Elettriche

Cinque percorsi da vivere in e-bike

Per chiunque ami il ciclismo e i panorami mozzafiato, la bicicletta a pedalata assistita è un modo perfetto per assaporare tutte le emozioni delle due ruote, ma con molta meno fatica

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Per chi non si è mai perso una tappa del Giro d'Italia e accarezza il sogno di scalare le stesse montagne affrontate da Pantani, Coppi, Bartali le e-bike possono essere un ottimo mezzo per godere di panorami unici al mondo eliminando buona parte della classica fatica della salita. Qui una selezione di cinque percorsi alpini da provare ad affrontare con l'aiuto della pedalata assistita.

Prima di scoprire gli itinerari immersi nella natura da percorrere, però, vi illustriamo alcune delle ultime novità in fatto di e-bike e, in particolare, di mountain bike elettriche: soluzione ideale, anche da noleggio, per escursioni a due ruote, trekking in montagna e sentieri da percorrere insieme a tutta la famiglia.

Il mondo delle MTB elettriche ha una storia molto recente. Negli ultimi tempi il mercato dell'elettrico ha iniziato a rivolgersi a chi pratica sport ciclabile all'aria aperte e a un pubblico più giovane, composto anche da bambini.

Come tutte le bici elettriche, anche le MTB elettriche hanno quattro componenti elettrici principali: motore; sensore di pedalata; batteria e schermo/computer di bordo su cui è possibile caricare la mappa del territorio e consultare il meteo.

Le MTB elettriche sono quindi ideali per chi ama il divertimento e andare in vacanza anche in inverno scoprendo il territorio pedalando. Con le mountain bike elettriche, oltre a pedalare con meno fatica, è possibile percorrere sentieri e strade sterrate con un impatto ambientale minore rispetto a quello di una moto da fuoristrada. Possono essere utilizzate dai biker più allenati per raggiungere vette, rifugi sul monte o luoghi prima off-limits, ma anche per scendere con più facilità a valle attraverso strade sterrate e trascorrere una giornata al lago con gli amici.

Qui una selezione di cinque percorsi alpini da provare ad affrontare con l'aiuto della pedalata assistita.

Piemonte - Il tracciolino e la galleria Rosazza
Era il 30 maggio 1999 quando Marco Pantani si arrampicava in solitaria verso il Santuario di Oropa scrivendo una delle sue ultime grandi imprese pochi giorni prima di quel maledetto risveglio a Madonna di Campiglio che rappresentò l'inizio della sua fine. Al Pirata, quella volta, saltò la catena a 8 chilometri dall'arrivo, eppure fu in grado di rimontare sul gruppo di testa per staccarlo e vincere in solitaria. Ripercorrere quelle strade è possibile partendo da Biella e infilandosi in un tour dei santuari che incrocia perfino un monastero buddista per giungere infine a Rosazza. Si tratta di 63 chilometri con un dislivello di 1275 metri. Un percorso da professionisti o da cicloamatori molto allenati, a meno di avere una e-bike. Se volete avventurarvi in questo percorso vi consigliamo di sperimentarlo in estate e di portare con voi delle guide.

 

Lombardia - Il Ghisallo
Ci sono almeno tre buone ragioni per salire sul Ghisallo. La prima è, ovviamente, il gusto della sfida. Una sfida dura ma non impossibile: 47 chilometri, 800 metri di dislivello, pendenze che a metà strada si riducono permettendo di dare un attimo di tregua alle gambe e ai polmoni. La seconda ragione è per via del panorama e di quella chiesetta di pietra votata alla Madonna del Ghisallo, patrona dei ciclisti dal 1946. La terza e ultima ragione è perché, su questo colle, dal 2006 ha sede il Museo del ciclismo, un viaggio all'interno della storia dei pedali con una serie di cimeli di altissimo valore, a testimoniare il grande legame di questa salita con il mondo del ciclismo.

 

Lombardia - Re Stelvio
Il Giro d'Italia non è mai arrivato più in alto di così: 2758 metri sopra il livello del mare. Lo Stelvio è un altro dei passi mitici della Giro d'Italia, un altro di quelli che un cicloamatore poco allenato non si sentirebbe mai di affrontare. Il percorso che vi porta è lungo e duro: 113 chilometri e un dislivello di 2721 metri, attraverso quattro passi e due Paesi: lo Stelvio, lo svizzero Fuorn, l'Eira, il Foscagno. Si parte e si arriva a Bormio, in Valtellina, per tuffarsi nella magnificenza di un paesaggio che comprende due parchi nazionali. Potrebbe essere troppo duro persino con la pedalata assistita, consigliato dunque ai più allenati. 

Lombardia - Il temibile Mortirolo
A proposito di monumenti del Giro d'Italia. Il Mortirolo, temuto e rispettato dai ciclisti di tutto il mondo, è stato più volte protagonista della Corsa Rosa, nonché teatro dell'ultima vittoria di tappa di Michele Scarponi e, nel 2017, cima a lui dedicata. Famoso per la difficoltà dei suoi tornanti, per la sede stradale stretta delle piste, per le pendenze taglia gambe (10,4% di media, 18% di punta), il Mortirolo è una salita di 12,5 chilometri che richiederà ben più dei 42'40'' che nel 1996 impiegò Ivan Gotti per completarla. La si può prendere da Tirano, con un percorso di 55 chilometri e 1300 metri di dislivello. 

 

Alto Adige e Veneto - Il giro dei quattro passi
Lo spettacolo delle Dolomiti è qualcosa di ineguagliabile. Chiunque lo abbia ammirato lo sa. Vivere queste montagne maestose pedalando per tantissimi km è una sfida complessa ma che può dare tante soddisfazioni. Uno dei percorsi possibili è quello dei Quattro passi: il Gardena, il Campolongo, il Pordoi e il Sella. Sono 62 chilometri, possono sembrare pochi, ma l'ascesa è di quelle che tagliano il fiato in tutti i sensi, a causa dei 2342 metri di dislivello. Per fortuna che i paesaggi magnifici tra Selva di Val Gardena, il parco naturale Fanes-Senes-Braies e Ortisei alleviano la sofferenza. Insieme alla pedalata assistita, è ovvio.