Fatta eccezione per una manciata di luoghi, il nord della Birmania e della Groenlandia e la profondità degli abissi, ormai su questo pianeta non esistono più spazi incontaminati. Abbiamo quasi completato la mappatura del globo terrestre il che, insieme alla tecnologia, lo ha reso così piccolo che i nostri antenati faticherebbero a riconoscerlo. Al momento Los Angeles dista appena 18 ore di volo diretto da Singapore, vale a dire quasi 9.000 miglia percorribili in meno di un giorno e senza scali. Se da un lato il nostro mondo iperconnesso ha reso sempre più difficile realizzare il sogno di esplorare terre vergini, dall’altro ha semplificato di molto il viaggio e l’avventura per la maggior parte di noi. E mano a mano che la possibilità di viaggiare si apre a un numero crescente di persone, ciò che rimane da esplorare per la prima volta diventa sempre più soggettivo.
Chiunque ami viaggiare conosce la sensazione unica che si prova scendendo da un aereo in un paese straniero. È ciò che succede quando un’aria diversa ci sfiora il viso, una lingua sconosciuta ci disorienta e persino il modo in cui le persone si muovono ci sembra nuovo. La mente è stanca, ma allo stesso tempo su di giri e tutto ciò che vogliamo è tenerci stretta per sempre questa sensazione che proviamo qui e ora e che ci fa sentire sospesi fra due luoghi, due fusi orari e due “noi stessi”.
Non importa quante persone viaggino con noi: si tratta di un’esperienza profondamente personale, perché dentro di noi si sono impressi tutti i ricordi legati all'arrivo in un posto nuovo che hanno costruito la lente attraverso la quale guardiamo il mondo. Gli aeroporti che abbiamo girato e le strade in cui ci siamo persi, le aspettative di un certo luogo che abbiamo soddisfatto o deluso ci seguono anche stavolta e noi siamo le uniche persone che abbiano mai vissuto quelle determinate esperienze.
Ecco come nel mondo di oggi, dove “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”, è ancora possibile scoprire un luogo per la prima volta, in un modo in cui nessuno lo ha mai fatto prima di noi né mai lo farà dopo di noi. Il potere e la magia del viaggio risiedono proprio nel contrasto tra queste due dimensioni, una estremamente soggettiva e influenzata dalla me moria e l’altra fisica e geografica. Il farmaco più efficace per placare la wanderlust si trova proprio lì dove si incontrano questi due mondi.