Il grande Steven Spielberg sta per compiere 70 anni: un traguardo importante che raggiungerà il 18 dicembre (è nato nel 1946). "Mi sento ancora al 100%", dice il famoso regista e produttore. "Amo ancora dirigere, avere un fuoco dentro di me e avvertire la necessità di lavorare ogni singolo giorno della settimana, e due volte la domenica".
Il suo ultimo film, lo spy-thriller "Il ponte delle spie", è stato nominato quest'anno come miglior film agli Academy Awards: si tratta di un'altra opera acclamata per il due volte premio Oscar Spielberg (Shindler's List e Salvate il soldato Ryan), 36 ° lungometraggio dall’esordio con Duel nel 1971, e quarta produzione con l’amico Tom Hanks.
Quando lo abbiamo incontrato l'instancabile Spielberg era impegnato nella post-produzione de Il Grande Gigante Gentile (o Il GGG), film da lui diretto e ispirato all'omonimo romanzo di Roal Dahl. Inoltre stava sviluppando una serie di progetti (come regista e/o produttore), che usciranno presto. Tra questi, un quinto Indiana Jones, un nuovo Avventure di Tintin, Gremlins e Transformers, inoltre sta supervisionando il prossimo Jurassic World. Come sempre, è molto impegnato con la sua Fondazione Shoah (dedicato alla memoria delle vittime dell'Olocausto e ai loro superstiti), ma soprattutto Spielberg pensa al futuro. Il suo futuro di artista, regista, "utente" e pioniere della tecnologia, con una spiccata sensibilità per la storia e la tradizione.
Durante il nostro incontro al Ritz Carlton Hotel di New York lo scorso dicembre, Spielberg meditava sui nuovi percorsi e le nuove forme che la pellicola sta prendendo oggi. "Credo che Internet stia per realizzare il cambiamento più profondo sulle industrie dell'intrattenimento nel loro complesso", afferma con la voce chiara e un po' nasale, e la sua dizione elegante che ricorda quella di un professore universitario più che quella di un "semplice" regista. "Un giorno tutti guarderanno lo show più popolare di Internet, che magari sarà trasmesso da qualche parte, chessò, dall'Iowa. Resteremo tutti disoccupati. Andremo tutti alla ricerca di un pubblico su Internet”
Gli chiediamo se è pessimista sul futuro del cinema così come le conosciamo. "No, io non sono mai un pessimista", ribatte. "Più invecchio, più guardo i film come un miracolo in movimento. È più difficile accontentare gli spettatori se si sta dando loro solo effetti speciali, ma se si tratta di una buona storia sono più facili da accontentare. Io stesso sono colpevole come chiunque per la realizzazione di film blockbuster".