Enduro Vintage Trophy 2021, 40 anni dopo è ancora six days | Pirelli

Enduro Vintage Trophy 2021, 40 anni dopo è ancora six days

Enduro Vintage Trophy 2021, 40 anni dopo è ancora six days

Per comprendere quanto l'Enduro Vintage sia il fenomeno del momento per le due ruote, bastava essere all'Isola d'Elba per l'Enduro Vintage Trophy 2021, la tre giorni di Regolarità con 400 piloti che si sono sfidati prima nelle quindici prove speciali e poi nella finale disputatasi sul crossodromo del Buraccio: otto squadre nel Vintage Veterans Trophy (Italia, Francia, Polonia, Austria, Germania, Finlandia, Spagna e Svizzera), ben 89 squadre nel Vintage Silver Vase Club e oltre 100 piloti individuali. Un evento che ha visto protagoniste – 40 anni dopo e ancora all'Elba – le moto fuoristrada che diedero vita alla memorabile Six Days, che per la cronaca vinse proprio l'Italia: Puch, Ktm, Swm, Sachs, Husqvarna…A distanza di quattro decenni, il nostro team ha mancato il podio per un problema tecnico, occupato invece dalla Spagna (terza), Germania (seconda) e Francia che ha vinto la competizione con una squadra fortissima, capitanata da Monsieur Dakar al secolo Stephane Peterhansel, un mito delle due ruote.

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Regolamento ben fatto

Anche questo la dice lunga sul valore delle gare Enduro Vintage, come spiega Salvo Pennisi, Direttore Testing e Technical Relations di Pirelli/Metzeler Moto, iscritto come wild card Fim in sella a una Husqvarna 250. «E' stata un'esperienza unica, che ha rappresentato al meglio un movimento di grande vivacità che sta recuperando quanto c'è stato nel fuoristrada da metà degli anni '70 per tutti gli anni '80-  dice – quella dell'Elba è l'Olimpiade della nostra disciplina che si corre pure in ambito continentale e in quello nazionale, con il campionato italiano regolarità gruppo 5, affollato e competitivo». La chiarezza del regolamento resta fondamentale: alle gare italiane possono partecipare modelli costruiti sino al 1984, mentre in Europa sono concessi due anni in più. I soli interventi tecnici ammessi sono per dare maggiore sicurezza, nel rispetto delle tecnologie e soprattutto dell'estetica dell'epoca. In più, le classifiche vengono stilate in base a un handicap sull'età del pilota per non penalizzare i meno giovani.

Ambiente divertente

Ma la competitività, per quanto accanita, non va mai a detrimento del piacere di esserci. «Alle gare si ritrovano ex-corridori, spesso con validi palmarès, ottimi amatori e tantissimi appassionati che si divertono a fare un tuffo nel passato. Un mix che funziona anche nel paddock dove si vive un bel clima. In definitiva, dal campione celebrato al neofita della competizione, c'è la voglia di stare insieme tra motociclisti. A me piace definirla una specialità democratica dove bastano poche migliaia di euro per passare delle giornate spettacolari. E il regolamento, accessibile ma restrittivo il giusto, è garanzia di un futuro positivo». Dove non conta il fatto di essere ‘antichi' bensì il rispetto delle normative e un'attenzione non secondaria all'ambiente di gara. Organizzatori e concorrenti si dimostrano corretti durante le competizioni, lasciando perfetta la zona alla fine delle corse.

Preparatori e gomme

Ci sono anche aspetti tecnici interessanti nell'Enduro Vintage, dove a fianco dei grandi costruttori figurano anche atelier semiprofessionali, italiani in primis. Per esempio, si è creato l'interesse dei preparatori che si applicano costantemente ai modelli, creando delle vere opere d'arte. Quanto alle gomme, in prima fila, c'è il brand Pirelli. «All'Enduro Vintage Trophy, metà delle moto portavano i nostri pneumatici – sottolinea Pennisi – perché concepiti con larga versatilità e quindi adatti ai modelli del passato. Stiamo seguendo con attenzione lo sviluppo di una specialità esplosa solo cinque anni fa, pensando a misure specifiche solo per i modelli con cilindrata minore». L'appuntamento per la prossima stagione è fissato in Portogallo: sarà sicuramente un altro grande Enduro Vintage Trophy.