Fino a oggi solo parte dell'abbigliamento utilizzato dai motociclisti doveva sottostare a precise norme di omologazione: guanti, stivali, caschi e protezioni interne.
Con l'arrivo della normativa europea questi non saranno i soli capi di abbigliamento a dover essere a norma. In un futuro, non molto prossimo, l'iter di omologazione sarà esteso a tutto l'equipaggiamento e i dispositivi di sicurezza messi sul mercato per i motociclisti.
La norma che la CE ha approvato aiuterà i vari Paesi a rendere più facile l'applicazione del rispetto delle normative. In questa normativa, che dal punto di vista interpretativo è molto più semplice, è stato specificato che tutto ciò che concerne l'abbigliamento per i motociclisti fa parte del Bike Kit e quindi dovrà essere tutto certificato.
L'obiettivo della legge europea è di tutelare il motociclista e la sua sicurezza in caso di incidente. Quindi l'obiettivo della legge europea è quello di certificare tutti i capi di abbigliamento. Questa è una procedura che già esiste per le protezioni e parte dell'abbigliamento; ora si dovrà solo estendere l'iter di omologazione per tutto l'equipaggiamento, tranne il casco che deve seguire una normativa ad hoc: ECE 22.
Gli standard dettati dalla normativa sono ancora in fase di definizione; tuttavia, l'unica cosa certa è che ogni capo dovrà essere contrassegnato con un'etichetta informativa che indicherà il livello di sicurezza del prodotto.
Questa scala di livelli permetterà al motociclista di distinguere un capo protettivo performante da uno meno sicuro. In questo modo il motociclista avrà la possibilità di ridurre al minimo il pericolo di utilizzare prodotti di scarsa qualità e sicurezza.
Ancora è sconosciuta la tempistica con cui questa legge verrà applicata. Molto probabilmente prima di poter beneficiare dei livelli di sicurezza dovremmo aspettare dei mesi, forse anche un anno: l'iter da seguire in questo caso è moto complesso, ma sicuramente è stato messo un primo importante punto su questa questione.
Appena la legge entrerà in vigore, sarà impedito l'utilizzo di prodotti di scarsa qualità, ma soprattutto verrà scongiurata la possibilità che produttori di dubbia provenienza possano inquinare il mercato degli equipaggiamenti dei motociclisti. I dispositivi utilizzati sulle due ruote sono molto importanti per l'incolumità del pilota e dell'eventuale passeggero.
Un prodotto a norma con le regole di sicurezza è un prodotto che in caso di incidente può fare la differenza.
Ma come si fa a riconoscere che un capo è sicuro?
Un buon abbigliamento da moto aiuta molto in caso di caduta. Purtroppo non tutti gli equipaggiamenti che si trovano in commercio sono di una qualità adeguata a preservare l'incolumità di chi lo indossa. Alcuni prodotti all'apparenza buoni, nel momento dell'impatto con l'asfalto si disintegrano riducendo a zero la protezione di chi li usa.
Quello che deve far pensare è che le normative europee che testano e certificano l'abbigliamento da bikers esistono già da una decina di anni, proprio per aiutare l'utilizzatore a orientarsi verso modelli, materiali e forme sicure.
L'associazione europea dei produttori di moto, ha fatto analizzare un campione di 921 incidenti stradali in cui fossero coinvolti veicoli a due ruote. L'ACEM, associazione europea dei produttori di moto, ha fatto fare uno studio molto approfondito su questi incidenti in moto. Questo studio è chiamato MAIDS (Motorcycle Accidents in Depth Study), e dalle analisi fatte è emerso che nella metà dei casi un equipaggiamento tecnico buono ha limitato i danni alle parti del corpo protette.
E a proposito di innovazioni per la sicurezza in moto dobbiamo fare un salto al premio Professor Ferdinand Porsche: uno dei riconoscimenti più autorevoli per la ricerca e lo sviluppo nel settore delle automotive, istituito da Louise Piëch, figlia del professore Ferdinando Porsche. Il premio consiste in una somma di denaro che viene stanziata per metà dalla Dr. Ing. h. c. F. Porsche AG di Stoccarda e per l'altra metà da Porsche Holding di Salisburgo.
