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Potência não é nada sem controle

Potência não é nada sem controle

Quando si parla di Brasile, vengono subito alla mente le classiche immagini: spiagge sconfinate, carnevale di Rio de Janeiro, foresta amazzonica, grandi città e calcio.

Senza il minimo dubbio, il calcio occupa una parte preponderante per la maggior parte della popolazione brasiliana: uno sport che incarna appieno la gioia del popolo brasiliano. Per averne un esempio, basti guardare una partita qualsiasi della nazionale verdeoro: i suoi calciatori giocano sempre con il sorriso stampato sulle labbra. E questa caratteristica è visibile nella maggior parte dei suoi più grandi simboli.

Il dribbling di Garrincha, la classe di Pelé, la potenza di Ronaldo, la fantasia di Ronaldinho e la velocità di Neymar. Tutti questi giocatori si divertono come piace al popolo brasiliano, desideroso di un calcio che premia più l'estetica piuttosto che la tattica. Un popolo che sta ancora soffrendo per una delle ferite più cocenti per un tifoso: essere eliminato dalla Coppa del Mondo giocata in casa. È successo solo un paio d'anni fa: era il 2014 e il Brasile perse in semifinale contro la Germania, squadra che si laureerà campione del Mondo in una notte di Rio de Janeiro.

Ma non sarà un problema tornare ai fasti del passato per un paese che, nella sua storia, dopo le cadute si è sempre rialzato e non ha mai abbassato la testa davanti alle difficoltà. Sin dalle Olimpiadi, che si terranno proprio a Rio de Janeiro nell'estate 2016.

Il Brasile è il quinto paese più grande al mondo: la sua superficie occupa ben il 47,3% del suolo sudamericano. È affacciato sull'oceano Atlantico, teatro di interminabili ondate migratorie nei secoli, sia dall'Africa che dall'Europa: da qui arrivarono anche i portoghesi, che ne fecero una propria colonia fino al 1822, anno dell'indipendenza. Anche negli anni seguenti fino alla contemporaneità, le ondate migratorie non si fermarono: in Brasile si trovano infatti tante persone di origine italiana, polacca, ucraina, tedesca, centrafricana, addirittura giapponese. Un'affluenza che ha consentito la nascita di una comunità eterogenea, composta da individui provenienti da praticamente quasi tutte le parti del mondo, che hanno dato vita a un mosaico di tradizioni e culture unico al mondo.

Lo stesso ha fatto Pirelli, quando ottantasette anni fa ha deciso di aprire il suo primo stabilimento in Brasile. Una presenza ormai quasi secolare, che ha permesso a Pirelli di ritagliarsi nel paese uno spazio di grande rilievo. Attraverso la produzione di pneumatici e gli oltre seicento punti vendita monomarca presenti in tutto il Brasile, Pirelli si è costruito un marchio e un'immagine ormai indelebili nell'immaginario collettivo. 

La presenza di Pirelli non si ferma alla produzione e alla vendita dei propri prodotti sul territorio, ma entra in contatto con un'altra grande passione del popolo verdeoro: l'automobilismo. Sono tanti i piloti brasiliani che hanno scritto pagine importanti della storia sportiva brasiliana. Tra questi possiamo citare Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet, Rubens Barrichello, Felipe Massa e l'indimenticabile Ayrton Senna. I motori continuano a richiamare moltissimo pubblico anche nei campionati nazionali brasiliani: un esempio è la Porsche CUP GT3 Brasil, di cui Pirelli è fornitore unico da dieci anni, dalla nascita di questa competizione nel 2005.

Pirelli è fortemente radicata sul territorio brasiliano, tanto da essere stata uno dei principali finanziatori dei lavori di restauro di una delle sette meraviglie del mondo: il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Dopo essere stata colpita da un fulmine, la statua danneggiata doveva tornare al suo splendore in tempo per l'inizio della Coppa del Mondo di calcio del 2014. E così fu, mentre continua ad essere uno dei principali sostenitori della manutenzione del monumento più famoso del Brasile e dei progetti sociali legati a questa meraviglia del mondo moderno. 

Oggi Pirelli sbarca di nuovo in Brasile: non per mare, non per cielo, ma attraverso la rete. Con i suoi oltre 150 articoli pubblicati nei suoi primi sei mesi di vita, con più di mezzo milione di collegamenti e quasi un milione di pagine visitate, il sito pirelli.com diventa portoghese: un ulteriore punto di contatto tra un'azienda e un paese che in ottantasette anni hanno raccontato e continuano a raccontare storie di successo, passione e innovazione. 

Sempre con il sorriso sulle labbra, come quei bambini che giocano a pallone.