Proteggere e rigenerare gli ecosistemi naturali non è solo una questione etica, ma una necessità concreta per coniugare competitività industriale e sostenibilità ambientale. È in questa direzione che si colloca il supporto di Pirelli al progetto Blue Forest, un'iniziativa sviluppata da One Ocean Foundation in collaborazione con l'Università di Sassari. Si tratta della più estesa iniziativa di riforestazione marina nel Mar Mediterraneo, orientata alla tutela e al ripristino di Posidonia oceanica, pianta endemica dei nostri mari e fondamentale per la salute dell'ecosistema marino.

La Posidonia oceanica è una vera e propria alleata contro il cambiamento climatico: produce ossigeno, protegge le coste dall'erosione e assorbe grandi quantità di CO₂. Inoltre, la sua presenza è un indicatore diretto della salute dei mari. In Sardegna, a Cala di Volpe, un'area individuata grazie a ricerche scientifiche condotte dall'ateneo sardo, sono già stati riforestati 300 metri quadrati di fondale per conto di Pirelli, destinati a crescere ulteriormente entro il 2026.
La scelta di sostenere Blue Forest non è casuale. “Siamo ospiti del pianeta, e come tali abbiamo il dovere non solo di proteggere la natura, ma di contribuire attivamente alla sua rigenerazione, ovunque si trovino le nostre attività”, afferma Filippo Bettini, Senior Advisor Sustainability di Pirelli. Ed è proprio questo approccio dalla vision globale a guidare l'azienda: la tutela dell'ambiente non si ferma ai confini degli stabilimenti produttivi, ma coinvolge l'intera catena del valore.

L'iniziativa di One Ocean Foundation, presentata ufficialmente durante la Ocean Week 2025, riflette l'approccio di Pirelli allo sviluppo sostenibile: esso deve essere concreto, misurabile e basato su evidenze scientifiche. Così come la storica alleanza tra Pirelli e One Ocean Foundation: costruita su valori condivisi e che mira a promuovere modelli industriali capaci non solo di limitare l'impatto ambientale, ma anche di rigenerare il capitale naturale.
La partecipazione di Pirelli a Blue Forest si inserisce quindi in un quadro più ampio: per Pirelli, la protezione della natura è uno dei pilastri della propria strategia di sostenibilità. “La perdita di biodiversità non è un rischio teorico: minaccia risorse fondamentali come l'acqua, l'aria pulita, la fertilità del suolo e la stabilità del clima”, continua Bettini. Da qui nasce l'impegno a sviluppare strumenti operativi, come il Biodiversity Action Plan, attivato in tutti gli stabilimenti per monitorare e mitigare gli impatti ambientali locali.

Tale piano prevede misure concrete: dall'ottimizzazione dell'uso dell'acqua alla riduzione delle emissioni, fino alla creazione di spazi verdi, alla piantumazione di specie autoctone e alla promozione dell'apicoltura urbana. Tutte azioni ispirate agli standard internazionali più rigorosi, come quelli proposti da IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) e LEAP (Livestock Environmental Assessment and Performance Partnership).
E l'impegno, come vediamo nel caso di Blue Forest, non si limita al perimetro aziendale. L'attenzione alla biodiversità si estende anche alla catena di fornitura, in particolare a quella della gomma naturale, materia prima chiave per Pirelli. L'azienda ha adottato, in tale logica, una Politica di Acquisto Sostenibile della gomma naturale, sviluppata insieme a ONG, fornitori e clienti, e nel 2021 è diventata la prima – e tuttora l'unica – realtà a produrre pneumatici con gomma naturale certificata FSC®, a conferma della gestione responsabile delle foreste e del benessere delle comunità locali.

Per Pirelli, investire nella biodiversità è anche una scelta strategica: “I nostri stakeholder – dai clienti agli investitori, fino ai dipendenti – si aspettano un impegno autentico, che integri il rispetto per l'ambiente nella creazione di valore”, conclude Bettini. E il progetto Blue Forest, con il suo approccio scientifico e la sua visione rigenerativa, ne è la dimostrazione più chiara: fare industria in modo responsabile non solo è possibile, ma sempre più necessario.
