"Usarono la parte interna di due palloni da pallavolo come galleggiante," spiega Lee. "Hanno dovuto affrontare le onde, l'ipotermia, gli squali e le pattuglie della polizia, ma ce l'hanno fatta". Una volta giunto ad Hong Kong, Hing Wa trovò lavoro come apprendista presso un intagliatore di gemme, guadagnava 17 centesimi a settimana e li mandava alla famiglia. Nel giro di cinque anni, divenne un intagliatore esperto e nel 1965 lasciò il lavoro con la qualifica di maestro intagliatore di giada per fondare la sua azienda, il laboratorio di giada Hing Wa Shan Wu, che cominciò a esportare pietre preziose lavorate in tutto il mondo.
Incontrò la sua futura moglie durante un corso di inglese, si sposarono e dall'unione nacque David nel 1966, in seguito una figlia e un altro figlio. Il padre di David era ormai divenuto uno degli artigiani intagliatori più bravi al mondo e le sue competenze attirarono l'attenzione della Smithsonian Institution di Washington DC, che necessitava di un esperto per restaurare la propria collezione di antiche giade cinesi. Hing Wa Lee venne chiamato a Washington per svolgere il lavoro e decise di rimanere in America per allargare i suoi affari. David aveva sette anni quando la famiglia emigrò negli Stati Uniti, a Bethesda nel Maryland, dove Hing Wa Lee cominciò ad importare giade e altre gemme da rivendere ai commercianti e alle gallerie americane.
L'amore in un clima freddo
Lee ci racconta che il trasferimento negli Stati Uniti non fu facile; non parlava l'inglese e la gente a Bethesda non era abituata agli Asiatici. Ma i suoi genitori gli infondevano sicurezza e non impiegò troppo tempo a imparare la lingua e a comprendere la cultura americana.
Nel 1980 la famiglia si spostò in California perché nel Maryland "faceva troppo freddo". A Los Angeles, il padre di David aprì una nuova filiale della sua società. Le cose andarono bene e cominciò a comprare appartamenti come forma di investimento. "Ci permise di avere un buon tenore di vita e non si può dire che avessimo difficoltà economiche", ci dice Lee. "Ma non posso dire che fossimo ricchi."
E infatti il padre di David, consapevole dell'andamento instabile degli affari, voleva che il figlio diventasse dentista. "Ricordo che quando andai a dirgli che volevo diventare anche io uomo d'affari, temevo di deluderlo," racconta Lee. "La maggior parte delle nuove imprese hanno vita breve, quindi perché rischiare? Ma non ero fatto per diventare dentista o lavorare in ambito medico. Sono sempre stato un imprenditore e un venditore."
Nel 1992 Lee si laurea presso la Marshall School of Business della University of Southern California (del cui consiglio di amministrazione fa ora parte, operando come consulente sia per la facoltà che per gli studenti) e comincia a lavorare nell'azienda del padre. Era un periodo di stagnazione economica e "qualsiasi cosa facessimo, faticavamo a far soldi".
Individuare l'opportunità
Lee convinse il padre a concentrarsi sulla vendita di beni di lusso, integrando la vendita di orologi svizzeri a quella dei gioielli di produzione propria da proporre al pubblico cinese, in crescita costante, della San Gabriel Valley e di tutta la California del Sud. L'impresa era ardua, anzitutto perché dovevano ottenere l'autorizzazione necessaria per vendere i marchi di lusso europei. Ma Lee, carico di ottimismo giovanile, si lanciò nella nuova impresa, intraprendendo numerosi - e a volte inutili - viaggi in Europa. La sua incrollabile perseveranza diede finalmente i suoi frutti nel 1993, quando aprì il suo primo negozio a San Gabriel. Due anni dopo, in seguito a vari soggiorni a Ginevra, Lee divenne il rivenditore ufficiale di Rolex nell'area e le cose cominciarono ad andare bene. "Ho aperto altri negozi e la cosa ha funzionato, sono riuscito a portare più soldi a casa," dice.