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Come si guida un'auto elettrica?

Il fatto che abbia 4 ruote e un volante non deve far pensare che alla guida non cambi niente, rispetto a vetture tradizionali. Ecco come affrontare un tragitto “elettrico”

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Guidare un'automobile elettrica è così diverso rispetto a tenere il volante di una classica vettura a benzina o gasolio? Si e no. Banalizzando, si potrebbe dire che manca il rombo del motore: per molti una mancanza, per i pedoni e i ciclisti un pericolo anche se le Case stanno ovviando. In realtà, se oggi il risparmio energetico è una priorità per tutte le vetture, per quelle elettriche è davvero l'aspetto che fa la differenza. Anche se tempi di ricarica (ancora lunghi, ma si stanno accorciando) e colonnine (ancora rare ma stanno aumentando) non permettono di muoversi con la stessa autonomia e ‘spensieratezza' consentite dai modelli con motore termico.  Ma la rotta  del futuro è tracciata, indietro non si torna. Naturalmente, con un'auto elettrica occorre modificare le vecchie (e amate) abitudini, rivedendo l'approccio alla guida. Ma una volta presa la mano, ci si diverte molto e sul lungo periodo si risparmia parecchio. 

Come si guida un'auto elettrica? 01
Come si guida un'auto elettrica? 01

Non c'è il contagiri

Premessa: un elemento che cambia sensibilmente rispetto alla ‘normalità' è la strumentazione. Dal classico quadro strumenti sparisce il contagiri. Al suo posto si trova il voltometro o l'indicatore del consumo istantaneo di energia. Ma in generale, l'informazione sempre visibile è ovviamente quella dell'autonomia residua. Molto utili, poi, i grafici sullo stile di guida attraverso i quali è possibile capire se si sta guidando in maniera attenta e “risparmiosa” o se si sta esagerando con il gas, rischiando di consumare di più. Quindi, bisogna dimenticarsi il contagiri o l'indicatore della temperatura dell'olio: su un'elettrica, la cosa più importante da tenere sotto controllo è appunto l'autonomia residua.

Grandi prestazioni

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le vetture elettriche, o almeno parecchie di quelle sul mercato, sono in grado di garantire prestazioni che non hanno nulla da invidiare alle tradizionali auto a benzina. Anzi. L'erogazione della coppia è immediata. È come spingere un interruttore della luce, quando si preme il piede destro sull'acceleratore: la spinta del motore arriva tutta insieme, immediata, a partire da zero giri. Il risultato è un'accelerazione, ma anche una ripresa, che lasciano a bocca aperta chi guida e chi viaggia vicino. Ancor di più su modelli con le potenze più elevate che sono capaci di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi… L'unica pecca è rappresentata dal peso notevole di questa tipologia di vetture, che incide non poco sull'handling e sulla frenata. Quindi, all'inizio, meglio andare piano.

Tranquilli e rilassati

Come detto, lo spunto elettrico è eccellente ma è anche vero che in accelerazione si disperde moltissima energia quindi non se ne deve abusare per non trovarsi con il famoso indicatore dell'autonomia scendere a vista d'occhio. L'ideale è imparare ad accelerare in maniera progressiva, per poi viaggiare a velocità costante, con un filo di gas: 90 km/h è la velocità di maggiore efficienza. Molto importante è imparare ad avere una guida il più possibile “predittiva”. Essere in grado di interpretare il traffico, mette nella condizione di risparmiare molta energia, rilasciando il gas quando le auto davanti stanno cominciando a fermarsi o iniziando a rallentare prima di arrivare sotto il semaforo che sta per diventare rosso. Un metodo che diverrà naturale dopo un po' di tempo: grazie al sistema di recupero dell'energia cinetica, ogni volta che si rilascia l'acceleratore, l'auto comincia a rallentare in maniera decisa e in questo modo si finisce per usare il pedale del freno solo per l'arresto finale e quasi mai per rallentare.

Come si guida un'auto elettrica? 02
Come si guida un'auto elettrica? 02

Il recupero di energia

Come detto, al volante di un'auto elettrica lo stile di guida cambia, che lo si voglia o meno. Sarà in parte per la silenziosità che accompagna gli spostamenti e in parte per la necessità di tenere sempre sotto controllo il consumo di energia, ma ci si ritrova a viaggiare con più tranquillità, guidando in maniera rilassata e fluida, sfruttando ogni piccola discesa o semaforo rosso per dar modo alla vettura di mantenere l'autonomia promessa. Molti modelli sono dotati della modalità Brake che, aumentando la resistenza elettromagnetica del motore, recupera ancora più energia rallentando molto la vettura. Anche le velocità medie si abbassano e non perché le elettriche non siano in grado di raggiungere quelle massime ma perché semplicemente, quando si vede quanta energia si disperde con accelerate piene, diventa quasi istintivo dosare il gas con delicatezza.

Studiare il percorso

L'ultimo capitolo riguarda la ‘visione' del percorso. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sempre quello più breve è quello che fa consumare meno. Per esempio bisogna valutare gli eventuali dislivelli nel caso del classico tragitto casa-lavoro: un percorso che prevede un lungo tratto in salita porterà a un maggiore utilizzo di energia, che soltanto in piccola parte verrà recuperata nella successiva fase di discesa. Meglio quindi puntare su un tragitto alternativo con un dislivello minore, anche se questo allungherà di qualche km il tragitto. Per i viaggi lunghi – diciamo dai 250 km a in su - il discorso è completamente diverso. Con un'elettrica bisogna necessariamente ragionare sul percorso da affrontare, programmando soste – non brevissime - presso le apposite stazioni di ricarica, oppure prevedere la divisione del viaggio in tappe, ricaricando la macchina in albergo durante la notte. Un consiglio importante: partite sempre con un piano B, pensando a imprevisti quali una coda lunghissima o problemi della colonnina di ricarica dove era programmata la sosta. Si tratta comunque solo di studiare attentamente il percorso del viaggio, valutando sempre un piano alternativo.