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Come vivremo tra 150 anni?

È ormai trascorso un secolo e mezzo da quando Giovanni Battista fondò la società produttrice di pneumatici Pirelli a Milano. Da allora sono stati compiuti molti progressi, dai cavalli e carri fino alle supercar elettriche. Anche i prossimi 150 anni porteranno cambiamenti così radicali?

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Effettivamente può succedere molto in 150 anni. Nell'anno 1872 Jules Verne pubblicò il suo racconto fantastico di avventure Il giro del mondo in 80 giorni – in quegli anni l'idea di poter viaggiare attorno al globo in soli 80 giorni rappresentava un'esperienza fantascientifica al limite della realtà.

Oggi un jet militare è addirittura in grado di volare attorno al mondo (con l'aiuto di un rifornimento in volo) in sole 43 ore. Oppure l'equipaggio di una Stazione Spaziale Internazionale può percorrere l'orbita terrestre in 90 minuti ad una velocità di ca. 8 km al secondo. In un solo secolo e mezzo il tempo necessario per fare il giro attorno alla Terra è passato da 80 giorni a soli 80 minuti. Sarà possibile nei prossimi 150 anni ottenere progressi comparabili? E se sì, quali saranno?

Per guardare avanti è spesso utile prima guardare indietro. Quando fu fondata la società Pirelli, esisteva solo un piccolo numero di veicoli a motore, la maggior parte dei quali alimentata a vapore – e almeno in Gran Bretagna dovevano essere preceduti da una persona a piedi che suonava un corno e sventolava una bandiera rossa.

Da allora i progressi sono stati piuttosto rapidi. Non è esagerato dire che pochi progressi come quelli nel settore dei trasporti hanno giocato un ruolo così determinante nel trasformare le vite delle persone. La crescita delle città, la fornitura di qualsiasi tipo di servizio, il collegamento tra comunità precedentemente isolate, lo sviluppo del commercio e dell'economia globale – niente di tutto ciò sarebbe potuto accadere senza una rivoluzione nel mondo dei trasporti.

Oltre le emissioni di carbonio

Il progresso, si dice, è inarrestabile. Ma il progresso dei prossimi 150 anni sarà molto diverso da quello del periodo precedente, e se c'è una parola che può riassumere questa differenza questa è carbonio. Una cosa è certa: il mondo nel 2172 non avrà le stesse emissioni di carbonio da combustibili fossili che abbiamo oggi – perché se così fosse, non ci rimarrebbe molto di cui godere su questa Terra.

Ciò significa che nel corso dei prossimi 150 anni, alcuni dei maggiori cambiamenti dovranno avvenire nel settore dei trasporti, perché il trasporto da solo rappresenta la più consistente fonte di CO2 connessa all'energia, pari al 24 percento di tutte le emissioni globali.

La fase iniziale di questi cambiamenti è già in corso, grazie alla crescente vendita di auto elettriche, in particolare in Europa e Cina. Ma la storia ci insegna che nell'ambito dei cambiamenti tecnologici le fasi iniziali non sono per niente simili a quelle successive. I primi veicoli a motore erano alimentati a vapore. I primi motori a combustione interna erano alimentati da spore di muschio e polvere di carbone. Queste tecnologie sono ormai scomparse ma le nuove tecnologie nel campo dei carburanti potrebbero andare proprio nella stessa direzione.

Alla ricerca di potenza

C'è da aspettarsi un drammatico ripensamento su dove recuperare la potenza motrice. Oggi il dibattito verte piuttosto sulla possibilità di utilizzo di carburanti alternativi come idrogeno, bio-carburante e gas naturale – ma questi ultimi presentano tutti degli svantaggi e provocano tutti emissioni di carbonio in qualche punto della catena di produzione. Forse è più probabile che inizieremo a sviluppare nuovi modi di produrre elettricità senza emissione di carbonio.

Potremmo vivere una ripresa dell'energia nucleare sotto forma di piccolissime piante nucleari e addirittura veicoli stradali a propulsione nucleare, o forse risolvendo i problemi della fusione nucleare. Potremmo vedere nuove forme di fonti di energia rinnovabile, come l'energia generata dalle onde e dalla corrente del mare. Oppure potremmo trovarci di fronte a qualcosa di completamente nuovo.

Per esempio, i ricercatori stanno già sperimentando modi per ricavare energia come quello delle vibrazioni del mondo naturale o delle onde radio di fondo. Lo scopo iniziale dell'iniziativa ‘Towards Zero Power Electronics' dell'organizzazione per lo sviluppo della ricerca applicata tedesca Fraunhofer-Gesellschaft è quello di eliminare le batterie dai sensori e dispositivi di comunicazione utilizzati nell'ambito della cosiddetta Internet of Things a bassa potenza. Ma la promessa di fonti ‘ambiente' alternative potrebbe essere notevole, non solo per i dispositivi collegati a bassa energia necessari per permettere la rivoluzione dei trasporti, ma anche a livelli di energia più alti per molte altre applicazioni.

Progressi tecnologici

Ci saranno anche altri cambiamenti, in quanto la tecnologia è sempre più integrata nella vita quotidiana. Infatti la tecnologia è destinata ad essere letteralmente incorporata nei nostri corpi, in quanto gli impianti neuronali che permettono un controllo remoto di tutti i tipi di dispositivi diventeranno la normalità. Alla fine arriverà il punto in cui non penseremo più alla tecnologia come qualcosa di separato dall'esistenza ordinaria. Anche se potremmo non conoscere la forma precisa del futuro tecnologico, possiamo però vedere la direzione del percorso.