Una McLaren da dieci e lode | Pirelli

Una McLaren da dieci e lode

 

E sono dieci. La McLaren ha conquistato a Singapore l'aritmetica certezza del suo decimo titolo Costruttori, un traguardo che assume un significato ancor più rilevante se si considera che sono passati 34 anni, vale a dire dal 1991, dall'ultima volta che la squadra di Woking aveva portato a casa due campionati consecutivi. A dire il vero, il successo di quell'anno fu il quarto consecutivo, accompagnato da altrettanti titoli Piloti (tre con Ayrton Senna e uno con Alain Prost), ma ciò nulla toglie al valore dell'impresa odierna, che viene coronata quando ancora restano ben sei Gran Premi da disputare. Del resto, il fatto che il bottino (650 punti) messo insieme da Oscar Piastri e Lando Norris sia esattamente doppio rispetto a quello dei più immediati inseguitori (la Mercedes di George Russell e Andrea Kimi Antonelli) dà il senso di quanto sia stata dominante finora la McLaren nel 2025. 

 

L'ascesa della squadra di Woking in questo quadriennio tecnico è stata vertiginosa. Quinto posto nel 2022 con appena un'apparizione sul podio, quarto nel 2023 con nove volte un pilota fra i primi tre ma mai sul gradino più alto, titolo Costruttori con sei vittorie e 21 piazzamenti sul podio lo scorso anno. In questa stagione l'esplosione: in 18 gare fin qui disputate sono arrivati dodici successi, nove pole position, 28 piazzamenti sul podio e, appunto, il bis iridato. Nessuno, nemmeno il fan più sfegatato o lo scommettitore più coraggioso, avrebbe mai immaginato uno sviluppo del genere alla fine del 2022, quando Andrea Stella, nominato da pochi giorni Team Principal da Zak Brown, disse che la McLaren aveva bisogno di recuperare “un secondo, un secondo e mezzo sugli altri”. Quasi tre anni dopo, sono tutti gli altri che devono pensare a come recuperare su un team che, nel 2025, ha dimostrato di essere il più forte e il più completo, sotto ogni punto di vista. 

Certo, oggi il titolo Costruttori non basta più. C'è da portare a casa il campionato Piloti, un affare che fino alla pausa estiva, sembrava essere una faccenda tutta interna fra Piastri e Norris. Non che la situazione sia cambiata radicalmente da Zandvoort in avanti ma è fattuale che Max Verstappen ha insinuato qualche dubbio, con uno sprint da 86 punti in quattro gare che gli ha permesso di ridurre sensibilmente il ritardo dalla vetta: 34 i punti guadagnati sull'australiano, 47 sull'inglese. Il margine di vantaggio di Piastri (63 punti) è ancora molto importante ma i punti in palio (174) sono tanti, visto che ben tre dei rimanenti sei Gran Premi includono anche la gara Sprint. E se c'è un pilota in circolazione capace di ribaltare situazioni impossibili questo è proprio il campione in carica.

 

Meglio, quindi, fare attenzione e non rischiare di compromettere un obiettivo così importante come il titolo Piloti con duelli fratricidi: fin qui la naturale competizione interna fra Piastri e Norris è stata gestita con attenzione e trasparenza ma guai a farsi attirare da certe sirene e certe tentazioni che vorrebbero dare carta bianca ai due piloti una volta conquistato l'obiettivo di squadra, cioè il titolo Costruttori. Arrivati a questo punto, bisogna fare il massimo non soltanto per completare la doppietta iridata ma anche per monopolizzare le prime due posizioni della classifica Piloti. Peraltro, se c'è uno che ha ben chiara la situazione è proprio Stella, cresciuto alla scuola della Ferrari di Todt dove non c'era spazio per svolazzi romantici, nemmeno quando il discorso mondiale era magari già stato archiviato in estate.