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Premio Campiello, dialogo con i cinque finalisti

Il direttore della Fondazione Pirelli, Antonio Calabrò, intervista gli autori giunti in finale del celebre premio letterario

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Cinque finalisti per un premio, il Campiello. E' uno dei più prestigiosi riconoscimenti italiani per gli scrittori e anche quest'anno Pirelli, da sempre impegnata nel sostegno di iniziative di promozione della lettura, è tra i partner del premio giunto alla cinquantanovesima edizione. Alla vigilia della premiazione, che si terrà il 4 settembre a Venezia, Fondazione Pirelli ha invitato i cinque scrittori finalisti a dialogare con il Direttore, Antonio Calabrò.

Paolo Malaguti è in finale con Se l'acqua ride, un romanzo di avventura, come quelli classici, che appassionano i ragazzi durante l'adolescenza poiché anche il protagonista vive come loro una fase liminale, di passaggio all'età adulta. È un libro di viaggio, ambientato sull'acqua, non si tratta però di luoghi per noi esotici come i Caraibi o l'Oceano Indiano, ma dei fiumi della Pianura Padana e della Laguna veneta degli anni Sessanta.

Giulia Caminito è autrice di L'acqua del lago non è mai dolce, la storia di due donne, una madre, Antonia, e una figlia, Gaia. La prima è una donna caparbia e stoica, che cresce quattro figli e si prende cura del marito rimasto disabile dopo un incidente sul lavoro, mentre la figlia è una ragazza che si sente sempre un passo indietro rispetto ai suoi coetanei e ogni piccola cosa che la vita le offre non è mai ottenuta senza fatica, è sempre una conquista.

Paolo Nori presenta Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij. Il romanzo è una lettera d'amore non solo a Dostoevskij ma alla letteratura russa, quella dell'Ottocento, poiché prima di Puškin non esisteva, non c'era niente. L'autore ci racconta in maniera molto coinvolgente, la vita di Dostoevskij e le sue opere, ma anche le sue relazioni e i rapporti con gli altri grandi scrittori del tempo, come Puškin, Gogol', Turgenev, Tolstoj e molti altri.

Andrea Bajani è autore de Il libro delle case, in cui ricostruisce la vita di un uomo a partire da tutte le case nelle quali ha vissuto, da quella della sua infanzia, alle case da studente, a quella presa in affitto con la sua famiglia. Una casa non è solo un edificio composto da quattro mura e un tetto, ma un luogo popolato da ricordi ed emozioni.

Carmen Pellegrino ha scritto La felicità degli altri, un romanzo malinconico e nostalgico, che cerca di ricostruire la vita della protagonista, Clotilde, a partire dai frammenti delle sue memorie, come se si trattasse del restauro di un tempio andato in frantumi dopo una catastrofe, un'anastilosi, come dichiara la protagonista nelle prime pagine del libro usando un linguaggio pieno di rimandi all'antichità greca per raccontare questa moderna tragedia frantumata.