La preparazione atletica per una regata oceanica | Pirelli

La preparazione atletica per una regata oceanica

La preparazione atletica per una regata oceanica

La vela sa essere uno sport brutale. In una regata oceanica e in solitaria, le richieste fisiche durante la navigazione sono immense, ogni singola fibra muscolare del corpo deve potersi attivare e dare il suo contributo. In alto mare le condizioni meteo, quindi le esigenze fisiche e psicologiche, possono demandare all'atleta sforzi enormi, che non possono prescindere da un allenamento corposo, ricco, specifico e meticoloso.

La preparazione fisica è sempre un insieme di attività aerobiche e attività muscolari che si intersecano per strutturare il fisico del velista secondo necessità e preferenza. «Nel caso di una regata come quella che dovrà affrontare Ambrogio Beccaria il primo fattore determinante è la durata della competizione, quindi dello sforzo che dovrà fare il velista», dice Luca Parisi, preparatore atletico della squadra olimpica della Federazione italiana vela.

A differenza della classe olimpica - in cui ci si gioca tutto in poche decine di minuti - lo sforzo di Beccaria va diluito su molti giorni, senza pause, con una barca che richiederà di essere sempre sul pezzo. Per questo sarà indispensabile allenare la parte aerobica per dare al corpo una resistenza fisica che si può tradurre in resilienza a livello psicologico: «Un allenamento aerobico, può aiutare un velista a migliorare la capacità di resilienza sotto sforzo, sotto pressione, sotto stress», spiega Parisi. «Un esempio di esercitazione – aggiunge il preparatore – possono essere esercizi che in situazioni di affaticamento, richiedano reazioni cognitive e fisiche diverse a seconda dello stimolo».

Servirà poi costruire un buon livello di forza muscolare, perché inevitabilmente la barca richiederà una gestualità e un set di movimenti di elevata intensità e grande forza, che devono essere fatti in brevissimo tempo. «In questo caso - dice Parisi - si tratta di prepararsi aggiungendo allenamenti di tipo anaerobico».

Come per tutti i velisti, il potenziamento degli arti inferiori e degli arti superiori è importante, ma la chiave di volta della preparazione è al centro, letteralmente: bisogna diventare fortissimi sulla colonna vertebrale, dovendo spostare grandi carichi. Rafforzare la zona lombare e addominale, il “core”, per costruire una struttura solida in grado di stabilizzare la colonna. A questo si aggiunge il tema dell'equilibrio, che è una componente fondamentale da aggiungere allo sforzo, al carico sui pesi, e per questo è possibile organizzare degli allenamenti su piani instabili, che restituiscano anche la percezione di quel che sarà l'impegno in regata.

Il rafforzamento del core è anche un tema di prevenzione, che va accompagnato dallo stretching e dall'allenamento per fare nel modo corretto tutti i movimenti e le manovre che poi saranno ripetuti in barca. «La prevenzione vale almeno quanto la preparazione stessa, perché in un contesto del genere farsi male a una mano, slogarsi una spalla, strapparsi un muscolo in un momento di disattenzione può essere un enorme passo indietro. Anche perché parliamo di regate in cui si dorme poche ore al giorno e la stanchezza è lo status quo, quindi non c'è molto margine per recuperare da certi problemi», dice Luca Parisi.

Anche lo stretching deve essere all'ordine del giorno, svolto con frequenza. Esercizi mirati permettono di migliorare la sensibilità del corpo, in particolare nella zona di anche, glutei, muscoli femorali e lombari. Una miglior mobilità di questo comparto permetterà al un miglior “ascolto” della barca.

Infine, non c'è preparazione senza la giusta alimentazione. Nel periodo pre regata, se l'obiettivo è aumentare la forza, quindi l'ipertrofia, cioè aumentare la massa muscolare, è opportuno avere il giusto apporto di proteine. E poi diventerà sempre più importante, nel percorso di avvicinamento all'inizio della regata, avere un piano alimentare completo, pieno, che permetta eventualmente di sopperire alle mancanze di una regata che costringe a piccoli pasti rapidi e a un ritmo sonno-veglia non ideale. Poi, certo, come in tutte le competizioni, in tutte le discipline, nel mondo dello sport e non solo, ognuno ha le sue necessità, le sue particolarità e le sue preferenze.

«Come tutte le forme di allenamento – conclude Luca Parisi – il piano di avvicinamento all'evento va programmato sulle esigenze dell'atleta, sulle sue sensazioni. Nelle classi olimpiche sono richiesti su ogni imbarcazione diversi livelli di forza che variano per intensità e distrettualità muscolare. Inoltre anche all'interno della stessa classe a seconda del proprio stile di navigazione e delle proprie caratteristiche antropometriche ogni atleta avrà percezioni e esigenze diverse».