Il regno incompleto di Max: manca solo Singapore

Quattro titoli mondiali, 67 Gran Premi vinti: in undici stagioni in Formula 1 Max Verstappen è già uno dei più grandi piloti nella storia di questo sport. L'olandese ha costruito la sua leggenda vincendo ovunque. Circuiti storici, moderni, veloci, lenti, cittadini e permanenti: non c'è pista che sembra sfuggire alla sua voracità. Da Monte Carlo a Monza, da Suzuka a Silverstone, Max ha tracciato una mappa quasi completa delle sue conquiste. Quasi.
Perché c'è un posto che ancora gli sfugge, un lampo di luce che resiste all'ombra del suo dominio: Singapore.

Nella città-Stato asiatica Verstappen ha corso otto volte ed è salito sul podio solamente in tre occasioni: nel 2018 arrivò secondo dietro la Mercedes di Lewis Hamilton, nel 2019 terzo alle spalle della coppia ferrarista Vettel-Leclerc, lo scorso anno ancora secondo, battuto sonoramente dalla McLaren di Lando Norris. Nemmeno nel 2023, l'anno in cui più di ogni altro il binomio Verstappen-Red Bull è stato dominante, è arrivato il successo: fu quella l'unica gara della stagione sfuggita alla squadra di Milton Keynes – vinse la Ferrari di Carlos Sainz – e l'unica volta in cui Max non salì sul podio.

Eppure, il circuito di Marina Bay non ha nulla per risultare indigesto a Verstappen. Il suo cursus honorum sui tracciati cittadini è di tutto rispetto: due vittorie ciascuno a Monaco, a Gedda, a Baku e a Miami, una a Las Vegas, cui vanno aggiunte anche sei pole position (due a Miami e a Gedda, una ciascuna a Baku e a Monaco). Peraltro, anche nella sfida contro il cronometro il nome di Singapore manca nella lista dei circuiti su cui Max ha lasciato il segno: in otto qualifiche soltanto tre volte (2017, 2018 e 2024) è riuscito almeno ad issarsi in prima fila. Peraltro, non è così insolito che ci siano delle gare tabù nella carriera anche dei grandissimi della Formula 1, basti pensare ad esempio ad Alain Prost, mai vincitore a Silverstone, e ad Ayrton Senna, che non riuscì mai ad imporsi a Monza. Per dire che Max è comunque in buona compagnia.

Quest'anno nelle quattro gare disputate fin qui su piste praticamente senza via di fuga (Gedda, Miami, Monaco e Baku), il campione in carica è il pilota che ha raccolto più punti (67), davanti a Piastri (65) e a Norris (61). Considerato che la McLaren è stata di gran lunga la monoposto più competitiva durante la stagione, senza particolari differenze legate alle caratteristiche dei circuiti, si evince come Max abbia fatto ancora una volta la differenza. Se si tiene infine presente che, dal ritorno dalla pausa estiva il pilota della Red Bull è quello che ha accumulato il punteggio più elevato (68), addirittura tre in più della somma dei due piloti McLaren (40 Piastri, 24 Norris), forse si stanno allineando tutti i pianeti per permettere a Max di sfatare l'ultimo tabù, completando così l'en-plein di vittorie in ciascuno dei 24 Gran Premi che fanno parte attualmente del Campionato del Mondo. Se dovesse essere così, in casa McLaren la campanella d'allarme suonerebbe sempre più forte, perché un tris di vittorie come questo sarebbe la conferma che il titolo Piloti non è più una questione tutta papaya.