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Tre ragioni di successo per il Calendario Pirelli 2018

Conrad Quilty-Harper è l'editor di GQ.co.uk e supervisiona tutti i contenuti digitali di British GQ, dagli articoli di rilievo su politica, moda e cultura fino ai contenuti video e social media

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Nei suoi molteplici aspetti, il Calendario Pirelli è da sempre tra gli ambiti migliori per i fotografi più famosi del mondo per dare vita alle proprie visioni, uniche e creative. Quest'anno il Calendario non è da meno: la scelta è ricaduta su Tim Walker, che è riuscito a trasporre le avventure di Alice nel paese delle meraviglie su formato fotografico.

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Grazie all'aiuto dell'innovativa set designer Shona Heath, dell'attuale editor di British Vogue e dello stilista Edward Enninful, oltre che della partecipazione di un incredibile cast di modelli e personaggi, è evidente che il 45° Calendario Pirelli, curato da Tim Walker e non ancora pubblicato, alza ulteriormente il tiro dell'espressione creativa. Come del resto è successo lo scorso anno e succederà negli anni a venire. Anche se le fotografie sono ancora segrete, e tali rimarranno fino alla loro presentazione a New York il prossimo 10 novembre, possiamo comunque dedurre parecchie informazioni sul nuovo Calendario e capire i tre motivi principali che consentono di predire un suo successo.

Il primo motivo è sicuramente la perfetta combinazione tra Tim Walker e la sua idea di dare vita al mondo del famoso racconto di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”. Le fotografie di Walker, oniriche e ultraterrene, da sempre evocano sensazioni simili a quelle del magico mondo del paese delle meraviglie di Carroll. 

Fin dall'inizio della sua carriera, il suo lavoro si è sempre contraddistinto per i set fantasiosi e stravaganti e per lo sguardo vigile sul mondo del teatro, dal surreale Spitfire che si schianta nella sala di lettura di un grande palazzo, a Jennifer Lawrence che posa misteriosamente con un pavone bianco. (Ripensandoci, ci si potrebbe domandare se il pavone è stato dipinto di bianco, proprio come i giardinieri della regina dipinsero le rose bianche di rosso.) 

Tutto ciò che fa Walker è di profonda eccentricità  e rappresenta un tentativo di narrare una storia che porta il pubblico a chiedersi “perché. Perché un coccodrillo gigante è seduto sul grembo di Karen Elson? Che cosa è la tuba che si sta sciogliendo e che cosa sono gli altri strumenti in ottone nella fotografia con Coco Rocha? E come mai l'ascensore di vetro di Charlie si è schiantato su un campo pieno di fiori selvatici in maniera così pittoresca nello scatto per Vogue che si ispira a Roald Dahl? 

Proprio come Lewis Carroll, Tim Walker sa bene che nella confusione c'è divertimento e che cercare di spiegare tutto non fa altro che rovinare l'illusione. Le sue fotografie, come le storie di Carroll, non seguono un filo logico: esse sovvertono le nostre aspettative e ci divertono, entusiasmano ed intrigano. Non posso inoltre fare a meno di notare l'analogia con il fatto che anche Carroll era un bravo fotografo, in grado di catturare migliaia di bellissime immagini nonostante l'obsoleta tecnologia fotografica della metà del 19° secolo. Quando l'amico Alfred Lord Tennyson vide i suoi ritratti, gli disse: “Suppongo che tu sogni fotografie.” Che si tratti di una coincidenza o meno, sembra quasi che Walker stia collaborando con l'autore. Può esistere una partnership creativa migliore?

Secondo motivo: nel Calendario troviamo un cast di persone famose che possiede globalmente più talento, carattere e intelligenza di quanto io ritenga possibile mettere tutto insieme. Alla presentazione in anteprima alla stampa all'inizio dell'anno ho sentito Duckie Thot, l'Alice del Calendario, che articolava con calma la sua innata positività, ambizione e stimolo in una stanza piena di sconosciuti, su tacchi stratosferici e con un abito presumibilmente inamidato ad un'angolazione di 90 gradi. Poi troviamo Thando Hopa, una modella sudafricana che è riuscita a gestire la carriera di avvocato insieme a quella di modella, posando per alcuni dei servizi fotografici più entusiasmanti del mondo. 

Sia Sean “Diddy” Combs che Naomi Campbell impersonano i Tagliatori di teste della Regina con grande vitalità e glamour (ovviamente quel giorno si sono presentati con entourage esagerati, degni appunto di un re e di una regina). Oltre a ciò, sono curiosissimo di vedere l'impavida Lupita Nyong'o nei panni del Ghiro, la modella del momento Adwoa Aboah che impersona Pancopinco e Whoopi Goldberg nella sua interpretazione della Duchessa, per citare solo alcuni dei brillanti talenti che hanno contribuito a creare questo originale progetto artistico. Con un cast del genere, il successo del Calendario Pirelli è garantito. 

Il terzo e ultimo motivo, e forse il più importante, è che questo Calendario è incredibilmente vicino ai nostri tempi turbolenti. Tutti i giorni le notizie ci ricordano che i vari Cappellai Matti dei nostri tempi stanno gettando i semi della divisione e della pazzia, insinuando che tutto è il contrario di tutto e che nulla è ciò che sembra. 

Ed è entusiasmante vedere che il Calendario Pirelli, un punto di riferimento di bellezza ed evasione, getta la propria luce in maniera così potente verso un futuro ottimista, con la decisione di supportare l'idea di Tim Walker e di rispecchiare, come ha dichiarato Edward Enninful al New York Times, una “nuova generazione che rifiuta compromessi e che pretende le risposte alle domande che stanno loro a cuore.” 

In più di un'occasione negli ultimi 12 mesi di lavoro come editor di GQ, gli eventi mondiali mi hanno portato a pensare di essere caduto nella tana del coniglio. Questa sensazione destabilizzante non è nuova, proprio come il libro di Lewis Carroll, ed essa è riecheggiata nella cultura contemporanea, come dimostrato da “I Am The Walrus” di John Lennon, "Il labirinto del fauno" di Guillermo del Toro, fino ai libri del Dr Seuss. Qualsiasi promemoria che ricordi alle persone di ridere delle illogicità della vita e di fuggire in un mondo di fantasia romantica, colmo di bellezza, è il benvenuto per me.

Di Conrad Quilty-Harper

BIOGRAFIA

Conrad Quilty-Harper è l'editor di GQ.co.uk e supervisiona tutti i contenuti digitali di British GQ, dagli articoli di rilievo su politica, moda e cultura fino ai contenuti video e social media.