5 cose che abbiamo imparato della F1 nel 2018 | Pirelli

5 cose che abbiamo imparato della F1 nel 2018

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Ci sono due aspetti nei test di Formula 1: le cose che impari e quelle che non impari. Entrambe egualmente intriganti. E allora, che cosa abbiamo appreso finora dai test di Barcellona? 

1. Sembra molto vicino al top
Anche se siamo solo agli inizi, finora sembra esserci poca differenza tra Ferrari, Mercedes e Red Bull sul passo nei long run, con vari esperti in disaccordo solo su chi è più veloce sul singolo giro. Per la fine dei test, probabilmente dovremmo avere una risposta più concreta ma, appena uscite dal box, tutte e tre le top car sono parse molto competitive, con la Renault best of the rest. Ovviamente quello che succede nei test non si riflette necessariamente nel primo gran premio e i gap in termini di prestazioni tra le mescole non sono ancora del tutto chiari, ma i segnali iniziali indicano una stagione imprevedibile. E che strategia in qualifica e in gara – qualunque cosa sconvolga il gruppo – potrebbero diventare più importanti che mai. 

2. Non abbiamo ancora visto il potenziale delle hypersoft 
Anche se le hypersoft hanno fatto un'uscita nel primo test a Barcellona, è stato un cameo molto limitato con un solo team (McLaren), quindi il loro vero potenziale dovremmo vederlo nel secondo test, quando più team percorreranno più chilometri – in quelle che dovrebbero essere condizioni molto più calde dopo una prima settimana con temperature quasi sempre sotto i 10°C. 
Il giro più veloce nel primo test è stato fatto da Lewis Hamilton con le medie – ed è stato di quasi mezzo secondo più veloce del corrispondente nello stesso test dello scorso anno fatto da Valtteri Bottas, sulle ultrasoft. Da allora Barcellona è stata riasfaltata, quindi è più liscia, ma dato che le hypersoft sono di due step più morbide delle ultrasoft 2017 (e di quattro rispetto alle attuali medium) il potenziale è evidente. Per non parlare del progresso rispetto allo scorso anno.

3. La Honda ha mostrato le sue carte
La prima macchina in pista appena è stata aperta la pitlane nel primo giorno del primo test è stata la Toro Rosso motorizzata Honda di Brendon Hartley. E sempre la Toro Rosso è stato il team ad aver percorso più giri al termine della prima sessione (324 in totale, ovvero cinque distanze del Gran Premio di Spagna). 
I piloti e il team si sono detti molto soddisfatti. Anche se è difficile trarre molte conclusioni a questo punto iniziale della stagione, è corretto dire che finora non sono emersi problemi di base: una bandiera rossa e un rientro ai box su un camion sono un'umiliazione. Ma questo non è successo: la Toro Rosso, con il suo nuovo motore e dei piloti praticamente nuovi, potrebbe rivelarsi la sorpresa della stagione? 

4. Quando è meglio effettuare il crossover
No, non stiamo parlando di insegnare a un pedone ad attraversare Plaça de Catalunya a Barcellona: questo è impossibile. Ma le condizioni meteo nell'ultimo giorno di test – con pista bagnata in mattinata, che gradualmente si è asciugata del tutto – hanno dato un'opportunità importante e relativamente rara per studiare i punti di crossover nei test. In altre parole, trovare in che punto si è più veloci passando dalle full wet alle intermedie alle slick. Le indicazioni iniziali suggeriscono che questi punti di crossover siano leggermente diversi rispetto allo scorso anno, quindi è un'informazione utile già acquisita, che in questa stagione potrebbe fare la differenza tra perdere o vincere una gara…

5. Come fare un pupazzo di neve
Forse questa non è la cosa più importante che abbiamo imparato a Barcellona, ma è comunque utile. A metà del primo test, la neve ha praticamente cancellato il terzo giorno di lavoro: un locale ci ha detto che nella zona non si verificava una nevicata di tale portata da circa 10 anni. 
Abbiamo imparato che la Mercedes ha un livello invidiabile di preparazione in ogni situazione. Dopo aver fatto un pupazzo di neve (di nome Karl, probabilmente in onore di Mr Benz) gli hanno messo tre bottoni con il logo della stella a tre punte. Grande attenzione al dettaglio, sempre. 
Stessa preparazione per Pirelli, che qualche anno fa ha sviluppato dei pneumatici chiodati di Formula 1 per l'uso sulla neve – utilizzati da Ferrari e Red Bull per dei run dimostrativi. Purtroppo, nessuno aveva pensato di caricarli sulle bisarche…