L'ultimo premio è stato assegnato al direttore del reparto Ricerca e Sviluppo, Luigi Ronco, del costruttore italiano di accessori per motociclisti Dainese e a Federico Sabbioni, responsabile dello Sviluppo Progetti per il Veicolo della casa motociclistica italiana Ducati. Dainese e Ducati hanno ricevuto il premio Professor Ferdinand Porsche. Questo premio viene consegnato ogni due anni sin dal 1977.
Questi due colossi del settore sono stati premiati per un progetto comune di un sistema di airbag molto innovativo in grado di proteggere in modo efficace il pilota in caso di incidente. Si tratta di un sistema davvero rivoluzionario e il presidente del Consiglio di Amministrazione di Porsche AG, Matthias Müller, ha sottolineato che “ogni sistema airbag installato che protegge la vita e la salute è un investimento intelligente per ogni motociclista”.
Questo particolare sistema è costruito appositamente per aumentare la sicurezza dei motociclisti. L'airbag integrato nelle giacche è costituito da una cartuccia piena di una sostanza gassosa condensata. Questa cartuccia, carica di gas CO2, è provvista di un cavetto di attivazione le cui estremità vengono attaccate sia sulla moto che sulla cartuccia del dispositivo.
In caso di incidente o di tamponamento il corpo del pilota si stacca dalla moto. Quando il corpo si allontana dalla moto più della distanza prevista dal cavetto di attivazione, il movimento strappa il cavetto di attivazione dal sistema di chiusura della cartuccia provocando il gonfiaggio del sistema airbag.
In tre secondi l'airbag è totalmente gonfiato. In questo modo la giacca dotata di un sistema di questo genere permette di attutire i colpi ammortizzandoli notevolmente.
Il torso del pilota viene protetto dagli urti e di conseguenza vengono tenuti in sicurezza tutti gli organi vitali.
Con la giacca munita di airbag si proteggono il collo, la colonna vertebrale, le costole, il coccige e la clavicola.
Per essere ritenuti efficaci, gli airbag inseriti nelle giacche delle moto devono superare dei test specifici. Questi test controllano che gli airbag siano innocui, ossia non arrechino danno al pilota con qualche effetto collaterale, inoltre controllano che siano effettivamente protettivi e che i tempi di attivazione durante l'impatto siano adeguati.
Superare i test permette al capo di abbigliamento di essere marchiato con il pittogramma previsto dalla norma.
Oltre a giacche sono stati progettati dei gilet che possono essere indossati sopra al normale abbigliamento da moto, oppure da soli per un abbigliamento più leggero.
Per salvaguardare tutta l'area che interessa scapole e collo esiste il sistema DPS Neck. Questo tipo di protezione lavora in combinazione con il casco. Il sistema DPS Neck permette di limitare i movimenti che possono risultare dannosi per la zona cervicale.
Questo collare per il collo gonfiabile va comunque usato in combinazione con gli altri sistemi di protezione rigidi sia per spalle che per gomiti.
La Dainese ha ideato un prodotto che è piuttosto costoso ma efficace. Insieme agli enti preposti per scrivere la norma europea sui crash test da effettuare agli airbag per le due ruote, Dainese ha voluto sottoscrivere protocolli da seguire piuttosto severi. Per superare tutti i controlli, cosa che ha fatto il D-Air Street, il dispositivo deve superare 32 crash test direttamente alla casa produttrice, più tutte le successive verifiche per conto degli enti preposti. Questo sistema ha aumentato più del 70% il livello di protezione della schiena, limita l'inclinazione della testa, protegge le clavicole, protegge il torace e riduce i movimenti del casco in caso di rotolamento. In caso di forte impatto si attiva in soli 45 millisecondi: si tratta del sistema di protezione più rapido per in commercio.
Nel 2007 debutta per la prima volta il sistema D-air in pista nel motomondiale. Negli anni è stato assimilato e integrato in tutte le tute dei piloti Dainese la d-air misano 1000 è dotata di un controllo elettronico integrato ed è inserito direttamente nella tuta del pilota.
Questo nuovo capo non necessita di sensori installati sulla moto per permettere il proprio funzionamento. I sensori, tutta l'elettronica ed il sistema GPS sono installati nel paraschiena. L'airbag dotato di un particolare sistema a microfilamenti interni, permette un gonfiaggio uniforme su tutta la superficie, arrivando sino ai 5 centimetri di spessore. La giacca Misano 1000 è dotata di un paraschiena e un chest-protector, che permettono di salvaguardare petto, schiena e clavicola evitando anche l'iperflessione e ipertensione del collo.
