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Quanto è positiva la crescita?

Le economie avanzano, le persone si arricchiscono e la vita migliora: le argomentazioni sono più o meno queste. Esiste tuttavia un’argomentazione contraria che afferma che una crescita incessante che impiega costantemente le risorse non è compatibile con il concetto di sostenibilità

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L'idea secondo la quale la crescita economica è importante è relativamente recente. Prima del XIX secolo si riteneva che le economie fossero statiche e che la produzione complessiva non subisse mai modifiche: secondo questo pensiero, all'arricchimento di un individuo corrispondeva l'impoverimento di un altro. Nel XX secolo gli economisti iniziarono a valutare seriamente il concetto di crescita, soprattutto dopo la grande depressione degli anni ‘30.

Procedendo velocemente ai giorni nostri, si ha invece l'impressione di avere sviluppato una vera e propria dipendenza dalla crescita: il successo dei leader politici dipende dalla loro capacità di garantire o meno uno sviluppo; le aziende creano dei resoconti almeno ogni tre mesi, consapevoli del fatto che l'andamento delle azioni è strettamente collegato alla pubblicazione di questi report. L'assunzione che sta alla base di questa tendenza è che la crescita è sempre un fattore positivo.

Tuttavia, considerato lo stato dell'economia globale, e del pianeta, forse è ora di fermarsi e chiedersi se necessitiamo realmente di una rapida crescita economica o se possiamo invece farne a meno. Dopo tutto, l'aumento del PIL (prodotto interno lordo) corrisponde a un incremento della produzione, spesso strettamente collegato all'utilizzo sempre maggiore di risorse naturali.

Economia post-crescita

In effetti, è ampiamente sostenuto che il tasso di crescita del PIL non sia una valutazione particolarmente valida del benessere economico perchè, ad esempio, non rispecchia la disuguaglianza (se una sola persona al mondo si arricchisce enormemente e altre le persone invece si impoveriscono, anche di poco, il PIL risulta comunque in crescita). Inoltre, il PIL significa poco per moltissime persone: un recente studio svolto dall'Office for National Statistics del Regno Unito ha scoperto che appena la metà degli intervistati sa che cosa sia il PIL e molti lo confondono con il valore della valuta o con le esportazioni.

In quest'ottica si inseriscono le argomentazioni di acluni economisti che sostengono l'idea della “decrescita” basata sul concetto di sostenibilità. Secondo questi esponenti abbiamo raggiunto un punto in cui la crescita non può essere mai positiva. Tali argomentazioni sono riepilogate dal Professore Tim Jackson, sostenitore del concetto di decrescita, che scrive che “la crescita infinita … non può fare altro che comportare la totale assenza di crescita. In un pianeta morto non può esservi crescita.”

Possiamo fare di più con meno?

Esiste comunque una terza argomentazione: l'uomo dispone di un'inventiva sufficiente per trovare nuove modalità per aumentare il proprio benessere, facendo di più, con meno. È l'argomentazione della “crescita verde” ed è il pensiero che guida le aziende al raggiungimento degli obiettivi “net-zero” e al rispetto degli standard ambientali.

Ad oggi, la crescita verde è il percorso prediletto di politici e aziende, che non intendono abbandonare il concetto di crescita, se non altro perché la decrescita non è sicuramente in grado di ottenere i consensi di investitori o elettori.

Tuttavia, la crescita verde pone un problema. Deve dimostrare di essere in grado di ottenere dei risultati. E l'argomentazione è impegnativa: la biodiversità continua e ridursi, le risorse idriche sono sempre più scarse, mentre le emissioni di gas a effetto serra aumentano costantemente. La crescita verde promette bene, a condizione che i risultati siano concreti.

Il pianeta prima di tutto

La maggior parte delle argomentazioni al riguardo portano o ad un compromesso oppure ad una disputa. Riusciranno crescita, decrescita e crescita verde a scendere a patti, con alcune attività economiche che si evolveranno in direzione della sostenibilità e altre che invece saranno soggette ad una flessione costante?

O la sola crescita che vedremo sarà quella della distanza tra questi diversi concetti globali? Quest'ultima sarebbe di sicuro la crescita peggiore in assoluto, che porterebbe, come sappiamo, ad una catastrofe planetaria.

Rimane perciò il lavoro degli innovatori della crescita verde per dimostrare il fatto che la crescita può comunque portarci a risultati di gran lunga migliori rispetto ad un pianeta.

 

Illustrazione a cura di Davide Bart. Salvemini