Tutto quanto fa spettacolo | Pirelli

Tutto quanto fa spettacolo

 

Il Gran Premio di Miami ha offerto spettacolo ed emozioni nel primo terzo, quando i quattro piloti partiti nelle prime due file - Verstappen, Norris, Antonelli e Piastri - si sono esibiti in una serie di duelli senza esclusione di colpi. Poi, quando dal giro 18, le due McLaren si sono ritrovate al comando, l'azione in pista si è placata, soprattutto per quanto riguarda le posizioni di vertice. Schiacciante da quel momento in poi il dominio dei campioni in carica, che a Miami hanno dato sostanza alla loro superiorità tecnica in gara come mai avevano fatto prima in questa stagione: 37”664 il distacco accumulato alla bandiera a scacchi da Russell (Mercedes), primo degli altri, pari ad una media di più di sei decimi di secondo al giro.

 

Difficile quindi affermare che la quarta edizione di questa gara passerà alla storia della Formula 1, anche se c'è un piccolo dato statistico che val la pena di ricordare: è stata infatti l'ottantesima gara valida per il Campionato del Mondo Piloti ospitata sul suolo americano, rendendo gli USA il secondo Paese con più Gran Premi organizzati dal 1950 ad oggi (Italia prima con 107). Se si considera che anche quest'anno gli States ospiteranno tre Gran Premi, si capisce quanto pesino sempre di più nella storia e nell'attualità della massima competizione automobilistica. 

 

Un altro motivo per cui Miami 2025 sarà ricordata è per aver offerto la Drivers' Parade più bella della storia di questa attività dedicata agli spettatori in pista. Infatti, invece di effettuare il consueto giro pista a bordo di un camion o seduti su delle macchine stradali, Verstappen, Norris e compagnia hanno potuto divertirsi e sfidarsi a bordo di dieci monoposto – ognuna replica fedele in scala quasi reale delle vere vetture, livree incluse - costruite con oltre quattrocentomila mattoncini Lego per un peso complessivo di una tonnellata (cui vanno aggiunti altri 500 chili di struttura telaistica in acciaio e sistemi di propulsione e frenata) ed equipaggiate, ovviamente, con pneumatici Pirelli, questi assolutamente reali! Le dieci coppie di piloti si sono suddivise ciascuna sulla Lego car di competenza e si sono lanciate – anche se la velocità consentita (al massimo 20 km/h) dal motore elettrico che le spingeva non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella delle monoposto reali – dalla griglia di partenza dandosi battaglia a suon di sorpassi, ruotate e tagli di chicane, per una volta liberi di divertirsi come dei bambini senza preoccuparsi dei limiti della pista o di chi aveva preso in vantaggio l'apice della curva. 

 

 

È stata la parata dei piloti più divertente che abbiamo mai fatto“, ha dichiarato Lewis Hamilton.  “Qualche manovra scorretta da parte di questo qui (Gasly)! È stato davvero divertente”.
Dovranno pulire la pista, ci sono un bel po‘ di pezzi di Lego sparsi”, ha commentato Max Verstappen. “Un po' diversa dal solito, questo è certo!” 

 

 

I commenti dei piloti riportati sul New York Times – dove l'articolo sulla Drivers' Parade è rimasto per due giorni in home page – sono sintomatici del successo che questa iniziativa portata avanti dalla Formula 1 in collaborazione con Lego ha avuto, non soltanto negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Perché ormai questo sport sta riuscendo a raccogliere in ogni suo evento sempre più diverse forme di intrattenimento attorno al suo centro – le corse automobilistiche – rendendo davvero ogni Gran Premio una sorta di Super Bowl. Del resto, questa era la visione di Liberty Media quando, all'inizio del 2017, si presentò al mondo della Formula 1. Allora lo scetticismo era palpabile, soprattutto da parte degli addetti ai lavori ma anche dei commentatori più tradizionalisti. “Non ce la faranno mai a mettere d'accordo le squadre a fare le cose tutti insieme”, era il mantra più comune: invece, nove anni dopo, siamo arrivati a far correre le macchine di Lego in pista, con la piena consapevolezza che tutto quanto fa spettacolo e tutti i suoi attori ne guadagnano, in un modo o nell'altro.