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Il climatizzatore in inverno

Consigli utili per un comfort in auto ottimale e una gestione efficiente dell’impianto

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Il climatizzatore non è soltanto utile per combattere il caldo. Da anni, tutti gli impianti sono in grado di raffreddare, deumidificare e, se necessario, riscaldare l'aria. In tutte le stagioni, il loro utilizzo permette di ridurre il tasso di umidità nell'abitacolo, in modo che i vetri non si appannino quando piove oppure quando si tiene inserito il ricircolo per un lungo periodo. Va ricordato che per questioni tecniche, però, il condizionatore non funziona al di sotto di una certa temperatura esterna. Infatti, quando fa molto freddo, l'umidità contenuta nell'aria si potrebbe ghiacciare sull'evaporatore, impedendone il regolare funzionamento. In queste condizioni, al compressore potrebbe addirittura arrivare del refrigerante allo stato liquido, provocando danni.

Automatici e manuali

Per scongiurare questa eventualità, tutti i climatizzatori sono dotati di sensori che disattivano il compressore quando la temperatura esterna scende poco sopra lo zero (di solito già attorno ai 5°C), indipendentemente dalla posizione del tasto di inserimento del condizionatore. Se fa molto freddo, l'unico modo per non fare appannare i vetri è quello di inviare molta aria calda verso il parabrezza, oppure di utilizzare il ricircolo per periodi molto brevi. 

I tempi giusti

Va detto che, se per i climatizzatori automatici basta impostare la temperatura desiderata e lasciar fare all'elettronica, per quelli manuali – dopo una lunga sosta al gelo – conviene impostare la temperatura al massimo e attendere qualche istante prima di azionare il ventilatore. Così facendo, viene dato modo al motore di scaldare un po' il liquido di raffreddamento, che viene fatto circolare anche nel radiatore dell'impianto di climatizzazione. In questa fase, va inserito il ricircolo e l'impianto deve lavorare sempre sulla stessa aria, accelerandone il riscaldamento. Se però i cristalli sono appannati, il ricircolo va disinserito.

La ventola

Tornando ai climatizzatori automatici, va ricordato che essi non fanno partire subito la ventola alla massima velocità, appena la vettura è avviata, per non investire i passeggeri con un getto d'aria fastidioso. Questa logica è voluta, nonché utile, quando il motore è freddo e il riscaldamento nei primi istanti non è ancora attivo. Dopo alcune decine di secondi (il tempo varia sensibilmente da modello a modello), quando la temperatura dell'aria climatizzata risponde meglio ai desideri dell'utente, la ventola aumenta automaticamente la velocità.

Il ricircolo

Una conseguenza di quanto appena scritto è che, dopo aver avviato il motore, risulta inutile (se non addirittura controproducente) regolare impazientemente la temperatura al massimo, sperando così di raggiungere in minor tempo il clima desiderato. Quanto al ricircolo che impedisce – in tutto o in parte – l'afflusso di aria esterna nell'abitacolo, d'inverno è utile inserirlo all'inizio del percorso purché non s'appannino i cristalli.

Il limite dei moderni diesel

Altro concetto: quanto più un motore è efficiente, ossia riesce a trasformare buona parte dell'energia contenuta nel combustibile in potenza meccanica, tanto meno calore viene dissipato nel liquido dell'impianto di raffreddamento. Poiché tale liquido viene anche utilizzato per cedere calore all'impianto di riscaldamento dell'abitacolo, i propulsori dal rendimento più elevato (come i moderni diesel) possono diminuire il confort dei passeggeri nella stagione invernale, dal momento che non riescono a scaldare abbastanza in fretta l'abitacolo. E poiché i motori diesel a iniezione diretta hanno un'efficienza decisamente più elevata rispetto a quelli a benzina e a diesel con la precamera, spesso il climatizzatore è dotato di un riscaldatore ausiliario, di solito a funzionamento elettrico. In tal modo, il riscaldamento comporta un aumento del consumo di combustibile, così come il raffreddamento d'estate.

Elettriche e ibride

Questo è ancora più vero nelle vetture elettriche e ibride plug-in: dato che le prime sono prive del motore termico, mentre le seconde possono farne temporaneamente a meno, il riscaldamento di queste auto è sempre basato su sistemi elettrici che hanno un sensibile impatto sull'autonomia offerta dalle batterie. Per questo motivo, è utile sfruttare la funzione di preriscaldamento che molti modelli offrono quando sono collegati alla rete elettrica per la carica degli accumulatori: in questo modo, una volta in marcia il riscaldamento della vettura si limiterà a mantenere la temperatura raggiunta in precedenza, con un consumo di energia sensibilmente inferiore.