Cartoline da… Las Vegas | Pirelli

Cartoline da… Las Vegas

 

Una scommessa vinta

Mai come questa volta è stato l'evento ad essere più importante del risultato. Il Gran Premio di Las Vegas passerà alla storia della Formula 1 come la quintessenza di ciò che serve per far entrare davvero questo sport nel cuore del pubblico americano: un grande show, in pista e fuori. C'erano molte aspettative alla vigilia e, tutto sommato, non si può dire che siano andate deluse: la scommessa si può dire che sia stata vinta. Certamente ci sono ancora tante cose da sistemare – al di là dei tombini che si sollevano, peraltro un problema verificatosi anche in circuiti cittadini storici come Montecarlo o permanenti come Sepang – come magari gli orari che hanno trasformato i piloti e il personale impegnato nel paddock e in pista in una versione bipede dei pipistrelli, ma la rilevanza che il Gran Premio ha avuto negli States è indubbia e senza precedenti.

Quando Liberty Media prese le redini della Formula 1, uno degli obiettivi di lungo termine annunciati fu quello di voler rendere un Gran Premio una sorta di Superbowl in ogni Paese: ecco, è esattamente quello che è accaduto a Las Vegas. Il modello non deve necessariamente essere replicato ovunque perché ogni Gran Premio ha la sua specificità, dettata dalla storia e dall'ambiente in cui si svolge ma questa è la forza della Formula 1 contemporanea: sapersi declinare in tutto il mondo e attrarre sia il nocciolo degli appassionati da sempre sia il pubblico nuovo che vuole passare due ore di intrattenimento e di emozioni. Las Vegas ha soddisfatto entrambe le richieste.

Anche Verstappen canta Viva Las Vegas…

Lo ha dovuto ammettere – almeno implicitamente – anche Max Verstappen. Dopo che, che nei primi due giorni del Gran Premio, era stato aspramente critico nei confronti dell'evento, il tre volte campione del mondo si è messo a canticchiare nel giro di rientro dopo la bandiera a scacchi proprio la famosa canzone portata al successo da Elvis Presley, rendendo così comunque omaggio ad un evento che ha portato la Formula 1 sulle prime pagine (fisiche e digitali) di tutti i più importanti media negli USA.

Vista la grinta che ci ha messo sin dalla partenza – basta chiederlo a Leclerc – Max ci teneva a vincere anche a Las Vegas, tanto per non smentire la sua fama di cannibale. Poi, subita la giusta penalità, ha avuto anche un pizzico di fortuna sotto forma di una neutralizzazione arrivata proprio nel momento sbagliato per il pilota della Ferrari, suo avversario principale in questo Gran Premio ma non è certo la prima volta che la sorte va incontro non tanto agli audaci – per correre in Formula 1, ancora di più su un tracciato dove i muri vengono sfiorati continuamente, bisogna avere coraggio, a prescindere dai risultati – quanto ai vincenti. Inoltre, il successo di Las Vegas gli ha permesso di raggiungere Vettel al terzo posto nella classifica assoluta delle vittorie (53) e ha dato alla sua squadra un nuovo record, quello dei primi posti (20) in una singola stagione, superando così la Mercedes del 2016 (19).

