Gran Premio d'Olanda: la storia del circuito di Zandvoort | Pirelli

Gran Premio d'Olanda: la storia del circuito di Zandvoort

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DA FANGIO A VERSTAPPEN

 

A suo tempo il circuito di Zandvoort, che si trova tra le dune di sabbia della costa olandese, assicurava le azioni più entusiasmanti mai viste in altri circuiti dei Gran Prix. Si tratta di un circuito della vecchia scuola, stretto e veloce, che non regala niente a nessuno, ma che soprattutto premia il coraggio. Zandvoort ha qualche tratto in comune con quello giapponese di Suzuka, e non si tratta di una coincidenza in quanto di entrambi hanno una persona in comune: John Hugenholtz che di Zandvoort, contrariamente a quanto si dice, ne è stato il direttore (e non il progettista).

Il circuito è stato in realtà progettato dal vincitore della gara di Le Mans del 1927, Sydney Davis.
Le sue origini risalgono al 1939, quando in questa zona si tenne la prima gara su strada. Tuttavia, la prima gara su un circuito permanente si tenne nel 1948, con il Gran premio d'esordio (seguendo i regolamenti della Formula 2) nel 1952: il tailandese Prince Bira trionfò. La prima vera e propria gara di Formula 1 fu disputata nel 1955 e vinta dal grande Juan Manuel Fangio, partito in pole position.

Da allora, Zandvoort è stato un appuntamento fisso nel calendario della Formula 1 fino al 1985, quando la società che gestiva il circuito fallì e una parte del terreno fu venduta per un progetto di sviluppo residenziale. Il circuito è ora di nuovo attivo, con un look leggermente diverso, ma con lo stesso immutato spirito del passato. 

Max Verstappen ha dichiarato: “Il circuito è straordinario,  soprattutto nella Curva 3, dove il banking è strepitoso. Non mi aspettavo un banking di queste dimensioni, ma devo dire che percorrerlo guidando un'auto da Formula 1 è un'esperienza magnifica. Anche l'ultima curva è sopraelevata: con il DRS aperto, la sfida è notevole e il divertimento assicurato.”

 

RITORNO ALLA VECCHIA SCUOLA

 

L'epica sfida che Zandvoort ha sempre posto ai piloti ha dato origine ad alcuni momenti veramente grandiosi nella storia dell Formula 1. Uno dei più memorabili risale al 1975, quando il giovane pilota rockstar James Hunt vinse il suo primo Gran premio con un team che nessuno aveva preso sul serio. In seguito Lord Hesketh, il proprietario di Hesketh Racing, fu il primo ad ammettere che il suo team  prese parte alla Formula 1: “perchè per la Formula 2 non eravamo affatto preparati”.

A Zandvoort, però, andò tutto bene. Hunt si qualificò bene e sulla pista colpita da un forte temporale prima della partenza passò subito dall'assetto da bagnato agli pneumatici slick: si trattò di una decisione strategica che gli permise di vincere con un solo secondo di vantaggio sulla Ferrari di Niki Lauda. Dieci anni dopo Lauda avrebbe ottenuto la sua 25a e ultima vittoria di Formula 1 al Gran Premio d'Olanda del 1985  (dalla 10a posizione sulla griglia di partenza), a soli 0,2 secondi da Alain Prost, suo compagno nel team McLaren.

Seguì poi il Gran premio d'Olanda del 1979, che ci ha regalato una delle immagini più intramontabili nella storia della Formula 1. Gilles Villeneuve e la sua Ferrari riuscirono a conquistare la vetta della gara, ma la persero presto a causa dello scoppio di uno pneumatico posteriore, con conseguente testacoda della vettura. Come un pilota di rally, Villeneuve raggiunse i box su tre ruote, a conferma del fatto che il concetto di resa non gli è mai appartenuto.

 

EROE LOCALE

 

I punti salienti del circuito olandese di 4,2 chilometri sono numerosi: la famosa curva Tarzan,  subito dopo la partenza (che prende presumibilmente il nome dal soprannome di un agricoltore del luogo, che acconsentì a vendere il suo terreno a patto che una curva del circuito prendesse il suo nome), l'epica curva Hugenholtz  e la velocissima Arie Luyendyk,  che completa il giro. Queste due ultime curve sono poi valorizzate dagli spettacolari banking con inclinazione di 18 gradi, da un'idea elaborata da Charlie Whiting. Per contestualizzare la portata di questa inclinazione, consideriamo che il banking di Indianapolis, negli Stati Uniti, ha un'inclinazione di circa nove gradi, mentre quella di Monza parte da circa 21 gradi. Questa caratteristica rende il circuito più veloce e aiuta nella fase di sorpasso. Lewis Hamilton ha gareggiato a Zandvoort con la Formula 3 nel 2005 e ricorda: “La gara a Zandvoort è stata molto bella,  anche se il sorpasso era molto difficile.”