La “prima volta” della Formula 1 oltre la Cortina di Ferro

L'Hungaroring festeggia questo fine settimana la sua quarantesima presenza nel calendario iridato, un traguardo prestigioso e un segno tangibile di quanto questa pista sia diventata un “classico” della Formula 1. Non è un caso che solamente sette circuiti abbiano ospitato più gare: Interlagos (41), Nürburgring (41), Montreal (44), Spa-Francorchamps (58), Silverstone (60), Monaco (71) e Monza (74).
Dalla prima edizione del 1986, il Gran Premio d'Ungheria è sempre rimasto una delle tappe della stagione ed è stato teatro di diverse “prime volte” significative, a cominciare proprio da quell'anno. Fu quello, infatti, il primo evento di Formula 1 a svolgersi al di là di quella che era ancora denominata la “Cortina di Ferro”, sebbene ormai un po' annacquata, perlomeno in Ungheria. Il paese danubiano godeva all'epoca di una sorta di privilegio nell'ambito della zona d'influenza dell'allora Unione Sovietica: era ancora un regime comunista, con alla guida quel Janos Kadar sin dalle ceneri della rivoluzione del 1956, ma aveva un po' allentato le maglie, soprattutto sul piano della libera iniziativa economica facendo anche qualche piccola concessione su quello delle libertà di movimento dentro e fuori l'Ungheria, tanto che Budapest era diventata negli anni Ottanta un punto d'incontro fra i giovani turisti che venivano dall'Ovest e quelli dell'Est.

Dall'inizio del decennio Bernie Ecclestone aveva cominciato a coltivare l'idea di portare un simbolo del capitalismo come la Formula 1 nell'Europa dell'Est. Meglio ancora se in Unione Sovietica: sogna un circuito cittadino a Mosca, ma la burocrazia e la paura di un colpo propagandistico frenano tutto. L'idea rinasce nel marzo 1983 a Rio de Janeiro, dove Ecclestone, su consiglio dell'amico Tamás Rohonyi, un ungherese emigrato in Brasile e che già collabora con Mr. E nell'organizzazione del Gran Premio di quel Paese, guarda all'Ungheria come possibile sede per una gara di Formula 1.
Conquistato dall'idea, il governo ungherese crea un consorzio incaricato di trattare direttamente con Ecclestone, con l'avallo della FISA. Le due parti firmano un contratto quinquennale. La FOCA si aggiudica l'intero (esiguo) profitto derivante dai diritti televisivi e pubblicitari. La vendita dei biglietti sarà l'unica fonte di reddito per gli organizzatori. Dopo alcune esitazioni, lo Stato ungherese decide di costruire un circuito permanente nuovo di zecca tra i comuni di Mogyoród e Kerepes, a venti chilometri da Budapest. Nasce così l'Hungaroring: 6,4 km di pista completati in soli otto mesi.

Il 10 agosto 1986 va in scena il primo Gran Premio d'Ungheria, anche primo nella storia della F1 oltre la Cortina di Ferro. La corsa richiama quasi 200.000 spettatori, molti dei quali arrivati da tutto il blocco orientale: un primato di presenze che durerà quasi un decennio. Il duello tra la Lotus di Ayrton Senna e la Williams di Piquet culmina in uno dei sorpassi più spettacolari della storia della Formula 1, con quest'ultimo che conquista la vittoria. Il successo dell'evento consolida l'Ungheria come eccezione aperta nel mondo comunista e segna l'inizio dell'espansione globale della Formula 1 voluta da Ecclestone.

Quasi quarant'anni dopo, in una Formula 1 che oggi spazia dalle mille luci di Las Vegas alle palme di Melbourne, dal tramonto di Abu Dhabi alla notte di Singapore, l'Hungaroring è sempre qui. E ha saputo pure rinnovarsi, con un profondo lifting che lo ha portato all'altezza delle piste più moderne, mantenendo comunque ancora quel certo non so che di Vecchia Europa che viene certamente dalla bellezza di una città – Budapest - dove anche le panchine in un parco hanno un fascino particolare.