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La città del futuro, un sogno sempre attuale

Toyota, la casa automobilistica giapponese, è l'ultima di una lunga serie di visionari urbani. La sua idea è quella di progettare una città smart alimentata a idrogeno nei pressi del Monte Fuji

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L'imperatore della dinastia Moghul, Akbar il Grande, ne fondò una nell'Uttar Pradesh, in India, circa 500 anni fa. Walt Disney annunciò il suo progetto di costruirne un'altra in Florida nel 1966. Più recentemente, nel 2015, il Presidente del Tagikistan Emomali Rahmon ha posato la prima pietra della sua città ideale nel bel mezzo del deserto.

Sono numerosi i sovrani e i futurologi che hanno desiderato lasciare il proprio segno e creare l'utopistica città del futuro, utilizzando la migliore tecnologia disponibile al momento. E con la rapida espansione della popolazione urbana mondiale, un numero crescente di città sta nascendo, ora più che mai.

Ad esempio, la futura capitale dell'Egitto è in costruzione nel deserto a est del Cairo, mentre Oyala, nella Guinea Equatoriale, sta sorgendo in una regione coperta dalla giungla. Il Primo Ministro indiano Narendra Modi pensa ancora più in grande, perché ha espresso il desiderio di costruire ben 100 città smart.

Visioni del futuro 

Ad oggi la città smart e connessa è il progetto del futuro. La teoria è semplice. I dati vengono raccolti da sensori, ormai sempre più utilizzati, con il supporto dell'Intelligenza Artificiale (AI) per ottimizzare l'utilizzo delle risorse.

L'ultimo costruttore di città ad unirsi al gruppo è Toyota, la casa automobilistica giapponese, che ha comunicato il progetto di una città destinata a diventare un laboratorio vivente per la tecnologia smart.

“La costruzione di un'intera città dal nulla, anche se su piccola scala come questa, è un'eccezionale opportunità per lo sviluppo di tecnologie future, compreso un sistema operativo digitale per l'infrastruttura della città”, spiega Akio Toyoda, Presidente di Toyota Motor Corporation.

Un laboratorio grande come una città 

Woven City, progettata dall'architetto danese Bjarke Ingels, si estenderà su 71 ettari ai piedi del Monte Fuji. I residenti e i ricercatori convivranno valutando e testando l'Internet of Things (IoT) e una serie di nuove tecnologie, tra cui veicoli a guida autonoma, robotica, mobilità personale, alimentazione a idrogeno, abitazioni smart e Intelligenza Artificiale. Un laboratorio concreto, grande come una città.

Toyota intende invitare partner commerciali ed accademici, scienziati e futurologi da tutto il mondo per collaborare al progetto: “Con le persone, gli edifici e i veicoli connessi e comunicanti tra loro mediante dati e sensori, Toyota sarà in grado di testare la tecnologia AI connessa nella dimensione virtuale e fisica, massimizzandone il potenziale."

Uno dei temi centrali della nuova città è il movimento armonioso dei veicoli e delle persone per contribuire a creare un utilizzo efficiente dello spazio, che incoraggi il commercio, la cultura, e, non meno importante, una fiorente vita sociale. A questo scopo il team di Ingels ha progettato una rete di strade dedicate e tre diverse velocità ed esigenze di trasporto. La prima categoria sarà dedicata ai veicoli più veloci, voluminosi ed autonomi, la seconda sarà destinata agli e-scooter e alle altre forme di micro-mobilità e la terza diventerà una sorta di “parco lineare” a disposizione dei pedoni, che qui potranno godersi gli spazi esterni.

Una città di successo

“Uno sciame di diverse tecnologie è in procinto di cambiare radicalmente il modo di abitare e di spostarci nelle nostre città” spiega Ingels. “Soluzioni di mobilità connesse, autonome, a zero emissioni e condivise sono destinate a offrire un mondo di opportunità alle nuove forme di vita urbana.”

Il city lab di Toyota potrebbe essere il terreno di prova perfetto per indirizzarci verso un modo migliore di vivere la città. Tuttavia, al di là della tecnologia, la creazione della vita e dell'anima di una città ben riuscita rimane una sfida senza alcuna garanzia di successo. La sontuosa città indiana di Akbar il Grande, con i suoi palazzi, la moschea e gli ampi spazi è una storia positiva. Fatehpur Sikri è stata la capitale dell'Impero Moghul per poco più di dieci anni, prima di essere abbandonata. Il motivo preciso del rapido declino si è perso nella notte dei tempi.