Brasile e corse, non è solo Formula 1

Dai circuiti alle speciali
Nel corso degli anni non c'è stata penuria di piloti di Formula 1 brasiliani, da Ayrton Senna a Pedro Diniz. Ma una cosa che non troverete molto spesso è un pilota brasiliano di rally, nonostante una volta ci fosse un round del World Rally Championship in Brasile (nel 1981 e 1982, quando fu vinto da Ari Vatanen e Michele Mouton). Quindi non un evento per dilettanti. Più di recente a Curitiba c'è stata anche una tappa brasiliana che faceva parte dell'Intercontinental Rally Challenge (vinta da Kris Meeke in entrambe le occasioni, 2009 e 2010).
Tutti questi illustri piloti hanno bei ricordi della partecipazione alle speciali brasiliane – principalmente su veloci tratti ghiaiosi – quindi cosa è successo?
La questione principale è che la cultura delle corse è così radicata in Brasile (con il calcio) che non c'è posto per altro oltre le quattro ruote e un circuito. Il rally è qualcosa che preferiscono invece i vicini (non sempre amati) argentini.
Avete mai sentito di un campione brasiliano in moto? Ecco. Ma c'è un uomo che sta cercando di rompere questo stampo: in ogni senso. Vi presentiamo Paulo Nobre: un noto pilota brasiliano di rally nel campionato mondiale (anzi, l'unico) che ha sempre corso con Pirelli, ma in un modo diverso da chiunque altro.

Goal!
Paulo si conforma allo stereotipo nazionale, visto che è ossessionato dal calico. In particolare da una squadra: il Palmeiras, di Sao Paulo. È uno dei circa 18 milioni di tifosi della squadra, ma ha un vantaggio perché è stato eletto presidente del club nel 2012: in pratica, a capo di tutto.
Una delle sue priorità era internazionalizzare il Palmeiras, ed ecco perché quando correva nel World Rally Championship, la sua MINI WRC aveva il grande logo verde e bianco del Palmeiras. Come strumento di marketing, funzionò perfettamente. Ne stiamo parlando ancora adesso, no? La sua fu una storia unica: il presidente high-profile del calcio che era anche un pilota di rally.
Il risultato, per un dilettante, fu anche di tutto rispetto: generalmente nella top 20 in eventi duri come Monte-Carlo e Sardegna. Di frequente andava a una partita in Brasile e poi prendeva subito un aereo per correre in Europa il giorno dopo, quindi faceva molti dei rally più o meno alla cieca, con pochissimo tempo per test e prove.
Quello che però è ancora più impressionante è stato come tutto questo abbia funzionato bene per il Palmeiras stesso. Sotto la sua presidenza, la squadra vinse la Serie B brasiliana nel 2013, la Copa do Brasil nel 2015, e la Serie A nel 2016. Missione compiuta.
“E' stato un mix incredibile di motorsport e calcio e siamo riusciti a fare qualcosa di abbastanza speciale”, sottolinea Nobre – noto nei rally anche per i suoi occhiali colorati e per un'energia a quanto pare inarrestabile.
Ritorno in Europa
Terminati i quattro anni di presidenza nel 2016, di recente Nobre è riuscito a concentrarsi un po' di più ai rally. Per sua stessa ammissione, i suoi impegni stavano diventando pazzeschi quando stave cercando di fare entrambe le cose, ed era sul punto di crollare. Ha sempre fatto le cose al massimo, avendo anche giocato a calcio finché non si è rotto una gamba a 33 anni. Mentre era in convalescenza, ha passato il tempo guardando altri sport – ecco cosa l'ha attratto al motorsport. Nel 1999, ha debuttato nel rally. E da lì ha preso il via tutto: ha persino corso alla Dakar.
Adesso, a 51 anni, ritorna al rally nell'European Rally Championship. Questa volta al volante di una Skoda Fabia R5, ma sempre su pneumatici Pirelli.
Il tempo lontano dal volante non l'ha arrugginito: a inizio anno ha vinto un rally in Brasile e nei round europei è stato in grado di finire nella top 10. Sta anche parlando di rally più seriamente che mai: finora quest'anno ne ha fatti 18, inclusi sei round del campionato del mondo.
La sua filosofia di vita è semplice: “Non c'è dubbio che io sia una persona versatile,” dice. “Mi piacciono cose molto diverse e prendo seriamente tutto quello che faccio. Non posso dire di raggiungere sempre i miei obiettivi, ma faccio il possibile per riuscirci, senza pensare mai di mollare. È importante avere delle sfide raggiungibili nella vita, per non diventare una persona arrabbiata. Il mio obiettivo principale è essere soddisfatto nella vita, felice e non rimpiangere mai quello che ho fatto.”
In questo c'è una lezione per tutti noi.