“Ci raccontiamo storie per poter vivere”. È quello che Joan Didion scrisse nella sua raccolta di saggi intitolata L'Album Bianco del 1979, ma è un'affermazione valida sin dalla notte dei tempi. I racconti sono il mezzo più antico di comunicazione - e di sopravvivenza - che sappiamo essere stato utilizzato dall'uomo fin dalle epoche più remote.
Per tramandare i miti e le leggende che hanno contribuito a trasmettere la saggezza di generazione in generazione, per narrare di viaggi in terre lontane e raccontare storie che mettono in guardia dai pericoli e insegnano la sopravvivenza, il buon narratore non serviva solo a divertire ma rappresentava anche una figura necessaria. Poiché siamo probabilmente i soli esseri nel mondo animale in grado di inventare e raccontare storie, questa tradizione è una di quelle cose che definisce e caratterizza l'umanità.
Negli anni che ho trascorso a viaggiare per il mondo, la risposta che mi sono data alla domanda sul perché viaggiamo è stata che fosse per soddisfare questo semplice e ancestrale bisogno umano: il raccontare storie. Il mio lavoro da editore di Boat Magazine (boatmag.com), una rivista di viaggi e cultura che tratta ogni volta di una destinazione diversa, mi ha portata a scoprire storie provenienti da culture diverse e appropriarmene - un esperienza piacevole e istruttiva.
Grazie al viaggio, il buon ascoltatore è in grado di diventare un bravo narratore. L'individuo che durante una festa riesce a far convergere l'attenzione su di se è colui che è stato in grado di memorizzare dettagli e sfumature di una situazione a tal punto che per lui raccontarli diventa facile come respirare. Gli intrecci di queste storie riescono a trasportare gli ascoltatori in quei tempi e luoghi. Le qualità che caratterizzano il buon narratore sono le stesse che caratterizzano il buon viaggiatore. È questa capacità di coinvolgere tutti i sensi nell'ascoltare indipendentemente dal contesto culturale in cui ci si trova. Assorbire i dettagli, fonderli tra loro, trarre un senso da essi; questo è ciò che ci rende umani. La capacità di superare le differenze, questo è l'elemento che ci accomuna.