L'espressionismo introverso di Pieter Van Eenoge | Pirelli
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L'espressionismo introverso di Pieter Van Eenoge

L'espressionismo introverso di Pieter Van Eenoge
L'espressionismo introverso di Pieter Van Eenoge

Q: Come hai scoperto il tuo talento per il disegno e l'illustrazione?
A: C'è un aneddoto di quando ero bambino: un giorno vedo un culturista riccioluto in televisione, a casa dei miei nonni. Lo disegno su un foglietto e mio nonno mi dice: "Ehi, è uguale al tizio in televisione." Da quel giorno ho capito che sapevo fare bene almeno una cosa. Mi sono messo a studiare grafica all'accademia, ma ho presto scoperto che preferivo disegnare piuttosto che cercare il font perfetto. Dopo qualche anno passato a faticare nel mondo della grafica professionale, ho deciso che volevo essere felice e sono diventato un illustratore free lance a tempo pieno. 

Q: Cosa cerchi di mettere nelle tue opere?
A: Impegno. E almeno tre colori.

Q: Le tue illustrazioni mi fanno pensare agli espressionisti tedeschi come George Grosz e Otto Dix. Hanno influenzato il tuo percorso? Da quali altri artisti trai ispirazione?
A: Certo. Soprattutto i disegni a penna di George Grosz. Sono una miniera d'oro per noi illustratori, naturalmente se si è appassionati del genere. Ma a me piacciono ancora di più gli espressionisti fiamminghi: Gust De Smet, Edgard Tytgat and Constant Permeke. Molti illustratori belgi, me compreso, sono influenzati dalle loro opere. Guardo molto anche alla grafica, che forse rende i miei disegni un po' troppo schematici, dove ogni dettaglio deve essere al posto giusto. E poi c'è l'architettura, e più in generale il design. Sedie e tavoli possono davvero dare il tocco finale a un'illustrazione, per questo ne inserisco molti nelle mie opere.

Q: Guardare i suoi disegni lascia un po' confusi. I colori e le forme hanno energia, vivacità, ma dalle scene traspare sempre qualcosa di grottesco o curioso. È solo una sensazione? O è effettivamente il suo obiettivo?
A: È un mio obiettivo, senza dubbio. Non c'è bello senza brutto, non c'è buono senza cattivo. È come ascoltare una canzone pop, interrotta a metà dallo stridio di una chitarra distorta. O essere invitati a una cena elegante e mangiare carne di un animale appena investito. Io però non voglio suscitare inquietudine, spero solo di far sorridere lo spettatore.

Q: Che cosa ti ispira? A che ora del giorno preferisci creare?
A: L'arte e la vita d'artista, le maschere e le mascotte, gli opposti e ciò che è fuori luogo, la natura e la brutalità... il mondo di oggi è così legato alle rappresentazioni visive, siamo bombardati da un costante flusso di immagini, ogni giorno. Appena vedo qualcosa di strano, di bello, di affascinante, qualcosa che mi fa pensare, prendo appunti e poi a un certo punto quell'idea finisce in uno dei miei disegni.

Q: So che hai figli. Essere genitore ha cambiato il tuo approccio all'arte? I giocattoli, i libri per bambini, i cartoni animati rappresentano nuovi spunti interessanti?
A: I miei figli erano una specie di ispirazione da piccoli, osservavo i loro comportamenti, le stravaganze, il modo in cui raccontavano una storia con tutti quei dettagli che a me non sarebbero mai venuti in mente, i loro disegni senza bordi o regole. Ma adesso gli interessano soprattutto lo sport e i videogiochi. Non ci trovo nulla di entusiasmante... 

Q: Cosa significa per te conciliare la tua personalità e la tua arte con le richieste e le esigenze del cliente? È facile, uno stimolo, qualcosa di più complesso? 
A: Prima di tutto, è importante ricordare che l'illustrazione è un'arte applicata, il suo obiettivo principale è comunicare il messaggio del cliente. Tutto il resto è espressione personale. In secondo luogo, perché il cliente decide di collaborare con un determinato illustratore? Perché pensa che lo stile espressivo di quell'illustratore possa dare un valore artistico unico al proprio messaggio. Insomma, nel rapporto tra illustratore e committente, rispettare i desideri altrui è nell'interesse di tutti. 

Q: Il suo stile in tre parole.
A: Espressionismo introverso? (Solo due, sono un tipo laconico).

 

BIO
Pieter Van Eenoge è un illustratore belga pluripremiato. Con le sue opere dal forte carattere narrativo crea mondi fantastici e surreali. Van Eenoge lavora per clienti commerciali ed editoriali e le sue illustrazioni sono state pubblicate, tra gli altri, da New Yorker, New York Times, Süddeutsche Zeitung, Vrij Nederland.
Nato nel 1976 a Bruges, in Belgio, ha trascorso l'infanzia a Colonia, in Germania. Si è laureato alla Luca School of Arts, campus Sint-Lucas, a Gand nel 1999 e un anno dopo è diventato un illustratore indipendente. 
Vive a Bruges con la moglie, i due figli e un gatto.