TT Circuit Assen dal punto di vista degli pneumatici | Pirelli

TT Circuit Assen dal punto di vista degli pneumatici

TT Circuit Assen dal punto di vista degli pneumatici

Precisione, tecnica, velocità: tre parole per descrivere il TT Circuit Assen, tracciato olandese tra i più famosi al mondo, sul quale si svolgerà il quarto round stagionale del Campionato Mondiale MOTUL FIM Superbike 2016.

Assen ospita il massimo campionato delle derivate di serie senza alcuna interruzione dal 1992 ed è un circuito progettato appositamente per l'utilizzo da parte delle due ruote: viene riconosciuto a livello mondiale come uno dei tracciati più impegnativi date le sue elevate velocità medie di percorrenza e i rapidi cambi di direzione che richiedono grande concentrazione e precisione.

Il TT Circuit suscita nell'immaginario collettivo un grande fascino: la sua storia inizia l'11 luglio 1925 con la prima edizione su tracciato stradale – a tratti senza pavimentazione – tra i comuni di Rolde, Berger e Schoonloo. Il primo vincitore è stato Piet van Wijngaarden a bordo di una Norton CS1 da 500cc, davanti agli unici tre altri piloti giunti eroicamente fino al traguardo ed osannati dalle oltre 10.000 persone accorse a bordo strada.
Il percorso era lungo circa 28 km e si snodava tra curve da percorrere a tutta velocità e rettilinei lunghi e ricchi d'insidie.

L'epopea di Assen prosegue negli anni Trenta, quando il tracciato viene inserito nel calendario internazionale in qualità di classic event e registrato ufficialmente con il nome Dutch TT in onore del Tourist Trophy: ad oggi è l'unica competizione a portare questa denominazione in memoria delle sue prime edizioni svolte su strade pubbliche. 

Costruito nel tempo record di quattro mesi nel 1955, il circuito che ancora oggi è in parte fruibile aveva caratteristiche di un tracciato chiuso solo parzialmente al traffico veicolare, fatta eccezione per il rettilineo di partenza/arrivo, aperto alla circolazione stradale.

Nello stesso anno si è tenuta la sua prima edizione su pista, teatro di quello che ancora oggi è ricordato come il miracolo di Assen: i piloti, visto l'incredibile numero di spettatori accorsi a bordo pista, iniziarono a reclamare una paga superiore a quella concordata con la direzione gara, rifiutandosi di partire dopo aver percorso il giro di ricognizione a bassissime velocità. 
Solo il provvidenziale intervento degli organizzatori, che riuscirono a trovare un accordo in extremis con i piloti, evitò la débâcle.

Nel 1992 i governatori locali hanno deciso di chiudere definitivamente al traffico veicolare anche il rettilineo di partenza e arrivo, includendolo all'interno del circuito permanente, soprattutto in seguito ad alcuni gravi incidenti stradali dovuti alle gare illegali di velocità che si tenevano su queste strade.

Estesi e decisivi lavori di ammodernamento della struttura sono avvenuti tra 2005 e 2006, quando sono stati apportati radicali e profondi cambiamenti al lato nord del circuito, con la costruzione di una nuova area di intrattenimento e di nuove tribune molto capienti a discapito del settore di tracciato compreso tra Haarbocht e Veenslang. Attualmente può ospitare fino a 64.000 spettatori.
La nuova configurazione, nella quale si include l'ultima modifica apportata alla Ruskenhoek, ha portato alla riduzione della sua lunghezza complessiva di quasi 1500 metri, fino ai 4542 mt attuali.

Oggi il TT Circuit Assen si presenta come un tracciato con 17 curve, di cui 6 a sinistra e 11 a destra, dove gli pneumatici non sono molto stressati dal punto di vista termico: vengono invece richieste una grande precisione ed una forte stabilità direzionale per supportare il pilota che deve affrontare le numerose curve veloci.
Nel weekend di gara uno degli elementi decisivi è il meteo: le condizioni climatiche nel mese di aprile possono essere variabili ed assolutamente imprevedibili, con possibilità di temperature molto rigide che vanno ad influenzare profondamente sul rendimento degli pneumatici.
L'asfalto del circuito olandese ha un'alta percentuale bituminosa e gode pertanto di una forte dipendenza tra il tenore di aggressività della pista e la temperatura esterna. Questo fattore può portare alla formazione di lacerazioni sugli pneumatici, soprattutto con l'utilizzo di soluzioni morbide su pista poco gommata: ciò può avvenire soprattutto il venerdì durante le prime sessioni di prove libere.

Nella prima parte del TT Circuit Assen è importante un bilanciamento degli pneumatici posteriori ed anteriori che consente di mantenere la traiettoria corretta anche a velocità medie molto elevate, oltre i 100 km/h.
La variazione repentina nell'impostazione delle curve è una caratteristica molto impegnativa del tracciato: è fondamentale quindi garantire ai piloti una stabilità degli pneumatici sia anteriori che posteriori, i quali vengono messi a dura prova da questi cambi continui di direzione e dalle accelerazioni continue. Di conseguenza i vari team preferiscono evitare le soluzioni più morbide ed optare per uno pneumatico più resistente come l'SC1 o l'SC2.
Il tracciato olandese non è infatti immune dal fenomeno del cold tearing, il quale impedisce il corretto funzionamento degli pneumatici e porta progressivamente ad una perdita di grip.

Anche l'ultima edizione del Dutch Round è stata fortemente condizionata dalle rigide temperature atmosferiche, soprattutto in gara-1, poi vinta da Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team) con oltre un secondo di vantaggio su Chaz Davies (Aruba.it Racing-Ducati SBK Team) e quattro sull'idolo di casa Michael Van Der Mark, in sella alla CBR1000RR SP del PATA Honda World Superbike Team.
Una vittoria, quella per Rea, raddoppiata con il sigillo in gara-2, nuovamente sul gradino più alto di un podio-fotocopia della prima manche.
Al termine della gara Supersport la vittoria è finita nelle mani del turco Kenan Sofuoglu (Kawasaki Puccetti Racing), poi laureatosi Campione del Mondo al termine della stagione, davanti a Jules Cluzel (MV Agusta Reparto Corse) e al britannico Kyle Smith (PATA Honda World Supersport Team). 
In Superstock 1000 l'ultimo successo sulla pista olandese porta la firma di Lorenzo Savadori in sella all'Aprilia RSV4 RF del team Nuova M2 Racing.