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Pirelli P Zero, Lamborghini Aventador e il Gala del Calendario Pirelli

Ecco il racconto della giornata al campo prove di Vizzola dei due vincitori del concorso #ChasingTheCal: emozioni ad alto tasso tecnologico!

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Metti due che vincono una serata a Londra per il gala del Calendario Pirelli. Fortunati, no? Metti gli stessi che prima di quella serata se la sono anche spassata con una Lamborghini, magari in un campo prova professionale, tipo la pista Pirelli di Vizzola. Fortunati al quadrato, penserete. Anzi, penserete che ok, sì, sono stati anche bravi a piazzarsi primi nel concorso #ChasingTheCal, ma caspita anche fortunati se il premio è tutta sta roba. Non è giusto!, penserete sempre voi.
E invece.. Invece è andata proprio così. E se in altri articoli del sito vi descriviamo la serata e il concorso, qui vi raccontiamo come è andata a Vizzola il 27 novembre 2015. Protagonisti della storia quei due (ma potevate e magari potrete un giorno anche voi), una Lamborghini Aventador Pirelli Edition, le gomme Pirelli P Zero, compagne inseparabili delle Lamborghini. 

Ma andiamo con ordine e presentiamoli uno a uno. I due vincitori del concorso sono Andrew, retail property consultant e Antonio, neo laureato ingegnere meccanico, ai quali si è aggiunto un pilota professionista, il collaudatore di Pirelli Marco Mapelli. La macchina: una Lamborghini Aventador Pirelli Edition, 700 cavalli di pura razza italiana da scaricare a terra nella maniera più efficace possibile attraverso i Pirelli P Zero. Una bella giornata di sole, fortunati anche col tempo perché alla fine di novembre Vizzola non sempre regala giornate così terse, pista bagnata artificialmente, perché Vizzola è soprattutto questo: uno dei più importanti e attrezzati campi per prove su bagnato.

Apre le danze Marco, elargendo consigli ed esempi per affrontare in modo corretto i differenti test. Dalla frenata su asfalto asciutto alle più delicate sul bagnato con differenti fondi arrivando a simulare l'aderenza, pressoché nulla del ghiaccio, per finire con la “inquietante” prova di acquaplaning, condizione in cui, a causa della profondità e della lunghezza della pozzanghera, la vettura oltre una certa velocità perde il contatto con l'asfalto e veleggia sull'acqua.
L'adrenalina è già alle stelle al primo test, ma ora tocca a loro, ai due fortunati e all'adrenalina si somma l'emozione e la paura di sbagliare, peggio dell'esame di maturità. L'umidità che circonda la pista, costantemente bagnata dall'impianto d'irrigazione forzata, è dentro di loro: si suda a guidare questa Lambo, sudano le mani, ma certo non per lo sforzo fisico.
Ma l'esperienza più indimenticabile per Antonio e Andrew non è stata solamente quella di domare l'Aventador, che come consuetudine Lamborghini prende il nome da un toro da combattimento, ma sono stati soprattutto i giri di pista seduti accanto a Marco Mapelli. Il collaudatore ha mostrato loro le incredibili possibilità che il binomio Lamborghini-Pirelli è in grado di offrire a un pilota professionista proprio nelle condizioni più difficili come l'asfalto bagnato di Vizzola. 
Impensabile per loro, prima di questi giri in pista, quanto possa essere sufficiente una leggera pressione sull'acceleratore, coordinata a un sapiente tocco allo sterzo, per poter condurre ad altissima velocità le curve di Vizzola in sbandata controllata, con il muso della vettura che punta decisamente verso il cordolo interno, e la coda che solo la maestria del pilota riesce ad evitare che superi il muso per andare in testacoda.
Merito certo della perizia del pilota, ma ben coadiuvato dalla perfetta reattività della vettura, frutto anche della precisione degli pneumatici Pirelli. Perché tutte le Lamborghini montano solo pneumatici Pirelli, come il P Zero dell'Aventador Pirelli Edition, che dopo averli stupiti in pista li ha condotti a Londra fino al red carpet della leggendaria Roundhouse.

I due vincitori hanno sperimentato quasi tutte le peculiarità della vettura, grazie al comportamento dinamico dei P Zero, a cominciare dall'eccellente tenuta sul bagnato, fino a stupirsi dell'inaspettato comfort, malgrado l'esuberante potenza del motore e l'inevitabile rigidità dell'assetto. Infatti, la caratteristica principale del P Zero consiste nell'assicurare il massimo delle prestazioni su asciutto e bagnato e per tutto il suo ciclo di vita, coniugando sportività e comfort. Il P Zero si avvale, nelle mescole del battistrada e del tallone, l'elemento dello pneumatico che aderisce al cerchio, di speciali nano-compositi che assicurano una guida confortevole unita a prestazioni sportive. Grazie proprio alla particolare mescola battistrada, le performance più estreme sono assicurate anche a freddo, cioè dai primi chilometri di marcia. 
L'inedito disegno del battistrada del pneumatico consente, tra l'altro, di ottenere il massimo dell'aderenza sul bagnato, come hanno potuto ben constatare i due ragazzi, e di accrescere il comfort acustico, mentre il profilo asimmetrico DA.Co (Dinamic Asymmetric Contour) consente un'usura regolare, con un'impronta a terra sempre uguale a tutte le velocità. Inoltre, il P Zero è stato progettato nel massimo rispetto dell'ambiente: le mescole utilizzate sono infatti prive di olii aromatici. La scelta di Pirelli già nel 2007 anticipò di tre anni la direttiva europea che regola questa materia, entrata in vigore solo dal 2010, e l'applicò oltrepassando i parametri più severi nel segmento a più alte prestazioni (Uhp).

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La struttura, grazie al sistema Hy.Co (Hybrid Cord), consente di contenere la deformazione del profilo dello pneumatico fino a velocità elevatissime, 370 km/ora oltre la velocità massima delle vetture per cui è progettato, aumentando la vita dello pneumatico e l'uniformità delle prestazioni per tutta la sua durata. Il P Zero è innovativo anche nella resa chilometrica, intesa non solo come durata, ma soprattutto come costanza delle performance per tutta la vita dello pneumatico.

L'ebrezza del controsterzo nei lunghi curvoni di Vizzola ha ampiamente rimediato all'impossibilità di sperimentare la velocità massima della Lamborghini Aventador Pirelli Edition di 350 km/h, ma è ben impressa nella mente dei due ragazzi non tanto e non solo la bruciante accelerazione (da 0 a 100 in 2,9 secondi) ma anche l'eccellente frenata, sia sull'asciutto sia sul bagnato, con il torace trattenuto dalla cintura di sicurezza e tutto il corpo proteso in avanti. Merito non solo dei potenti freni con pinze a sei pistoncini all'avantreno e quattro al retrotreno, ma anche dell'aderenza conferita alla Lamborghini dai P Zero 255/35 ZR19 davanti e 335/30 ZR20 dietro.