Se dovessimo pensare a un videogioco, non ci verrebbe certo in mente un protagonista rimasto paralizzato dopo un incidente stradale, che vuole tornare indietro nel tempo per salvare la persona amata da quello sfortunato evento. Ma è proprio questa la storia di Last Day of June, gioco per PC, PlayStation 4 (PS4) e Nintendo Switch che promette “un’esperienza cinematografica intensa”. Una narrazione commovente, a parere dei critici, che trova d'accordo anche Pete Etchells, autore di Lost in a Good Game. “Oggi ho 35 anni, ma ho perso mio papà quando ne avevo 14 e ho potuto ritrovarmi molto in questa storia,” racconta.
Più di un semplice gioco, Last Day of June è una riflessione sul dolore della perdita, e mostra una verità profonda: il desiderio di cambiare il passato è tanto naturale quanto impossibile. Allo stesso tempo, mostra quanto sia vario il mondo dei videogiochi.
Nonostante i milioni di fan e il numero crescente di appassionati di esport, i videogiochi rimangono un passatempo di nicchia, forse intrappolati nello stereotipo dell’adolescente pallido e solitario, chiuso in camera con un controller in mano a sparare agli alieni.
Eppure negli Stati Uniti le gamer sono quasi la metà e l'età media supera, anche se di poco, i trent’anni. La varietà dei videogiochi è immensa: dai puzzle game per gli smartphone, come Candy Crush, alle serie automobilistiche per console, come Gran Turismo, fino alle battaglie fantasy online in multiplayer, come World of Warcraft per PC. Il pubblico in costante crescita – oggi il 65% degli americani afferma di giocare ai videogiochi – e l’interesse di aziende tecnologiche come Google e Amazon fanno pensare a una possibile evoluzione del settore verso l’intrattenimento mainstream.