America's Cup 2007, Alinghi vince orfano di Coutts | Pirelli

America's Cup 2007, Alinghi vince orfano di Coutts

America's Cup 2007, Alinghi vince orfano di Coutts

Per la difesa del trofeo conquistato a sorpresa in Nuova Zelanda, il detentore Alinghi è costretto a scegliere una sede al mare. Dal ‘barrage' tra Marsiglia, Napoli e Valencia esce vincente la città spagnola che grazie alla manifestazione cambierà volto. Molti speravano che Bertarelli, italiano di nascita, preferisse Napoli ma i realisti erano certi che proprio in base alla sua nazionalità, l'imprenditore svizzero fosse perplesso sulla possibilità di trasformare Bagnoli in pochi anni.

Dal punto di vista organizzativo e di movida, la 32ma edizione resterà uno spettacolo difficilmente eguagliabile. Non fosse che alla Louis Vuitton Cup si iscrivono ben undici team, con una novità assoluta: un sindacato che arriva dal Sudafrica. Si chiama Team Shosholoza (dal nome di una canzone popolare), è armato da un italiano che ha fatto fortuna a Città del Capo – Salvatore Sarno – e diventa immediatamente il più tifato. Vincerà 9 prove su 20.

Tre sfide italiane

L'Italia, oltre a ripresentare Luna Rossa Challenge con un equipaggio ancora più internazionale e ricco di campioni, ma con un altro guidone (quello dello Yacht Club Italiano di Genova) porta altri due sindacati a Valencia: c'è ancora Mascalzone Latino, affidato alla coppia Vasco Vascotto-Flavio Favini, ma la curiosità è tutta per +39, il team creato dal Circolo Vela Gargnano, il circolo più prestigioso del Garda. E' la prima sfida lacustre in assoluto anche se molti big dell'equipaggio sono britannici, a partire dall'asso Iain Percy.

Gli altri iscritti alla Louis Vuitton Cup sono in parte vecchie conoscenze (il francese Areva Challenge, lo svedese Victory Challenge, lo spagnolo Desafio Espanol) e in parte debuttanti come i tedeschi di Team Germany e China Team che peraltro ha appaltato quasi tutto a un gruppo di velisti francesi. Poi ci sono i due favoriti: Team New Zealand che ha chiesto alla leggenda della vela oceanica Grant Dalton di essere il nuovo Peter Blake e Bmw Oracle Racing, ancora più preparato rispetto ad Auckland.

La sorpresa Desafio Espanol

I round robin – che iniziano nell'aprile del 2007 - risultano appassionanti per stabilire il quarto semifinalista. Troppo forti Team New Zealand e Bmw Oracle Racing che finiscono appaiati con 17 successi in 20 regate. Luna Rossa Challenge si comporta bene e perde solo una prova in più. I padroni di casa di Desafio Espanol che hanno in Luis Doreste un grande skipper riescono per un solo punto ad avere la meglio su Victory Challenge mentre Mascalzone Latino Capitalia finisce sesta con dieci vittorie e altrettante sconfitte. Male +39, fermata anche da problemi tecnici e di budget: chiude con cinque successi.

Alle semifinali, Team New Zealand vince ma concede due prove a Desafio Espanol mentre i ragazzi di Bertelli rifilano un perentorio 5-1 a Bmw Oracle Racing. La finale della Louis Vuitton Cup offre la possibilità a Luna Rossa Challenge di rifarsi della sconfitta patita nel 2000 ad Auckland. Ma la barca kiwi trova le condizioni ideali di vento leggero e malgrado il team italiano – guidato da James Spithill e Torben Grael – non molli mai, tutte e cinque le regate finiscono nello stesso triste modo. Team New Zealand è prontissima allo scontro finale, Bertelli annuncia l'uscita di scena ma poi ci ripenserà l'anno dopo.

All'ultima boa

Alinghi si appresta alla difesa, senza il guru Russell Coutts, entrato in conflitto con patron Bertarelli per visioni diverse e forse anche per ragioni personali. Ma l'armatore svizzero non è sicuramente uno che si spaventa: al suo posto c'è lo statunitense Ed Baird, ottimo timoniere, e il gruppo neozelandese non lo ha tradito. Ma questa volta, Team New Zealand è fortissimo quanto e forse di più dei rivali pur con una barca meno completa nelle prestazioni: è 2 a 2 dopo le prime quattro regate con distacchi mai superiori ai 30 secondi.

Nella quinta prova, la spunta Alinghi grazie a qualche problema con lo spinnaker sulla barca di Dean Barker mentre nella sesta, il successo non è mai in dubbio. Si arriva al 3 luglio per la regata decisiva, un continuo alternarsi da vera match race: alla fine, per un solo secondo è la barca rossocrociata a tagliare il traguardo. Difesa vittoriosa ma i neozelandesi sono stati fenomenali.