Leclerc sorride, nonostante la pole…

Tutto sommato, Charles Leclerc ha lasciato Las Vegas col sorriso sulle labbra. È vero, per l'ennesima volta non è riuscito a convertire la pole position in un successo: ce l'ha fatta solamente quattro volte su 23 e sta diventando quasi un sortilegio. Peraltro, mai come stavolta in questa stagione il monegasco è andato vicino alla vittoria. La neutralizzazione causata dalla collisione fra Russell e Verstappen ha consentito ai due piloti della Red Bull di fare un pit-stop sostanzialmente gratis, mettendo il ferrarista, che aveva cambiato pneumatici soltanto cinque giri prima, in condizioni di inferiorità. Charles aveva risposto alla grande al sorpasso subito da Perez al giro 32 ripassando il messicano al giro 35 ma poi non ha potuto farci niente quando negli specchietti si è materializzato Verstappen. Poi è arrivata la sbavatura che ha permesso a Perez di superarlo di nuovo, ma Charles non si è dato per vinto e si è rifatto con un magistrale sorpasso all'ultimo giro che gli ha dato un meritatissimo secondo posto. A far sorridere Charles e tutta la squadra è stata soprattutto la competitività dimostrata durante il fine settimana, anche alla luce dell'1-2 in qualifica (Sainz è stato costretto a partire dodicesimo per una penalità causata dal tombino…). Certo, sulla carta la pista si sposava abbastanza bene con le caratteristiche della SF-23, ma non era così scontato che potesse lottare per la vittoria: adesso la lotta per il secondo posto nel campionato Costruttori è totalmente riaperta visto che restano solamente quattro i punti da recuperare sulla Mercedes. Un motivo d'interesse in più per seguire la gara di Abu Dhabi di questo fine settimana.

La riscossa di Lance 

Di solito non è che sorrida molto quando lo si vede nel paddock oppure nel garage dell'Aston Martin, ma questa volta ne avrebbe davvero motivo. Dopo essere finito in una spirale di risultati negativi che aveva cominciato a far serpeggiare voci su un suo possibile abbandono della Formula 1 – non è mai facile confrontarsi con un compagno di squadra a dir poco ingombrante come Fernando Alonso… Lance Stroll ha reagito come meglio non poteva, infilando due weekend molto positivi su due piste non certo banali come Interlagos e Las Vegas. Se in Brasile la prestazione del canadese era stata in parte eclissata dal ruggito di Fernando Alonso, salito sul podio dopo un duello all'ultimo metro con Perez, in Nevada Lance ha fatto l'opposto: molto alle spalle di Fernando in qualifica, molto davanti a lui in gara. Stroll ha infatti concluso al quinto posto una gara che lo aveva visto partire dall'ultima fila, sfruttando è vero la safety-car iniziale ma dopo aver avuto il coraggio di partire con le Soft che gli hanno permesso di concludere il primo giro in decima posizione. In totale sono 26 i punti conquistati nelle ultime quattro gare, nove in più rispetto al compagno di squadra. Certamente non sufficienti a tenere il confronto – Fernando in totale ne ha raccolti 200 contro i 73 di Lance – ma almeno a fargli tornare il sorriso in questo finale di stagione.

La rimonta di Esteban

Un'altra bella rimonta ha brillato nella notte di Las Vegas. Ne è stato autore Esteban Ocon, partito sedicesimo e arrivato alle soglie del podio. Anche qui l'aspetto più significativo è forse il confronto col compagno di squadra, il connazionale Pierre Gasly. Dalle qualifiche alla gara il risultato si è rovesciato. Venerdì notte Gasly era stato quasi perfetto, issandosi fino alla quinta posizione, poi diventata quarta dopo la penalizzazione di Sainz, mentre Ocon era stato malinconicamente eliminato in Q1. I due piloti dell'Alpine hanno entrambi impostato la gara sulla sosta singola, partendo con le Medium: Esteban ha approfittato alla meglio del caos alla prima curva guadagnando otto posizioni mentre Pierre ha mantenuto quella acquisita nelle qualifiche. Gasly che è passato alle Hard al giro 17, imitato dal compagno di squadra al giro 20. Esteban si è dimostrato certamente più a suo agio con la mescola C3 fino a quando, al giro 34, non è avvenuto il sorpasso, peraltro arrivato dopo un duello che qualche palpitazione l'avrà fatta venire al muretto. Da lì in avanti, Ocon è rimasto saldamente in quarta posizione mentre Gasly è scivolato via via fino a finire ai margini della zona punti. Ora fra i due nella classifica Piloti ci sono solamente quattro punti di distanza, a vantaggio di Gasly: il finale ad Abu Dhabi sarà tutto da vedere in casa Alpine!