Pechino-Parigi in Ferrari 308 GT4: pit-stop Novosibirsk | Pirelli

Pechino-Parigi in Ferrari 308 GT4: pit-stop Novosibirsk

Pechino-Parigi in Ferrari 308 GT4: pit-stop Novosibirsk

Sabato 15 giugno doveva essere un giorno di riposo per Giorgio Schön ed Enrico Guggiari a Novosibirsk, snodo della transiberiana, zero gradi di media annui, in questi giorni fresco ma piacevole. «E invece dalle 8 sto lavorando sulla macchina – racconta Guggiari, comunque molto soddisfatto -. Finora ha tenuto molto bene, ma l'abbiamo un po' rialzata assieme a un meccanico di Rossocorsa, venuto qui apposta».

Sono passate ormai due settimane da quando i due, classe '46 e '47, imprenditori e piloti esperti, hanno lasciato Pechino e si sono lanciati alla volta di Parigi a bordo di una Ferrari 308 GT4 del 1975 gommata Pirelli. Con loro, oltre cento equipaggi su auto d'epoca, in quella considerata da tutti come una delle gare di endurance maggiormente spettacolari al mondo. Un'odissea incredibile, partita non benissimo «Abbiamo perso i primi due giorni per un mio problema fisico, un calcolo renale – ricorda Guggiari, oggi perfettamente recuperato – altrimenti ora potremmo essere tra i primi». Invece sono in mezzo alla classifica, ma l'esperienza sta andando alla grande. «In Mongolia le prove speciali erano difficilissime, bisognava andare a 80 chilometri orari di media su strade sconnesse e impossibili da interpretare. Ma i paesaggi dove siamo passati sono spettacolosi, autentici, ben tenuti e senza turisti». Pochi dubbi sulla parte migliore: «Il Deserto dei Gobi, incredibile, dei colori bellissimi. C'erano queste vallate con in fondo le montagne innevate, davvero spettacolare. Anche se, che freddo dormire in tenda!».

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La Ferrari per ora sta andando molto bene, come le Pirelli Scorpion Atr, ideali per i terreni difficili incontrati fino adesso. In Europa, Schön e Guggiari monteranno le CN36 Pirelli Collezione, lo stesso modello disponibile all'epoca della 308 GT4, perfetto per le strade asfaltate, dove cercheranno di recuperare il ritardo accumulato nei primi giorni. Ora stanno attraversando il Kazakistan, poi torneranno di nuovo in Russia. Sulle strade della Pechino-Parigi sfilano auto vecchie anche cent'anni, ma la Ferrari esercita dappertutto un fascino impareggiabile.

Le disavventure sono all'ordine del giorno: «Succede sempre qualcosa di pazzesco – continua Guggiari, che sta faticando ma si sta divertendo un mondo nella spedizione –. Un equipaggio che si era fermato per cambiare una gomma l'ha persa in un torrente, un altro pilota ha deciso di tagliare la strada e passare in un fiume: credo ci sia rimasto dentro due giorni con la macchina». Scene normali in questa gara disputata per la prima volta nel 1907 e diventata oggi una festa lunga 40 giorni: «Le persone che incontriamo sono tutte molto socievoli, ci accolgono con piacere, una bella atmosfera. In Russia, con la fine delle scuole, i bambini erano tutti in strada, ci hanno fatto un sacco di feste».

Con Schön il rapporto funziona alla perfezione, nonostante le tante ore passate insieme, in situazioni stressanti e ardue: «Siamo entrambi un po' sordi e l'auto fa molto rumore: questo aiuta di sicuro», scherza Guggiari. L'altro giorno a Novokuznetst la Ferrari 308 GT4 non andava in moto, quindi per passare il primo controllo orario hanno avuto bisogno letteralmente della spinta di decine di russi. Mancano ancora tanti chilometri, ma tutti incitano Giorgio Schön, Enrico Guggiari e la loro Ferrari al traguardo di Parigi: il 7 luglio, a Place Vendôme, non possono mancare.