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Quattro libri per viaggiare con la mente

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La bellezza del viaggio sta nella scoperta di luoghi nuovi, vicini e lontani, nell'incontro con culture, tradizioni e mentalità diverse dalla nostra. E il desiderio di viaggiare può nascere anche da una lettura. Ecco allora  quattro libri che parlano di viaggio, quattro autori, quattro stili letterari completamente diversi che ci aiuteranno a sentirci più liberi di esplorare il mondo con occhi pieni di curiosità e da una prospettiva completamente nuova.

Per citare l'esploratrice e scrittrice Isabelle Eberhardt, “Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica, forse, ma una gioia per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del mondo”.

David Szalay, Turbolenza

Dodici storie di partenze e ritorni. Dodici personaggi ritratti dalla scrittura asciutta e essenziale di David Szalay, in viaggio da un capo all'altro del mondo. I dodici saggi diventano una vera e propria staffetta letteraria “in volo”, ognuno di loro introdotto da una tratta aerea. L'aereo non è infatti solo il mezzo di trasporto che simboleggia la contemporaneità, ma rappresenta in questo libro la condizione instabile e precaria degli uomini, delle loro paure e dei loro desideri.

I dodici protagonisti vivono esperienze diverse, ma con un unico comune denominatore: la riflessione sulla provvisorietà della vita umana, quella che Szalay stesso definisce “una strana discontinuità della sua presenza nel mondo”. La turbolenza, anche la più lieve, per Szalay “poneva fine all'illusione di sicurezza, il modo in cui rendeva impossibile fingere di trovarsi in un luogo protetto”: secondo l'autore, il volo non è solo un comune mezzo di trasporto tra i protagonisti, ma anche la metafora del destino di ognuno di noi. Un luogo non sicuro, nel quale non ci si può nascondere o proteggere, ma dove però ognuno può riflettere sulla propria condizione.

Luis Sepulveda, Patagonia Express

Appunti dal sud del mondo, oltre il 42° parallelo. Scorci di luoghi talmente lontani da sembrare impossibili da raggiungere. Posti dove la natura spiazza l'uomo, per bellezza e particolarità. Luis Sepùlveda in “Patagonia Express” scrive del suo Cile, quel Paese lungo e stretto fino alla fine del mondo, dal quale è dovuto scappare durante la dittatura di Pinochet e dove è tornato, armato di carta e penna, per attraversarlo e scoprirlo.

Sepùlveda raccoglie in dodici capitoli, gli Appunti, le vicende di personaggi particolari come Carlos E Basta, un uomo che nella vita voleva solo volare e che si inventò una professione adatta a coprire le immensità degli spazi nel sud del Cile: rifornire le estancias su un piccolo volo o un elicottero. Quello di Carlos E Basta è solo uno dei ritratti con cui Sepùlveda porta il lettore nel cuore dei territori visitati, alla scoperta di quella Patagonia che non è solo una regione mitica, ma è fonte di ispirazione per tanti viaggiatori partiti all'avventura sulle orme di quei personaggi che, come descrivono le ultime frasi del volume, “sono tutti con me e mi permettono di dire a voce alta che vivere è un magnifico esercizio”.

Bill Bryson, Una passeggiata nei boschi

Due amici, non più giovanissimi e decisamente fuori forma: la coppia meno adatta per affrontare gli oltre 3.400 chilometri dell'Appalachian Trail, il re dei sentieri a lunga percorrenza attraverso 14 stati degli Usa. Lo scrittore americano Bill Bryson è protagonista in prima persona di questo viaggio, narrato con il consueto tono dissacrante e umoristico che contraddistingue il suo stile. Partendo dalla descrizione dell'immenso tragitto da percorrere, concluso solo da pochi, strampalati e iperattivi personaggi, Bryson “mette in guardia” il lettore sui rischi e le insidie che si corrono sull'Appalachian Trail: tra questi, quello sicuramente più divertente e bizzarro è la descrizione delle modalità possibili con cui un orso può attaccare.

Dalle parole di Bryson, aiutato in questo – vano – tentativo dall'amico Katz, emerge un ritratto dell'escursionista-tipo che cerca di riavvicinarsi alla natura, senza però riuscirci. Chi percorre l'Appalachian Trail fa fatica a godere delle meraviglie naturali, e finisce per stancarsi subito a causa del percorso estenuante dal punto di vista fisico e climatico.

“Una passeggiata nei boschi” non è solo la storia di un percorso anti-eroico – visto che i due protagonisti abbandonano la camminata dopo soli 1400 km, salvo poi riprenderla in altro modo, ma è soprattutto un'acuta e profonda denuncia del turismo di massa, soprattutto americano, e del suo impatto ambientale. Leggere Bryson è un modo alternativo per riflettere su certi temi ma soprattutto per riscoprire la vastità di ciò che la natura può offrire, da preservare e amare. Da questo libro è tratto l'adattamento cinematografico A spasso nel bosco (2015), con protagonista Robert Redford.

Ryzsard Kapuscinski, Ebano

“Ebano” è un ritratto dell'Africa autentica, descritta da Ryszard Kapuscinski durante gli anni di lavoro come corrispondente estero per conto dell'agenzia stampa polacca PAP. È una delle opere più famose dello scrittore polacco, un volume senza una vera e propria trama nel quale si rincorrono storie, aneddoti e incontri vissuti sulla propria pelle nel continente africano, con uno stile asciutto e crudo che spesso può spiazzare.

Partendo dal primo impatto di Kapuscinski con l'Africa, in Ghana, il viaggio si snoda attraverso Tanzania e Uganda, poi verso il Lago Vittoria, il più grande di tutto il continente. L'autore descrive attentamente anche la grande instabilità politica, con i colpi di stato a Zanzibar e in Nigeria, oltre alle insurrezioni locali in alcune nazioni fino ad arrivare alla grande rivoluzione in Ruanda, il genocidio e i suoi orrori. Kapuscinski ci insegna a guardare all'Africa lontano dagli stereotipi, con occhi diversi: il risultato è il collage di un territorio frastagliato, ricchissimo di contraddizioni. Ed è proprio grazie alle sue diversità che diventa unico nel suo genere.