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Milano-Sanremo: questione di stile

Con la sua Porsche 356 gommata Pirelli Collezione Paolo Zegna è stato tra i protagonisti della Milano-Sanremo. «Motori e moda, il segreto è unire tradizione e innovazione»

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C'è l'eleganza e c'è l'adrenalina, ci sono il rombo dei motori e la classicità. Per questo Paolo Zegna ha deciso di partecipare da protagonista alla Coppa Milano-Sanremo 2018 che, dal 22 al 24 marzo, ha portato oltre 70 vetture di grande prestigio e valore storico costruite tra il 1906 e il 1976 lungo alcuni degli itinerari più affascinanti e tortuosi della penisola. Un percorso di oltre 600 chilometri con settanta prove cronometrate. Il presidente del Gruppo Zegna è stato alla guida della sua Porsche 356 Speedster del 1957 per questa decima rievocazione della gara di regolarità più antica d'Italia (la prima fu nel 1906), di cui Pirelli è main partner.

Una passione, quella dei motori, che per Paolo Zegna è un'eredità di famiglia: «Noi Zegna siamo dei lancisti di grande tradizione. Lo stile e la qualità sono stati al centro della collaborazione che per anni hanno legato Lancia e Zegna, con gli interni in “panno Ermenegildo Zegna” che ancora oggi sono un must per gli amanti delle auto storiche». E dai panni per Lancia ai tessuti realizzati oggi per Maserati, il legame della maison biellese con il mondo dell'auto non si è mai interrotto. Ma oltre alla tradizione imprenditoriale, Paolo Zegna ha nutrito negli anni un rapporto diretto con i motori, «un rapporto fatto dell'odore della benzina, del rumore dei cavalli, delle corse e del mito dei campioni come Sandro Munari. Io e mio cugino siamo cresciuti con le Lancia in testa e, imparando a guidare, non nascondo di aver sognato una carriera nel mondo delle gare, quelle gare che i nostri genitori ci hanno sempre giustamente sconsigliato».  

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Con il passare degli anni il presidente del Gruppo Zegna ha scoperto il piacere delle gare di regolarità: «È un altro modo di correre, più adeguato alla mia età», dice sorridendo, «perché le gare di regolarità offrono agli appassionati anche la possibilità di apprezzare il paesaggio ed entrare in contatto diretto con la natura». Anche se poi il gusto di affondare il piede sull'acceleratore e di tirare le marce rimane. «Oggi posso correre al volante dell'auto dei miei sogni, è una soddisfazione unica». E alla domanda su cosa cerchi in un'automobile, Paolo Zegna risponde senza esitazione «l'unione tra performance e stile, l'innovazione che si fonde con la classicità». Quello che, in fondo, è la filosofia alla base della linea di pneumatici Pirelli Collezione, con cui è stata equipaggiata la sua Porsche 356 in questa rievocazione storica di tre giorni, inserita per la prima volta nel Trofeo Superclassica Aci. «Questo binomio è un concetto alla base delle eccellenze italiane», spiega Zegna. «Il nostro gruppo, così come Pirelli, sono stati protagonisti della storia industriale italiana e lo sono tutt'ora perché hanno sempre lavorato sulla qualità, mettendosi in gioco, interpretando i gusti e cercando d'innovarsi continuamente». Una sartorialità 4.0 potremmo definirla. «Perché oggi il cliente richiede concretezza, attenzione alla sostanza e allo stesso tempo ai dettagli. In più, il valore aggiunto che marchi come Zegna e Pirelli possono mettere in campo è la tradizione. Una sorta di biglietto da visita del made in Italy nel mondo».

E come per omaggiare il mondo dell'eccellenza italiana, quest'anno la Coppa Milano-Sanremo, dopo un passaggio all'Autodromo e poi nel centro di Monza, ha portato le auto storiche a Milano, con un vero e proprio defilè nel cuore del Quadrilatero della moda, passando da via Montenapoleone fino ad arrivare all'ombra della Madonnina e poi in Piazza Castello dove verranno ufficialmente presentate al pubblico. «Così Milano si riprende un ruolo centrale anche nel mondo dei motori», spiega Paolo Zegna, Milano è l'asse portante del nostro sistema imprenditoriale, del made in Italy e delle eccellenze e ospitando la più antica gara di regolarità è come se lanciasse un messaggio. Per questo è ancora più affascinante per me esserci».