Verstappen fa un regalo alla Red Bull

Sono tante quattrocento gare e la Red Bull ha trovato il modo migliore di festeggiare questo traguardo, vincendo un Gran Premio che dopo le libere di venerdì scorso sembrava irraggiungibile. Ce l'ha fatta grazie al suo campione, Max Verstappen, il pilota attorno a cui ruota tutta la squadra, autore dell'ennesima prestazione da fuoriclasse. Nessuno aveva mai vinto quattro volte di seguito a Imola, nemmeno Schumacher, nemmeno Senna. L'olandese c'è riuscito nonostante una monoposto innegabilmente inferiore – magari non ieri … - alla McLaren, sfruttando il suo talento e la sua aggressività.

Un bel regalo a un team che da un anno a questa parte non è più il dominatore assoluto della scena, com'era stato nel biennio precedente e nell'avvio della stagione scorsa. Nel 2024 Max era riuscito comunque a vincere il titolo Piloti ma quello Costruttori era via via diventato un affare fra McLaren e Ferrari, con la squadra di Milton Keynes relegata ad un ruolo da spettatrice che non le apparteneva più da tempo. Del resto, Max ha firmato da solo più della metà delle vittorie nella storia della Red Bull: 65 i successi dell'olandese, 124 quelli della squadra per cui ha disputato finora 193 Gran Premi. La Red Bull si sta avvicinando ad ampie falcate al terzo posto nella classifica assoluta dei successi: soltanto cinque vittorie la separano dalla Mercedes, con cui ha condiviso il dominio della massima competizione automobilistica negli ultimi tre lustri: niente male per una squadra creata da un'azienda che produce bevande e che fino al 2004 si era limitata a fare da sponsor.

Vent'anni dopo, la bacheca della squadra sempre diretta da Christian Horner – il più longevo fra gli attuali Team Principal – comprende, oltre alle vittorie già menzionate, ben otto titoli iridati Piloti (ai quattro di Verstappen vanno aggiunti quelli – anch'essi consecutivi – conquistati da Sebastian Vettel dal 2010 al 2013) e sei Costruttori (2010-2013, 2022-2023). Le pole position sono state 106, i piazzamenti sul podio 286, i giri più veloci in gara 100. Numeri da capogiro, ottenuti puntando sui giovani talenti fatti crescere alla dura scuola di Helmut Marko, l'eminenza grigia della squadra: sia su Vettel che su Verstappen la Red Bull aveva puntato quando erano poco più che degli adolescenti.

L'altro uomo chiave del ventennio è stato Adrian Newey, approdato a Milton Keynes alla fine del 2005. Sotto la sua guida tecnica sono arrivate le grandi vittorie, spesso firmate da idee geniali. Oggi il guru di Stratford-upon-Avon se n'è andato – destinazione Aston Martin – e gli effetti della sua partenza sembrano essere sempre più evidenti, visto appunto che la Red Bull non è più la miglior macchina del lotto. Però non va certamente sottovalutata la capacità di reagire di chi è rimasto, a cominciare dal direttore tecnico Pierre Waché. Non è un caso che ieri, nel dopo gara, il Team Principal della McLaren Andrea Stella abbia ammesso con grande onestà che a Imola la Red Bull è stata la più veloce in gara. E se puoi contare anche su un fenomeno come Verstappen allora nessun traguardo può essere precluso…
