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Ridefinendo il rapporto tra architettura e natura

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Tecnologia e innovazione al servizio della natura: le nuove frontiere dell'architettura esaltano, valorizzano e imitano l'ambiente circostante. Dai parchi sotterranei che ricreano ecosistemi a edifici completamente ricoperti di verde, la natura è al centro di un nuovo modo di pensare e concepire gli spazi: una simbiosi prolifica fatta di costruzioni che si mimetizzano attraverso manti erbosi, tappeti di verde che diventano tetti da percorrere e luoghi di socializzazione. Queste tendenze nascono dalla sensibilità ambientale, ma anche dagli sviluppi tecnologici: è in questo binomio ambiente-tecnologia che si racchiude il quoziente innovativo dell'architettura. Nascono così i diversi progetti che non solo mirano a incrementare la presenza degli elementi naturali nelle città, ma rivalutano risorse inutilizzate.

Un caso interessante di architettura sostenibile è rappresentato dalle case galleggianti, come l'edificio WaterNest 100 di Londra, che si alimenta energeticamente grazie ai 60 mq di pannelli solari posti sul tetto ed è realizzata esclusivamente con materiali riciclati e riciclabili fino al 98%. Un approccio analogo ha dato vita inoltre a Bobbing Forest, il progetto dell'artista Jorge Bakker  recentemente inaugurata a Rotterdam: 20 alberi su boe galleggianti ancorati sul fondo del bacino portuale di Rijnhaven.
 
Un caso particolarmente efficace di valorizzazione della natura è rappresentato dall'Organo Marino in Croazia, sul lungomare di Zara, che utilizzando onde marine ed energie solari produce uno spettacolo sempre nuovo di suoni e immagini. Nasce dalla volontà dell'architetto Nikola Bašić, che ha trasformato in strumento musicale un luogo che, dopo la ricostruzione post bellica della città, era rimasto abbandonato. Sotto la scalinata di pietra, divisa in sette sezioni, ognuna di 10 m di lunghezza, ci sono 35 tubi in polietilene di diverse lunghezze, diametro e inclinazione, che consentono il passaggio dell'area e dell'acqua e producono un suono diverso a seconda delle condizioni del vento e del mare. 

Assecondare l'evoluzione della natura significa anche costruire in simbiosi con essa affinché sia la natura ad avvolgere gli spazi e non questi ultimi a imporsi su di essa. La Grace Farms di New Canaan, nel Connecticut, è un habitat naturale di 80 acri con grandi prati aperti, piante ed alberature, boschi, stagni e oltre 16 diverse specie di anfibi e rettili. All'interno di questo polmone verde è stato progettato, dallo studio giapponese SANAA, The River, un luogo in cui natura, arte e comunità possono ritrovarsi e dar vita a esperienze creative e attività culturali a contatto con la natura: un edificio minimalista, leggero, che si fonde con l'ortografia del territorio insinuandosi come un fiume all'interno dell'area naturale. La copertura, infatti, con le sue curve richiama l'andamento di un fiume che scorre all'interno del parco diventando un elemento continuo, fluido. 

Nel sud della Svezia, sorge la “Uppgrenna Naturhus”, una vera e propria abitazione-serra: una casa che produce cibo, anziché rifiuti, che genera energia, invece di solo consumarla. È un luogo in cui il tempo è scandito dai flussi climatici del sole, della pioggia, del vento e del suolo, dove l'architettura viene incessantemente influenzata dall'ambiente. L'ha progettata l'architetto Bengt Warne, secondo cui vivere in una serra costituisce la quarta dimensione dell'architettura. La serra permette di preriscaldare l'aria necessaria per la ventilazione della casa e offre la possibilità di coltivare piante che necessitano di un clima meno rigido. Inoltre, recupera i nutrienti provenienti dalle acque reflue (azoto e fosforo), valutando i parametri qualitativi dell'acqua. Grazie allo sfruttamento delle sostanze nutritive dei liquami prodotti dalla struttura nella serra vengono anche coltivati alcuni prodotti. Ecco come un sistema genera cibo e calore, piuttosto che consumarlo. 

Toyo Ito, il vincitore del Pritzker 2013, il più prestigioso premio d'architettura al mondo, deve la sua popolarità anche alla capacità di creare edifici che si mescolano con gli elementi naturali, al punto da far dimenticare l'intervento dell'uomo. Il suo Grin Grin Park è uno dei progetti che meglio mostrano questo approccio: sorto sull'isola artificiale vicino Fukuoka, in Giappone, ha la forma di una conchiglia sormontata da un tetto verde percorribile. Il Grin Grin Park si estende per più di 5000 mq dividendosi in tre sezioni principali: uno spazio in cui le persone possono rilassarsi circondate dal verde, uno per l'esposizione delle piante più rare e subtropicali e l'ultimo dedicato a workshop sullo studio della natura e della vegetazione. Qui l'architettura si dissolve nel paesaggio creando spazi verdi. La forma scelta da Ito richiama la natura e la mutazione o trasformazione. Infatti il concetto dell'opera è legato alla mutabilità del terreno e richiama le forme organiche tipiche degli esseri viventi.

L'Eden Project in Cornovaglia, Regno Unito, invece è progetto unico nel suo genere, che vuole ricreare tutta la complessità del mondo vegetale in un solo luogo: Nel 1999, quando ha preso il via l'Eden Project era solo una  una vecchia cava abbandonata. Oggi, all'interno di tre immense serre semisferiche note come “biomes”, ospita una delle più grandi biosfere al mondo: oltre 100.000 piante provenienti da tutto il mondo e sono riprodotte forme di vita vegetali, da quella della foresta tropicale fino a quella mediterranea. «Il momento migliore per piantare un albero è vent'anni fa», diceva Confucio. «Il secondo momento migliore è adesso».