Due giapponesi in pista a Suzuka | Pirelli

Due giapponesi in pista a Suzuka

 

Dopo quasi quattordici anni due piloti giapponesi si sono ritrovati contemporaneamente in pista in un Gran Premio di Formula 1. È successo oggi a Suzuka: nella prima sessione di prove libere, il team Visa Cash App Racing Bulls ha schierato Ayumu Iwasa, giovane pilota nemmeno ventiduenne allevato dalla Honda, accanto al titolare Yuki Tsunoda. Iwasa aveva già guidato una monoposto di Formula 1 lo scorso novembre nello Young Driver test di Abu Dhabi sempre nella stessa squadra della famiglia Red Bull, allora denominato AlphaTauri, e oggi ha fatto un altro passo nella massima competizione automobilistica: una bella soddisfazione per il ventiduenne di Moriguchi, un sobborgo di Osaka distante poco più di cento chilometri da Suzuka. 

 

Era dalla Corea 2010 che non si vedevano in pista contemporaneamente due piloti giapponesi in un Gran Premio di Formula 1. Quell'anno a Yeongam disputò la sua ventunesima e ultima gara della sua non indimenticabile carriera Sakon Yamamoto, riapparso sorprendentemente a metà stagione al volante dell'altrettanto dimenticabile HRT. Yamamoto terminò la corsa in quindicesima e ultima posizione, a due giri di ritardo dalla Ferrari di Fernando Alonso, che di quella gara fu il vincitore. Molto meglio di lui fece il connazionale Kamui Kobayashi, ottavo sotto la bandiera a scacchi con la Sauber, e non soltanto nel Gran Premio coreano. Kobayashi è infatti uno dei tre piloti giapponesi che è riuscito a salire sul podio in una gara di Formula 1, grazie al terzo posto conquistato proprio a Suzuka nel 2012, quando ancora correva con la squadra svizzera motorizzata dalla Ferrari. Kamui disputò in totale 76 Gran Premi (125 i punti all'attivo) ma il picco della sua carriera lo raggiunse correndo con la Toyota nel World Endurance Championship: due titoli iridati, nel 2019-20 e nel 2021, e un successo nella 24 Ore di Le Mans - insieme all'inglese Mike Conway e all'argentino José Maria Lopez – sempre nel 2021.

Fra i 25 piloti giapponesi che hanno corso in Formula 1, quello con più presenze è Takuma Sato (90), che, come miglior risultato, ha il terzo posto nel Gran Premio degli Stati Uniti del 2004. Anche Takuma ha trovato la vera gloria fuori dalla massima competizione automobilistica, raggiungendola – chiamale coincidenze – proprio a Indianapolis: nello stesso autodromo (non lo stesso tracciato) dov'era salito sul podio con la BAR-Honda, il giapponese ha vinto due volte la Indy 500, nel 2017 e nel 2020.

Il terzo pilota giapponese sul podio è stato Aguri Suzuki, terzo in quell'edizione (1990) del Gran Premio del Giappone passata alla storia per la vendetta di Ayrton Senna su Alain Prost, perpetrata nella ghiaia della prima curva dopo la partenza. Suzuki corse 64 Gran Premi fra il 1988 e il 1995 per poi ritornare in Formula 1 nel 2006 con la sua squadra, la Super Aguri: un'avventura durata fino all'inizio del 2008 e poi terminata per mancanza di risorse economiche sufficienti a pagare la Honda che gli aveva fornito i motori.