Questione di centimetri | Pirelli

Questione di centimetri

 

 

Si fa largo un triello nella lotta per il titolo Piloti, che vede protagonisti da un lato la coppia papaya formata da Oscar Piastri e Lando Norris, entrambi nei panni degli sfidanti, dall'altro il detentore del titolo (dei titoli, visto che sono quattro consecutivi), vale a dire Max Verstappen. Dodici sono i punti in cui sono racchiusi i tre contendenti. In testa a quota 99 c'è il più giovane e inaspettato dei tre, Piastri, fresco fresco di primato, seguito dal favorito della vigilia, Norris, ora staccato di 10 punti. Subito dietro, con altre due lunghezze di ritardo, c'è lui, Verstappen, il guastafeste, il tiranno che non vuole assolutamente abdicare nonostante le difficoltà tecniche della sua Red Bull, di cui peraltro è praticamente l'unico alfiere, visto che in cinque gare i suoi compagni di squadra – prima Lawson poi Tsunoda – hanno raccolto la miseria di due punti. Dodici punti non sono niente in un campionato di 24 Gran Premi e sei Sprint: se fossero trasformati in una distanza fisica visibile sarebbero ancora centimetri, così come sono stati dei centimetri a decidere il Gran Premio dell'Arabia Saudita.

 

Prima, sabato, ci sono stati quelli – difficilmente valutabili – che sono costati a Norris un errore fatale in qualifica fra la curva 4 e la 5: fosse passato qualche centimetro più all'interno del cordolo magari non sarebbe finito contro il muro, autoeliminandosi dalla lotta per la pole e, di conseguenza, per la vittoria. Poco dopo, ci sono stati i 70,7 centimetri - dieci millesimi di secondo - che hanno separato Verstappen da Piastri, dando all'olandese una pole insperata e, sulla carta, un vantaggio importante per la gara. Infine, ci sono quelli che, a seconda dei punti di vista, aveva o non aveva Max di vantaggio su Oscar all'apice della prima curva dopo la partenza.

 

Gli Steward non hanno avuto dubbi e hanno inflitto a Max una penalità di cinque secondi, da scontare al pit-stop. Considerato che il distacco finale sotto la bandiera a scacchi è stato di 2”843 si potrebbe dire che la penalità sia stata determinante per il risultato ma la controprova non esiste. Chi può dire con certezza che Piastri non avrebbe comunque superato, vuoi in pista vuoi al pit-stop? Un conto è sapere che il tuo avversario ha una penalità da scontare e, quindi, poter gestire al meglio il momento del pit-stop, un altro è essere obbligati a passarlo in un modo o nell'altro per poter vincere la gara e, magari, a sfruttare fino in fondo il potenziale a disposizione. Perché anche ieri a Gedda, così com'era accaduto a Sakhir otto giorni prima, si è visto quanto Piastri sia sempre più in controllo della situazione, sapendo gestire la gara nella maniera più efficace possibile: si è preso un rischio al via, ha sfidato Max sul suo terreno preferito, quello del corpo a corpo, ha avuto la meglio in qualche modo e poi non ha commesso nemmeno una piccola sbavatura, vincendo con pieno merito. 

 

Ecco, se c'è una lezione che si può trarre dalla gara di ieri è che Verstappen ha due avversari non solo molto forti ma pure diversi fra loro: se a uno di questi, Norris, un po' le misure le ha già prese l'anno scorso, con l'altro la storia sembra essere differente.