Nel cuore della regione dell'Eifel, in Germania, il Nürburgring è molto più di un circuito: è un simbolo del motorsport e della passione per la guida sportiva. Nato da un progetto ambizioso nel 1925 e inaugurato il 18 giugno 1927, il tracciato originale si estendeva per oltre 22 km, con curve impegnative e dislivelli che lo resero subito una sfida estrema per piloti e costruttori.
Oggi, il Nürburgring è composto da due sezioni principali: lo storico Nordschleife (20,8 km) e il più moderno GP-Strecke (4,5 km), inaugurato nel 1984. La sua sezione più iconica, Nordschleife, è considerata la pista più difficile e affascinante mai costruita. Jackie Stewart la soprannominò “Green Hell”, l'Inferno Verde, dopo aver affrontato le sue insidie sotto la pioggia negli anni '60.
Negli anni '30, dominare il Nordschleife significava entrare nell'élite dei “Ringmeister”, con nomi leggendari come Rudolf Caracciola, Tazio Nuvolari e Bernd Rosemeyer. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Nürburgring tornò protagonista ospitando il Gran Premio di Germania di Formula 1 dal 1951, fino al tragico incidente di Niki Lauda nel 1976 che segnò la fine dell'era F1 sul vecchio tracciato. Da allora, il circuito ha continuato a essere teatro di gare endurance, come la 24 Ore, e banco di prova per le case automobilistiche, diventando un riferimento assoluto per lo sviluppo di vetture sportive e supercar.
10 curiosità sul Nürbrugring Nordschleife
1. Lunghezza impressionante: Il Nordschleife misura 20,832 km e comprende 73 curve ufficiali (anche se molti piloti ne contano oltre 150 considerando le minori). Grazie alla sua estensione, che si amplia sui territori di 3 diversi comuni, è facile avere sole in un tratto e pioggia in un altro nello stesso giro.
2. Il villaggio nel circuito: all'interno del tracciato originale si trova il paese di Nürburg, con il castello medievale che dà il nome al circuito. Durante le gare, gli abitanti erano “circondati” dalle auto.
3. Il Karussell: la curva sopraelevata più famosa del circuito, nata da una scorciatoia sterrata usata dai piloti negli anni '30, oggi è uno dei simboli della Nordschleife.
4. La nascita delle Frecce d'Argento (1934): Prima di una gara, avendo superato il peso massimo previsto da regolamento, Mercedes-Benz raschiò la vernice bianca dalle vetture, lasciando il metallo nudo. Nacquero così le leggendarie “Silberpfeile”.
5. Il giro perfetto di Stefan Bellof (1983): stabilì un tempo record di 6:11.13 con una Porsche 956 durante le qualifiche della 1000 km, tempo rimasto imbattuto per 35 anni.
6. Il giro più lento: nel 1954 un camion Opel Blitz impiegò oltre 30 minuti per completare il tracciato, durante un test di resistenza.
7. Tazio Nuvolari (1935): vinse il GP di Germania con un'Alfa Romeo inferiore alle potenti Mercedes e Auto Union, in una delle imprese più epiche della storia dell'automobilismo.
8. Sabine Schmitz, la Regina del Ring: pilota tedesca che ha vinto due volte la 24 Ore del Nürburgring e ha percorso oltre 30.000 giri sul circuito, diventando un'icona amata dai fan. Potrebbe percorrere il tracciato a occhi chiusi.
9. Un giro vale migliaia di km: un singolo giro sul Nordschleife equivale a circa 20.000 km di test su strada per stress meccanico e termico. Anche per questo motivo oggi è un riferimento per le case automobilistiche.
10. Non solo pista: sotto al circuito c'è una rete di tunnel usata per servizi vari e accesso tecnico. C'è – o meglio c'era – anche un luna park che è stato aperto per soli 4 giorni. Le strutture sono state poi abbattute, resistono solo le montagne russe, anche queste inattive.
Il Nürburgring come laboratorio di sviluppo
Per questo, marchi come Porsche, BMW, Audi, Mercedes-AMG e molti altri hanno stabilito qui i loro centri di sviluppo, trasformando il Nürburgring in un benchmark globale per le performance.
I record firmati Pirelli: eccellenza sull'Inferno Verde
È anche il circuito di riferimento per stabilire nuovi record. Dal 2019 a oggi, vetture stradali equipaggiate con pneumatici Pirelli hanno conquistato in media più di un record all'anno in diverse categorie: dalle compatte sportive ai SUV, fino alle supercar elettriche. Protagonista assoluta è la famiglia P Zero, declinata in versioni specialistiche come P Zero Trofeo RS, progettato per portare la tecnologia racing sulla strada.
Tra i primati più recenti:
• Xiaomi SU7 Ultra (2025) equipaggiata con P Zero Trofeo RS: grazie al tempo di 7:04.957 è diventata l'auto elettrica di serie più veloce al Ring.
• Audi RS 3 (2024) con P Zero Trofeo R: tempo di 7:33.123, nuovo record per le compatte, abbassando di oltre 5 secondi il precedente riferimento.
• Audi RS Q8 Performance (2024) con P Zero: 7:36.698, SUV di produzione più veloce sul tracciato.
• Hyundai Ioniq 5 N (2024) con P Zero Corsa: giro in 7:45.59, conferma delle performance anche sui crossover elettrici.
• Porsche Taycan Turbo GT (2023) con P Zero Trofeo RS: 7:07.55, miglior tempo per un'auto elettrica di serie, grazie alla tecnologia Pirelli Elect.
• Porsche Cayenne Turbo GT (2021) con P Zero Corsa: record nella categoria SUV.