risorse idriche sono “già immense”. Circa 2,7 di persone, ossia il 40 percento della popolazione mondiale, subisce le conseguenze della scarsità di acqua per almeno un mese all'anno. Nel frattempo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) valuta che 4 miliardi di persone potrebbero vivere in aree con scarsità di risorse idriche entro il 2050. L'organizzazione prevede infatti che, sulla base dei trend attuali, entro il 2030 la domanda di risorse idriche supererà la fornitura sostenibile del 40 percento.

L'impatto sulla crescita economica
Quest'anno la Banca Mondiale ha tentato di identificare il ruolo dell'acqua nel clima di cambiamento nell'ambito della sua modellizzazione economica. “L'acqua è un elemento essenziale per la produzione e la riduzione delle forniture idriche può comportare una crescita più lenta, in grado di oscurare le prospettive economiche. Secondo un report compilato in  maggio di quest'anno, entro il 2050 alcune regioni potrebbero assistere ad un rallentamento della velocità di crescita pari al 6 percento del PIL a seguito delle perdite legate alla scarsità di acqua.

Il consulente McKinsey ci spiega: “La carenza idrica non è più un piccolo problema che riguarda i reparti produttivi delle aziende, ma è diventata una questione strategica per le dirigenze.”  

L'azione è necessaria
Pirelli è un'azienda che da tempo affronta questa realtà e per questo motivo ha ridotto i prelievi idrici del 42 percento nel giro di sei anni.

Per comprendere la portata del recente risparmio idrico di Pirelli, immaginate di essere alle Cascate del Niagara. Alla fine del 2015 l'azienda produttrice di pneumatici aveva ridotto il proprio prelievo idrico di circa 30 milioni di metri cubici di acqua rispetto al 2009, e questa quantità corrisponde all'acqua che cade dalle famose cascate ogni tre ore e mezza.  

Il Gruppo è in procinto di raggiungere l'obbiettivo di lungo termine della riduzione del 58 percento entro il 2020.

Cambiamento dei comportamenti 
L'esperienza di Pirelli insegna che la limitazione dell'utilizzo di acqua non deve necessariamente comportare l'impiego di tecnologie nuove e costose. “È il comportamento della gente che fa la differenza,” spiega Gioacchino Verga, Group Environment Officer di Pirelli. “Si deve accrescere la consapevolezza a partire dai livelli dirigenziali. Puoi avere a disposizione la migliore tecnologia, ma se le persone non sono in grado di utilizzarla, è impossibile ottenere i risultati.”

Il punto di partenza del programma di riduzione del consumo idrico è la misurazione, che permette il monitoraggio, aggiunge Matteo Magnaghi, che si occupa appunto della gestione delle risorse idriche nella divisione Health, Safety and Environment di Pirelli. 

Tra le altre cose, Pirelli ha scoperto che importanti miglioramenti possono essere realizzati tramite una migliore manutenzione delle proprie reti idriche. Come identificato da Arup, la società di consulenza ingegneristica, l'eliminazione delle perdite dall'impianto idrico è in grado di fare fronte al problema della carenza idrica con un'efficacia che supera le 50 - 100 volte quella della costruzione di un sistema di trattamento delle acque.
Pirelli ha quindi imparato a "chiudere il cerchio".

“Abbiamo scoperto che stavamo scaricando dell'acqua che in realtà può essere riutilizzata in altre parti degli stabilimenti” spiega Magnaghi.

I dati relativi all'ambiente vengono raccolti mensilmente e i 20 stabilimenti del gruppo, tutti conformi alla Norma internazionale per la gestione ambientale ISO 14001, sono valutati, messi a confronto e stimolati a condividere le prassi migliori attraverso specifiche reti di conoscenza. 

Un forte impegno per raggiungere obbiettivi ambientali
Poichè l'acqua è una risorsa realmente economica, è importante considerare i progetti relativi alla gestione idrica come parte di un più ampio impegno nei confronti dell'ambiente; essi non possono avere successo se valutati da un punto di vista meramente economico, spiega Verga.

Come notato dalla UN Global Compact, la principale iniziativa del mondo in ambito ambientale, nella quale Pirelli ricopre un ruolo leader, i rischi legati alle risorse idriche non sono solamente di tipo fisico o di regolamentazione: essi hanno conseguenze sempre maggiori sulla reputazione dell'organizzazione. Con una pressione crescente verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle aziende rispetto all'utilizzo delle risorse idriche, le considerazioni relative alla reputazione diventano sempre più critiche.

Prendiamo ad esempio il programma sull'acqua dell'importante organizzazione ambientale no profit CDP (ex Carbon Disclosure Project). Essa è supportata da oltre 600 investitori istituzionali che gestiscono la bellezza di 63 trilioni di dollari (circa 56 trilioni di Euro) in asset. Ogni anno essa chiede alle principali società quotate del mondo in quale modo si preparano per affrontare la crisi dell'approvvigionamento idrico. Lo scorso anno il 38 percento di esse, tra cui Pirelli, ha risposto alla domanda . 

Tuttavia, il messaggio di CDP, come quello di Pirelli, è che un'errata gestione delle risorse idriche può comportare fallimenti sia sul piano aziendale che su quello sociale, mentre una buona gestione delle stesse è in grado di condurre ad una crescita innovativa e sostenibile. 

Una buona gestione delle acque “riduce il rischio, potenzia la preparazione strategica e aumenta il livello di attrattiva dell'investitore”, spiega CDP. “Il report di quest'anno è un appello per tutte le aziende a "chiudere il cerchio",  ossia a controllare l'impatto delle risorse idriche delle loro aziende e assumersi la responsabilità per le relative esternalità, creando così una maggiore capacità di ripresa aziendale.”