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La crescita della stampa 3D

Le recenti innovazioni stanno dando nuova vita ad un settore che sembrava aver perso il suo fascino, forse anche a causa di aspettative poco realistiche, scrive Joji Sakurai

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Questa è una scena che non potrai certo vedere al Nobu, neanche ai nostri giorni.

Lo chef pensa solo al tocco finale – magari uno spruzzo di limone yuzu – e alla presentazione del piatto.

Può sembrare una visione futuristica o addirittura pretenziosa, ma il progetto Sushi Singularity , che coinvolge la Yamagata University, rinomato istituto di ricerca, e grandi aziende del calibro di Advantest, produttrice di chip, si propone di lanciare un ristorante di questo tipo a Tokyo già nel 2020. In base a questa audace idea, la stampa 3D sarebbe in grado di reinventare il cibo sia per finalità estetiche che benefiche – perfezionando consistenza e sapore, regolando il contenuto nutrizionale e contribuendo a compensare le carenze alimentari e a preservare le riserve ittiche. Essa sfrutterebbe della capacità della stampa 3D di riprodurre strutture complesse – come quella a nido d'ape e a reticolo – e diversi tipi di densità e concentrazione, permettendo un giorno di rendere naturali i sapori di alimenti realizzati in laboratorio.

Nuove direzioni

Il progetto portato avanti dallo studio di design concettuale giapponese Open Meals è solo una delle tante iniziative che riguardano la stampa 3D – dalla nutrizione alla medicina, fino alla progettazione industriale – che puntano ad allargare i confini di una tecnologia che fino a qualche anno fa sembrava aver perso vigore. 

Le previsioni di una nuova rivoluzione industriale, che potrebbe permettere di stampare il proprio cammino verso un paradiso materialistico, si sono rivelate premature. Gli acquirenti di stampanti 3D da 2.000 dollari hanno pensato di non poter far altro che creare deliziose riproduzioni del Buckingham Palace o di Elvis Presley, il che è ben lontano da scenari in cui le persone stampano i propri abiti, mobili o automobili. Nel frattempo, preoccupazioni di carattere etico sull'abuso della tecnologia, come per esempio la possibilità che terroristi possano stampare fucili automatici, hanno iniziato ad offuscare l'immagine di questo settore e i tentativi di regolamentare la produzione 3D di armi si sono rivelati complicati. 

In realtà, l'innovazione che riguarda la stampa 3D ha registrato uno sviluppo mentre l'hype ha subito un salutare declino. Le innovazioni nell'ambito dei materiali che possono essere utilizzati per la stampa 3D, ad esempio, consentono nuove e straordinarie applicazioni nella produzione avanzata. 

La crescita della stampa 3D
La crescita della stampa 3D

L'interesse dell'industria 

Pirelli ha iniziato a sperimentare la stampa 3D alla fine degli anni '90, ma la ricerca vera e propria è partita circa 10 anni fa, con i progressi della tecnologia. L'azienda ha testato il processo per produrre parti in plastica ed ha utilizzato polveri metalliche nelle tecniche di stampa 3D per contribuire a creare stampi ed altre attrezzature per la produzione di pneumatici. Ulteriori sviluppi sono previsti man mano che la tecnologia ed i relativi materiali proseguono nel miglioramento e diventano più economici. 

Mentre la maggior parte degli utilizzi industriali della stampa 3D è destinata alla prototipazione o alle verifiche dei concept model, essa è sempre più presente nella produzione dei componenti avanzati. La BMW i8 Roadster utilizza un supporto stampato in 3D per la propria cappotta , che la rende più leggera e più resistente. GE Aviation utilizza invece la produzione additiva, nota anche come stampa 3D, per produrre gli ugelli del carburante presso il proprio stabilimento in Alabama.

Nel frattempo Adidas ha lanciato una scarpa running d'elite con intersuola stampata in 3D, creata dalla start-up Carbon , nella Silicon Valley, che utilizza la proiezione della luce digitale per plasmare la resina liquida in una struttura reticolata in grado di offrire un'azione ammortizzante superiore. Forse ancora più importante è il fatto che il metodo concilia la produzione di massa e la realizzazione personalizzata: è infatti possibile scannerizzare il piede dell'acquirente per la stampa on-the-spot della scarpa personalizzata.

Per ora, comunque, l'impulso proviene dalle tecnologie più all'avanguardia rispetto agli approcci di mass-market in aree che includono l'ingegneria dei tessuti e la nutrizione personalizzata.

Un futuro più sano, stampato 

Gli scienziati sono in procinto di trasformare le cellule viventi in “bio-ink” e di stamparle, strato dopo strato, su minuscoli supporti per generare modelli di tessuti complessi. I ricercatori della Princeton University hanno utilizzato la stampa 3D per produrre un orecchio bionico che unisce tessuto ed elettronica e che va ben oltre il semplice ripristino uditivo, per acquisire le frequenze radio oltre il limite umano.

I ricercatori canadesi hanno invece sviluppato, lo scorso anno, un dispositivo portatile che offre nuove speranze alle vittime di grandi ustioni grazie alla stampa del tessuto cutaneo, che, secondo un articolo dello Smithsonian , è facile quanto “srotolare un rotolo di scotch”. Nel frattempo, un team della University of Utah ha riferito di essere riuscito a sviluppare una tecnica per la stampa 3D di legamenti e tendini, con la promessa di tempi di recupero molto più brevi per i pazienti con lesioni dei muscoli.

Il campo delle protesi è uno dei settori più promettenti per la stampa 3D in ambito medico. Gli scienziati stanno velocemente potenziando le tecniche per la stampa di occhi, nasi e arti destinati a chi li ha persi a seguito di incidenti o malattie, o a chi ne è nato senza.

Inoltre, un'azienda statunitense produce impianti dentali e protesi articolari di qualità superiore rispetto a quelli tradizionali. La stratificazione 3D permette di produrli in forme complesse con morfologia interna e superficie con un certo grado di porosità, che stimola l'osso a crescere nell'impianto.

La personalizzazione perfetta

Benché non immune da una certa spettacolarità, Sushi Singularity ha ambizioni ben più importanti, ossia la soluzione di problemi globali, quali l'eliminazione della fame, il miglioramento dell'assistenza sanitaria e la creazione di indicazioni dietetiche al fine di allungare la vita delle persone. La piattaforma programma di caricare a breve dati biometrici e genomici che saranno analizzati al fine di creare menu personalizzati sulla base delle condizioni di salute della persona.

“L'iper-personalizzazione sarà presto una prassi comune per il cibo del futuro,” spiega Open Meals nel proprio sito Web. “Ciascun individuo avrà una propria identificazione delle condizioni di salute, basata su DNA, esami di urine e intestinali. Tale identità viene poi analizzata per generare un abbinamento nutrizionale idoneo.”

Bon appétit!