La storia incredibile della Route du Rhum, la regina delle regate transatlantiche | Pirelli

La storia incredibile della Route du Rhum, la regina delle regate transatlantiche

La storia incredibile della Route du Rhum, la regina delle regate transatlantiche

La Route du Rhum è sempre un appuntamento speciale per gli appassionati di vela e l'edizione del 2022 sembra destinata a rimanere nella storia. Sono iscritte 138 barche e due milioni di persone sono attese al villaggio di partenza: sarà la più numerosa, la più vista, la più attesa di sempre; farà sognare tutti gli appassionati con la sua varietà di barche, di velisti, di specialità e di personalità in partenza da Saint-Malo, al nord della pointe du Grouin (nel comune di Cancale in Bretagna), tra fine ottobre e inizio novembre.

La destinazione è Pointe-à-Pitre, in Guadalupa, a 3.542 miglia nautiche – 6.562 km – dalla partenza: uno sprint nell'Atlantico verso il traguardo, così com'era stata immaginata oltre quarant'anni fa, alla fine degli anni ‘70, da Michel Etevenon.

Fin dalla sua prima edizione, e dalla vittoria del piccolo trimarano di Mike Birch contro la barca ben più grossa di Michel Malinovsky, la Route du Rhum è lo specchio della bellezza tecnica e tecnologica della vela transatlantica. Una regata che trova le sue radici proprio nel desiderio di dare sfoggio a ogni tipo di imbarcazione e specialità: c'è tutto lo spirito di uno sport che sa essere vario e spettacolare in ogni sua declinazione.

Il merito va a un pubblicitario parigino che non apprezza la limitazione delle dimensioni massime delle barche nella Transat inglese del 1976: l'imposizione dei 56 piedi per regate transatlantiche non gli va a genio. Così nel maggio del ‘78  Michel Etevenon presenta ufficialmente sulle pagine dell'Equipe – uno dei più importanti quotidiani sportivi al mondo – il percorso della Route du Rhum, la prima regata transatlantica francese in solitario, che sarebbe partita dalla Bretagna.

Già la prima edizione consegna questa regata all'immortalità, grazie alla leggendaria vittoria di Mike Birch, che vince con un distacco minimo di 98 secondi su Michel Malinovsky, dopo una corsa sfiancante lunga 23 giorni in mare.

Non solo, quell'anno partecipa anche Florence Arthaud, una giovanissima ragazza francese che quattro anni prima, a 17 anni, era finita in coma a seguito di un incidente d'auto: era rimasta sei mesi in ospedale e le erano occorsi due anni per recuperare completamente. La sua partecipazione sembra impossibile appena pochi mesi prima del via. Invece compete e arriva undicesima, dopo 27 giorni di navigazione: una performance che le vale il soprannome di “piccola sposa dell'Atlantico”, anche se non le piace poi così tanto. Arriva davanti a Philippe Poupon e a Laurent Bourgnon, sbarca a Pointe-à-Pitre esausta e ormai privata dell'elettronica e dei sistemi di comunicazione da quando ha attraversato le Azzorre.

Già, perché c'è anche questo aspetto tecnologico. La quarta edizione, quella del 1990, segna una svolta anche dal punto di vista delle imbarcazioni. È l'edizione in cui i trimarani – ormai egemoni nelle corse in solitario – si impongono. Compaiono nuove tecnologie: le barche sono prevalentemente in carbonio, cambiano di peso, rigidità e resistenza, in mix tutti nuovi e fenomenali. È anche l'anno in cui compare il Global Positioning System, il Gps, che permette a ogni velista di conoscere la propria posizione in tempo reale e di avere contezza del meteo, quindi delle rotte ottimali.

Nonostante questo, però, il mare e il vento sono protagonisti colpendo la flotta e gli atleti: la Elf Aquitaine III di Jean Maurel viene disalberata, mentre alla barca di Laurent Bourgnon a un certo punto si spacca la deriva.

Per entrare nella storia delle regate in solitario e della vela, la Route du Rhum è insomma un passaggio chiave. Navigare tra le onde dell'Oceano Atlantico in pieno autunno è una sfida per pochi. Ma il perfezionamento tecnico e tecnologico della vela transatlantica sta dimostrando di poter spingere ancora un po' in là – edizione dopo edizione – i limiti dei velisti che si cimentano in questa regata. Il record della traversata è stato stabilito nel 2018 da Francis Joyon su IDEC Sport, in 7 giorni, 14 ore, 21 minuti e 47 secondi, migliorando così il precedente record, stabilito nel 2014 da Loïck Peyron su Maxi Solo Banque Populaire VII – con un tempo di in 7 giorni, 15 ore, 8 minuti e 32 secondi.

Quest'anno cerca spazio tra i protagonisti anche Ambrogio Beccaria, a bordo della sua “Alla grande”, nella quota Class40, pronto a fare la storia di una regata che di storia è intrisa.

La storia incredibile della Route du Rhum, la regina delle regate transatlantiche
La storia incredibile della Route du Rhum, la regina delle regate transatlantiche

Sarà tra i tanti velisti che sono a bordo di un Class40 – la flotta più numerosa di questa edizione. Il numero di Class40 iscritti cresce a ogni edizione, forse perché le regole da seguire per le barche sono semplici e rigorose ma lasciano ai designer ampia libertà di esprimere le proprie idee. Ancora oggi però la Route du Rhum-Destination Guadeloupe è la regina delle regate transatlantiche in solitaria, con la sua diversità delle classi e la mescolanza dei generi.