I sensori monitorano cosa fa il motociclista 800 volte al secondo e a seconda della gravità della situazione decide se e quando attivare il sistema. Tuttavia è possibile disattivare il controllo delle parti tramite un interruttore nascosto nel capo di abbigliamento.
Già ora tutto l'abbigliamento da moto può essere certificato CE. Per essere certificati giacche, guanti, pantaloni, stivali e protezioni devono passare dei duri test; per questo motivo i produttori di prodotti certificati sono molto pochi, non essendo ancora obbligatoria ad eccezione delle protezioni, quindi spalle, gomiti, schiena, e degli stivali, se questi vengono venduti come stivali per motociclisti. Questi componenti devono per forza essere omologati, ma il loro livello di sicurezza viene ridotto, fino addirittura annullarsi del tutto, se vengono inseriti dentro a capi non omologati e di scarsa qualità.
I prodotti di scarsa qualità non sono in grado di mantenere ferme le protezioni inserite, molto spesso basta che si spostino di pochissimo per ridurre notevolmente la loro efficacia.
Per riconoscere un prodotto certificato da uno che non lo è basta osservare la sua etichetta, ma ricordatevi che la sigla CE non basta per certificare il prodotto. Infatti molti capi di abbigliamento da moto riporta sulle proprie etichette la sigla CE senza altre indicazioni. Questa è solo una presa in giro, perché oltre alla sigla CE deve essere anche indicata la sigla che identifica la normativa di omologazione del capo.
Vediamo nel dettaglio quali sono le sigle di omologazione.
EN13595-1-2-3-4 è la certificazione che riguarda tute, pantaloni e giacche. Questi capi di abbigliamento moto, se sono omologati, prevedono due livelli di protezione. Il livello 1 che indica che deve resistere almeno 4 secondi nel caso di una caduta ad una velocità di 50 km orari. Il livello 2, invece, indica che il capo deve resistere 7 secondi in caso di caduta con una velocità di 110 km orari.
EN1621-1 è la capacità dei protettori che equipaggiano i nostri indumenti ad assorbire gli urti. I protettori sono quelle componenti che riparano gomiti, spalle e ginocchia.
EN 1621-2, invece si occupa del para schiena. Questa normativa prevede come per l'abbigliamento due livelli di protezione indicate per un uso in città o fuori città.
La normativa EN 13594 si occupa dei guanti. Le prove sui guanti prevedono che questi resistano integri almeno 2,5 secondi. In caso di abrasione deve passare questo lasso di tempo prima che inizino ad aprirsi.
La norma che riguarda gli stivali è la EN13634 ed è stata aggiornata di recente. Tutti gli stivali che vengono definiti dal produttore da moto devono essere omologati CE. Per gli stivali sono previsti due livelli di protezione: al primo livello lo stivale deve resistere almeno 5 secondi all'abrasione primi di aprirsi, mentre per quanto riguarda l'omologazione di secondo livello il tempo minimo di resistenza parte dei 12 secondi.
Ai capi di abbigliamento omologati vengono effettuati test che riguardano lo scoppio e la perforazione. Parlando di perforazione, viene misurata la profondità nella quale si riesce a penetrare con una lama di coltello applicando una determinata pressione. Altri controlli vengono fatti sulla ergonomia del capo e sul grado di PH dei materiali usati e verifiche di resistenza ad agenti chimici. I controlli sul PH sono molto importanti, per garantire il grado di acidità dei materiali che vengono a contatto diretto con il corpo. Questo vale specialmente per i capi in pelle: la conciatura della pelle e la sua lavorazione può alterare il livello di acidità del capo rendendolo pericoloso. I prodotti utilizzati potrebbero creare delle reazioni allergiche sulla cute del motociclista che può sopportare solo un certo range di grado di acidità o basicità. Inoltre i capi devono essere accompagnati dalle istruzioni per il corretto utilizzo, per la loro corretta manutenzione e per capire quando è il caso di effettuarne la sostituzione e dalla dichiarazione che i materiali utilizzati non sono nocivi.
Altre informazioni importanti sono anche le condizioni ambientali particolari in cui non è il caso di utilizzare determinate protezioni, come ad esempio il para schiena, che a temperature molto elevate potrebbe ridurre il suo livello di sicurezza.